sabato 17 dicembre 2011

Manifesto degli Intellettuali Italiani per la difesa dall’idiozia razzista

1) Le razze umane "pure" non esistono, gli idioti purtroppo sì.

L’esistenza di razze umane pure è stata ormai smentita dalla scienza in base a evidenze fornite da molte discipline, in particolare dalle prove genetiche e dagli studi di genetica delle popolazioni. È tuttavia l’esistenza degli idioti non già un’astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse di imbecilli costituite da milioni di uomini simili per ignoranza, egoismo, problemi mentali e psicologici che trovano il loro legame in ideologie razziste per affermare con l’odio di gruppo il loro fondamentale fallimento come individui.

2) Esistono idioti isolati e idioti organizzati.

Non bisogna soltanto ammettere che esistano gli idioti, che comunemente ammorbano la società in ogni ambito materiale, politico, economico, produttivo, educativo, religioso, ma bisogna anche ammettere che esistono gruppi sistematici di idioti organizzati in movimenti, partiti, chiese, consorterie la cui pericolosità è accresciuta dal numero, dall’organizzazione e dalla propaganda.

3) Il concetto di idiota è concetto soprattutto territoriale.

Esistono idioti che si richiamano a identità politiche, religiose, culturali, persino calcistiche. Tuttavia i gruppi di idioti organizzati trovano la loro espressione più evidente nel supposto legame a un territorio, vincolo di sangue con la terra delle madri, dato che quasi sempre la loro paternità è incerta o decisamente attribuibile a pratiche di meretricio. Il razzista nazista o fascista si richiama ad esempio a un astratto concetto di purezza della razza, ereditato dalle ideologie totalitarie fiorite nel Novecento. L’idiozia fascista è la più pericolosa in termini di violenza dei suoi accoliti, in genere maschi solitari con il culto delle armi e difficoltà di socializzazione che possono spesso esprimere la loro intima pochezza come individui in eclatanti atti di aggressività individuale o di gruppo. Più pericoloso in termini culturali e politici, a questi si aggiunge il razzismo egoista e particolarista di movimenti pseudopolitici nati negli anni ’70 del Novecento come distorsione idiota dei movimenti di liberazione nazionale dei popoli oppressi da stati centralisti, come i baschi, gli irlandesi, i palestinesi, di cui costituisce una degenerata caricatura. In tale caso il razzismo si fonda ancor di più sull’ignoranza totale della storia, cui si accompagna l’invenzione di matrie mai esistite, di eredità presunte e infondate con popoli estinti da migliaia d’anni e di legami comuni tra culture separate, accomunate dalla sola contiguità geografica.

4) La particolare forma di idiozia organizzata dell’Italia settentrionale.

L’idiozia organizzata territoriale ha trovato la sua espressione più significativa nel fiorire nell’Italia Settentrionale di un movimento che i sé riassume, organizza e moltiplica tutte le caratteristiche sopra descritte. Nato come movimento di contestazione al centralismo romano, si è sempre più identificato nella figura del suo leader carismatico, l’idiota originario, Uridiot, del quale ha seguito la parabola di progressiva adesione alle regole più detestabili della partitocrazia, della demagogia e della corruzione. La politica ondivaga di alleanze, di linea economica, di slogan, segna, pur nella costanza di una volgarità particolare, l’intento del capo e dei suoi accoliti di perpetuare il proprio potere, a spese della decenza, dello stato e persino dei propri elettori, accecati all’ennesima potenza dall’egoismo e dalla paura di ogni elemento che possa mettere in discussione la loro meschina identità.

5) L’idiozia razzista è una piaga nazionale.

Il clima di crescente intolleranza verso il lo straniero e verso il diverso che affligge il nostro paese è una piaga che ostacola lo sviluppo economico e la sua reputazione all’estero. Ciò in particolare se tali manifestazioni di idiozia razzista sono apertamente praticate da rappresentanti delle istituzioni e membri della classe politica. Nell’indifferenza e nell’ignavia di chi avrebbe dovuto produrre e diffondere gli anticorpi culturali e sociali contro il razzismo, morbo indicatore dell’idiozia di massa, la malattia si è diffusa a livelli preoccupanti e merita interventi decisi e definitivi.

