lunedì 9 maggio 2011

American haikus


Le prime traduzioni di haiku in occidente furono pubblicate agli inizi dell’900 in Francia e in Inghilterra. Oltralpe, i resoconti di viaggio e le traduzioni curate da Paul-Louis Couchoud furono fonte di ispirazione per una generazione di poeti come Julien Vocance (1878-1954), che scrisse sulla sua esperienza di guerra del 1914-18 perle come questa:

Ils ont des yeux luisants
De santé, de jeunesse, d'espoir
Ils ont des yeux en verre.

Hanno degli occhi lucenti,
di salute, di giovinezza, di speranza.
Hanno occhi di vetro.

In Francia di haiku si occuparono, anche scrivendone, Rainer Maria Rilke, Jean-Richard Bloch, René Maublanc, Jean Paulhan e Paul Eluard. In Italia, vicine allo spirito degli haiku furono le poesie degli ermetici della prima e seconda generazione, come Giuseppe Ungaretti, Sandro Penna, Salvatore Quasimodo e Leonardo Sinisgalli, ma degli influssi giapponesi sull’ermetismo italiano dei primi decenni del Novecento, mediati sicuramente dai soggiorni parigini di Ungaretti e di altri prima della Grande Guerra, mi occuperò casomai un’altra volta.

Ezra Pound a Parigi nel 1913
Le prime traduzioni dal giapponese esercitarono un influsso sugli imagisti anglo-americani, cui si legò successivamente e per qualche tempo Ezra Pound. Nel 1913 egli pubblicò una breve poesia simile agli haiku, In a Station of the Metro:

The apparition of these faces in the crowd;
Petals on a wet, black bough.

L’apparire di questi volti nella folla,
petali su un umido, nero ramo.

La dichiarazione di Pound, di qualche anno successiva, “Non usare alcuna parola superflua, nessun aggettivo, che non riveli qualcosa” è molto vicina allo spirito degli haiku che, come ha indicato Roland Barthes (ne L’impero dei segni, 1970), “non descrive, ma si limita ad immortalare un'apparizione, a fotografare un attimo: è per questo che tra le sue caratteristiche peculiari troviamo la leggerezza e, soprattutto, una grande sintesi, che spalanca un vuoto ricco di suggestioni”. Questa idea si ritrova anche in numerose opere di T. S. Eliot e Amy Powell.

Dopo un periodo di relativo oblio, fu solo dopo la seconda guerra mondiale che rinacque nel mondo occidentale l’attenzione per gli haiku, soprattutto grazie ai saggi dell’inglese Reginald Horace Blyth sulla cultura giapponese e alla scoperta, non sempre pienamente compresa, del buddismo Zen. La prima traduzione in una lingua occidentale di un intero volume di haiku avvenne tuttavia in spagnolo. Nel 1956 il poeta e premio Nobel messicano Octavio Paz pubblicò la traduzione di Oku no Hosomichi, “La stretta strada per Oku”, celebre raccolta del grande maestro giapponese del Seicento Matsuo Bashō. Secondo Paz, l'introduzione dell’haiku ha rappresentato per la poesia occidentale “una critica della spiegazione e della reiterazione, che sono malattie della poesia”.


L’opera di divulgazione e di critica di Blyth stimolò la pubblicazione delle prime raccolte di traduzioni, che a loro volta incoraggiarono la composizione di haiku, soprattutto presso i poeti e gli scrittori della Beat Generation degli anni ’50 e ’60, affascinati dal buddismo giapponese. Scrittori come Jack Kerouac e Allen Ginsberg scrissero molti haiku, tutti piuttosto irregolari nella metrica. Come spiegò lo stesso Kerouac, “L’haiku americano non è esattamente come quello giapponese. L’haiku giapponese è strettamente disciplinato dalle diciassette sillabe, ma, poiché la struttura del linguaggio è diversa, non penso che l’haiku americano (brevi componimenti di tre versi intesi come completamente confezionati con il Vuoto del Tutto) debba preoccuparsi delle sillabe, poiché la lingua americana è d’altra parte qualcosa… che scoppia di cultura popolare. Soprattutto, un haiku deve essere molto semplice e privo di ogni trucco poetico e descrivere una piccola immagine, malgrado ciò deve essere arioso e grazioso come una Pastorella di Vivaldi”.

Kerouac compose haiku per tutta la vita, almeno a partire dalla metà degli anni ’50. Essi si trovano disseminati qua e là nelle sue opere, come ne I vagabondi del Dharma, il cui protagonista ne scrive alcuni. Molti degli haiku di Kerouac furono raccolti in Scattered Poems, City Light Books, 1971, pubblicato due anni dopo la sua morte. Qui ne presento alcuni, accompagnati dal mio adattamento:

Early morning yellow flowers,
Thinking about
The drunkards of Mexico.

Fiori gialli del primo mattino,
pensando
agli alcolisti del Messico.

No telegram today
Only more leaves
Fell.

Oggi nessun telegramma,
solo più foglie
che cadono.

Nightfall,
Boy smashing dandelions
With a stick.

Cala la notte,
un ragazzo spacca denti di leone
con un bastone.

Holding up my
Purring cat to the moon
I sighed.

Sollevando alla luna
il mio gatto che faceva le fusa
ho sospirato.

Drunk as a hoot owl,
Writing letters
By thunderstorm.

Ubriaco come una civetta,
scrivendo lettere
con una tempesta.

Empty baseball field
A robin
Hops along the bench.

Campo di baseball deserto.
Un pettirosso
saltella lungo la panchina.

All day long
Wearing a hat
That wasn't on my head.

Tutto il santo giorno
portando un cappello
che non era sulla mia testa.

Crossing the football field
Coming home from work –
The lonely businessman.

