sabato 11 giugno 2011

Un ricordo di Giorgio Celli: Lode al DNA


Etologo, naturalista, professore universitario e divulgatore scientifico (è stato il conduttore della fortunata trasmissione televisiva di Rai3 Nel regno degli animali), Giorgio Celli, morto oggi nella sua Bologna all’età di 76 anni, poteva vantare anche una lunga carriera letteraria. Ha fatto parte della neoavanguardia con il Gruppo 63, assieme a poeti e scrittori del calibro di Alberto Arbasino, Nanni Balestrini, Umberto Eco, Antonio Porta, Angelo Guglielmi, Giorgio Manganelli, Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti e Sebastiano Vassalli. Interessato al teatro e all'arte, nel 1975 ha vinto il premio Pirandello con l'opera Le tentazioni del professor Faust (Feltrinelli 1976); due sue opere teatrali sono state rappresentate al Festival dei due mondi di Spoleto. Nel 1986 ha curato l'audiovisivo Arte e biologia nel Novecento per la sezione "Arte e scienza" della Biennale di Venezia.

La poesia di Celli è originale sia sul piano stilistico sia per le connessioni con il lavoro del ricercatore e del pubblicista, impegnato ad indagare gli ambiti del sapere scientifico e i suoi possibili legami con la letteratura, il teatro, le arti figurative. La sua parola poetica, al pari dello sguardo scientifico, coglie e riflette le pieghe segrete del reale e della materia. L’Ode al DNA (che Matteo Veronesi ritiene “non indegna, per vigoria di concezione e d’immagini, di stare accanto all’Ode all’atomo di Pablo Neruda”) unisce in un solo respiro poetico la visione dell’universo e della storia "fatta corpo dalle origini", un’epopea della vita che procede dal "caso" alla "norma", dall’ameba all’impresa scientifica.

Lode al DNA

Lode a te
DNA
serpente
che risali a spirale
l’albero del tempo
pallottoliere dei noumeni
per computare l’algoritmo
della vita
sullo spartito del carbonio
coro a tre voci dei geni
nell’oratorio della cellula
tipografia clandestina
che stampi anatomie
sull’arcolaio delle forme
e subdole patologie
come bisturi nelle cliniche
dell’evoluzione
che hai scritto sul libro dell’eone
la storia fatta corpo dalle origini
senza volermi
hai sognato di me
me nell’ameba
me negli echinodermi
me negli pterodattili
me in quel remoto scimpanzé
che abitava un tempo sugli alberi
tu che governi l’uovo nel nido
e l’ovulo nell’utero
che fai danzare l’ape nel suo bugno
che hai suggerito a Platone
nell’età greca dei miracoli
quei Dialoghi
che tu hai scritto di suo pugno
tu che hai aperto un orecchio
alla sordità dell’universo
che hai dischiuso delle pupille
alla cecità siderale delle stelle
che hai ispirato
col ritmo del respiro
i poeti e con le nostre dieci dita
i primi matematici
che hai piantato nei mitocondri d’Eva
il seme di senape
della nostra umanità
che hai piegato il caso alla norma
l’informe alla forma
l’anomia all’identità
ti dobbiamo questa mano che scrive
con la penna o il computer
eredi della selce scheggiata
ti dobbiamo questa intelligenza
Pegaso che si impenna
tra la memorie e l’inferenza
tra il fossile e l’utopia
tra il mito e la scienza.

da Percorsi (2006)

6 commenti:

  1. una grande perdita, un grande uomo che ha lasciato molte e belle traccie della sua opera, grazie per questo post
    saluti
    Blas

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  2. Se ne va un uomo geniale, unico; immenso per sensibilità, cultura e intelligenza. Era libero dai tipici paraocchi ideologici degli eruditi, sapeva cogliere la bellezza della vita in ogni sua sfaccettatura. E aveva la naturale umiltà, attenzione e il carisma che contraddistinguono tutti i grandi uomini: qualità che mancano a tanti mediocri intellettualoidi d'oggi. Ci mancherà molto.

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  3. Qualcuno però mi deve spiegare questo: http://www.rfb.it/I-semi-del-dubbio.pdf

    Anche i grandi hanno momenti di smarrimento, ma vorrei sapere se quella di queste pagine è rimasta la posizione definitiva di Celli in merito all'ingegneria genetica.

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  4. La posizione del prof.Celli sugli ogm è sempre stata univoca e non equivocabile. Era contrario all'ingengneria genetica in agricoltura in quanto sempre e solo sostenuta dall'industria intenta a brevettare solo ogm (come il mais bt) che avrebbe portato all'incremento del loro diserbante mettendo in serio pericolo la filiera del biologico e non risolvendo il problema del fitofago che è controllato senza problemi con le metodologie classiche di contenimento microbiologico. Era favorevole alla ricerca degli ogm in cambo biomedico quindi una posizione sempre lineare e soprattutto ben argomentata e mai preconcetta.

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  5. Anonimo, grazie per l'informazione.
    Mi suonano sempre un po' strane le opinioni contrarie agli OGM di biologi e naturalisti, che ben conoscono il funzionamento del DNA... ma da quel che ho capito le riserve di Celli erano sui rischi delle applicazioni, non sulla tecnica del DNA ricombinante.

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