6) Gli idioti non appartengono alla società italiana.

Il nostro paese, che un tempo illuminò il mondo con le conquiste in ogni campo del sapere, dell’arte e della scienza, sta rapidamente scendendo la scala della civiltà a causa della signoria degli idioti. In realtà, mettendo in discussione e minacciando i fondamenti della società e lo spirito stesso dell’Italia, essi non appartengono alla sua cultura e alla sua tradizione. Gli idioti rappresentano l’unica parte di popolazione che ha sempre ostacolato il progresso sociale, economico e culturale del paese.

7) È tempo che gli Italiani si proclamino francamente contro gli idioti.

La tolleranza verso l’intolleranza è essa stessa cedimento verso l’intolleranza. E’ tempo che il potere degli idioti nelle istituzioni e nel cuore della società italiana venga definitivamente abbattuto. È necessario attuare politiche di discriminazione ad ogni livello per isolare la pericolosa idiozia razzista. Si deve creare nella cittadinanza un sano principio di repulsione verso l’ideologia razzista e verso i suoi propugnatori.

8) L’Italia deve difendersi dall’idiozia razzista ad ogni livello.

L’idiozia razzista non può più essere tollerata. Le istituzioni devono essere costantemente spronate ad attuare serie politiche contro il razzismo e contro i razzisti, separandoli dal corpo sano della società civile con tutti gli strumenti che la legge dispone. I razzisti devono essere esclusi dalle cariche elettive e dai concorsi pubblici e non possono essere membri delle forze armate. Ogni singolo individuo può e deve manifestare liberamente il proprio disprezzo verso i razzisti. Nelle nostre strade e nelle nostre case, nei luoghi di produzione e sui mezzi di trasporto, sempre più frequente deve sentirsi la frase “Lei è un razzista, quindi è un idiota e mi fa schifo”.

12 commenti:

  1. Pop, sono d'accordo con te. Basta con il buonismo a tutti i costi anche nei confronti di ciò che è assolutamente accertato come idiozia. Basta tolleranza verso l'imbecillità, la volgarità, l'arroganza, la prepotenza. Sono l'unico vero male di una società, l'unico ostacolo al progresso.

    RispondiElimina
  2. A proposito, firmo il manifesto.

    RispondiElimina
  3. Tutto sta deviando verso la razza, dimenticando il principio del post.
    Firmo il manifesto, per quel che vale (la mia firma, non il manifesto)

    RispondiElimina
  4. Mi viene la folle idea di allestire uno spettacolo teatrale sul razzismo contemporaneo, quello che non dice mai la parola "negro", non parla di camere a gas, ma di sicurezza e di aiuti a casa loro. M'invento tre diverse anime della società italiana, che prendono il tema dell'immigrazione in tre differenti modalità; le metto a confronto, le faccio confliggere in scena. Mischio le carte, mostro anche le ragioni di chi ha torto, il torto di chi ha ragione. Atto audace e folle: invito qualche leghista.


    Risposte: il teatro che palle, il teatro è noioso, già fa freddo, Precotto è lontano, dopo la Brianza (il nostro Texas) c'è il nulla, poi ho capito già che è una presa per il culo, perchè si chiama Cacania, ti mando a cagare adesso, te sei un comunista si vede dai ricci, se vengo e poi sento qualche cazzata vengo sul palco e ti meno, voi cosa ne sapete dei furti dei rom, avete ville con le telecamere ed il filo spinato; dove sarebbe sto teatro Frigia? Ah, ho capito: frigida, sì in effetti la sinistra è frigida, la sinistra è una troia però frigida, non ve la sapete godere la vita, state sempre a leggere giornali e libri, che palle, andate a divertirvi invece di fare i buonisti, non non ci vengo al tuo spettacolo, se c'era figa venivo, non me ne fotte un cazzo dei confronti, neanche voglio farti cambiare idea, il dibattito ficcatelo su per il culo, come dici? , domenica pomeriggio a Precotto a vedere uno spettacolo che mi dà torto, alle 1615 poi, durante le partite, cristo il divano è sacro, vai a cagare tu e il teatro Frigia, siete voi i razzisti.

    RispondiElimina
  5. Luca T., anche tu hai delle belle pretese: lo sai che sotto il canale Villoresi sono tutti negri.