Attraversando il campo di football
torna a casa dal lavoro –
l’uomo d’affari solitario.

After the shower
Among the drenched roses
The bird thrashing in the bath.

Dopo l’acquazzone
tra le rose fradice
l’uccello si scrolla nel bagno.

Snap your finger
Stop the world -
Rain falls harder.

Fai schioccare le dita
ferma il mondo –
la pioggia cade più forte.

Nightfall,
Too dark to read the page
Too cold.

Al calar della notte
troppo buio per leggere la pagina,
troppo freddo.

Following each other
My cats stop
When it thunders.

Seguendosi l’uno con l’altro
i miei gatti si fermano
quando tuona.

Wash hung out
By moonlight
Friday night in May.

Bucato steso ad asciugare
alla luce della luna.
Venerdì sera di maggio.

The bottoms of my shoes
Are clean
From walking in the rain.

Le suole delle mie scarpe
sono pulite
dal camminare nella pioggia.

Glow worm
Sleeping on this flower -
Your light's on.

Lucciola
che dormi su questo fiore –
la tua luce è accesa.

A quiet Autumn night
And these fools
Are starting to argue.

Una quieta notte autunnale
e questi sciocchi
cominciano a discutere.

Every cat in Kyoto
Can see
Through the fog.

Ogni gatto a Kyoto
riesce a vedere
attraverso la nebbia.

A car is coming but
the cat knows
it’s not a snake.

Una macchina sta arrivando
ma il gatto sa
che non è un serpente.

In London-town cats
can sleep
in the butcher’s doorway.

A Londra i gatti
riescono a dormire
nell’entrata del macellaio.

Birds singing
in the dark –
Rainy dawn.

Uccelli che cantano
nel buio –
alba piovosa.

Catfish fighting for his life,
and winning,
splashing us all.

Pesce–gatto che combatte per la vita
e che vince,
bagnandoci tutti.

The low yellow
moon above the
quiet lamplit house.

La bassa e gialla
luna sopra
la quieta casa illuminata.

Unencouraging sign
- the fish store
is closed.

Segno scoraggiante –
la pescheria
è chiusa.

Nodding against
the wall, the flowers
sneeze.

Dondolandosi contro
il muro, i fiori
starnutiscono.

Straining at the padlock
the garage doors
at noon.

Chiudendo a forza con il lucchetto
le porte del garage
a mezzogiorno.

The moon,
the falling star –
look elsewhere.

La luna,
la stella cadente
– guardo altrove.

The rain has filled
the birdbath
again, almost.

La pioggia ha ancora
quasi riempito
la vaschetta per gli uccelli.

The sound in your mind
Is the first sound
That you could sing.

Il suono nella tua mente
è il primo suono
che hai potuto cantare.


E’ necessario dire che queste poesie non convinsero pienamente i critici. Al di là del mancato ma comprensibile rispetto della metrica, agli haiku di Kerouac si rimproverò una certa superficialità. Lo haiku tradizionale richiedeva un lungo periodo di apprendimento e di formazione, mentre Kerouac lo considerava come una forma di poesia “immediata”, che può essere scritta sulle ali di una spontanea ispirazione. Una sorta di scrittura automatica di tipo surrealista (“privo di ogni trucco poetico”), talvolta ispirata e deformata dall’alcol, prende il posto della paziente vergatura di ideogrammi sulla carta dei maestri giapponesi. Per riprendere la metafora della fotografia di Roland Barthes, direi che alle lunghe pose dell’haiku originale, Kerouac sostituisce la tecnica e i risultati delle fotografie fatte con una delle prime Kodak Instamatic.

Forse queste opere di Kerouac andrebbero allora viste alla luce di un altro grande amore dello scrittore americano, il jazz. Egli scrisse poesie sul be–bop, dedicandone una a Charlie Parker, cercando di catturare nei versi lo spirito libero e un po’ folle di questa forma d’espressione musicale. La forma “minimalista” dell’haiku diventa allora un modo per riprendere le brevi frasi musicali del bop, e l’improvvisazione poetica si affianca a quella musicale. Non è un caso allora trovare una trentina degli haiku di Kerouac nell’album Blues and Haikus, che egli pubblicò nell’ottobre 1959 (ma le registrazioni sono della primavera dell’anno precedente) assieme ai due sassofonisti jazz Al Cohn e Zoot Sims:


L’aneddotica musicale, sempre ricca di particolari curiosi e indiscreti, riferisce che, durante le registrazioni, il produttore Bob Thiele dovette mettersi a gridare per far capire a Kerouac i tempi corretti in cui doveva inserirsi con la voce recitante. Inoltre, Cohn and Sims uscirono di corsa dallo studio per andare in un vicino bar non appena la sessione si fu conclusa, senza neanche voler riascoltare il nastro appena inciso. In un angolo dello studio lo scrittore piangeva sconsolato, probabilmente ubriaco fradicio. Anche questo era il be–bop, anche questo era Kerouac.

Questo articolo è dedicato all’amico Giuseppe Deliso, intellettuale e musicista, non alcolista.

3 commenti:

  1. Maestro acuto
    mostri petali rosa.
    Suoni di p'ip'a.

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  2. ...non so se avevano ragione i critici nel contestargli una certa superficialità, ma io lo scopro davvero geniale: questo "call and response" tra strumento vocale e strumento musicale, improvvisazione be-bop e improvvisazione poetica in un intenso dialogo: è Arte, Grande Arte!

    sono onorato di averti conosciuto caro Marco (Popinga) e, davvero contento delle cose che ho la possibilità di imparare da Te: Grazie!

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  3. Buon ascolto:

    http://ulaulaman.tumblr.com/post/5370852472/pdvmorris-the-sounds-of-the-universe-jack

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