    RispondiElimina
  6. Facciamo che nell'anno nuovo --se sopravvivo-- ci faccio un post, sul razzismo culturale, su quello biologico non sono ferrato. Per ora grazie ancora a Popinga.

    RispondiElimina
  7. Quello che a me lascia perplesso e che un po' mi intristisce è il fatto che per contrastare l'idiozia razzista siamo costretti a usare l'argomentazione "le razze non esistono". E' vero, è così. Ma se invece esistessero, cambierebbe qualcosa? Avremmo forse maggior diritto a disprezzare una razza diversa dalla nostra?

    Il punto non è che le razze non esistono, ma che è sciocco e disumano stabilire una gerarchia di merito tra diverse popolazioni umane. Se è vero che l'uomo merita rispetto in quanto tale, a questo punto poco importa se esistono diverse razze di uomini, o se siamo tutti geneticamente indistinguibili.

    Il bello dell'umanità è proprio che esistono delle differenze genetiche (molto piccole, d'accordo) e culturali tra le varie popolazioni umane. La nostra stupidità però ci ha portato a rifiutare la bellezza della diversità, per paura di cadere nel razzismo. Siamo riusciti addirittura a etichettare come razzista una parola come "negro", che in origine non aveva niente di razzista. Abbiamo così tanta paura dei nostri fantasmi da sotterrare la diversità, invece di esaltarla come una risorsa preziosa. E questa secondo me è la più grande sconfitta per la civiltà umana.

    RispondiElimina
  8. Per tutti: ho consultato gli scienziati immaginari e complessi firmatari del manifesto e ho concordato con loro di modificare un paio di punti in modo da non dare adito a discussioni sul concetto di razza. Si è convenuto di aggiungere l'aggettivo "pura" dove necessario. Spero proprio che nessuno tra gli esperti ora venga a dirmi che esistono "razze pure".

    RispondiElimina
  9. Sono pienamente d'accordo con il commento di mygenomix (lo ha riportato tal quale anche sul post del mio blog, che a sua volta riportava tal quale il presente blog di Popinga).

    Io ho sempre inteso il significato di “razza” secondo la “asettica” definizione dei dizionari:
    “1 biol. Insieme di individui, animali o vegetali, che si differenziano da altri gruppi della stessa specie per uno o più caratteri ereditari “

    Per fortuna non esistone le razze “pure”! Ci perderemmo molte interessanti combinazioni di caratteri, che come dice giustamente Moreno sono una preziosa risorsa!

    Nella mia famiglia, circa un secolo fa, abbiamo avuto uno di questi preziosi apporti, dall'Africa, per cui sono abituata fin dalla nascita a non fare alcuna distinzione! E questo benché non usi gli ipocriti eufemismi tipo “di colore” per “negro”, “non vedente” per “cieco”, “diversamente abile” per “disabile”, et similia!
    Non solo, anche mia cognata potrebbe essere definita “negra”, io preferisco definirla per quel che è, “cantante jazz”.

    RispondiElimina
  10. Sebbene vi siano ancora ampie nicchie di individui che pensano il contrario, dal 1950 è stato universalmente riconosciuto che non vi è nessun presupposto scientifico sul fatto che l'umanità si divida etnicamente o geograficamente in gruppi con differenze nelle caratteristiche mentali innate. Unesco docet et che si sappia in giro!

    Personalmente perseguirei con pene molto severe qualunque tipo di discriminazione, e mi sembra che tutte condividano per merito il primo posto, dal sessismo al classismo, fino alla deprecabile e illogica xenofobia.
    Più che difendere vorrei tanto attaccare ,..

    RispondiElimina
  11. Si potrebbe dire che il razzista obbedisce almeno alla 5a regola di stupidità (ed al suo corollario) tra quelle previste da Carlo M. Cipolla più di 25 anni fa.

    http://www.searchlores.org/realicra/basiclawsofhumanstupidity.htm

    RispondiElimina
  12. Provo a dare un piccolo contributo citandomi addosso. Quasi un anno fa ispirato, per l'ennesima volta sull'argomento, dalla lettura del bel libro di Steve Olson "Mappe della storia dell'uomo" scrivo un paio di post (http://amaiolino.eu/?p=1152 e http://amaiolino.eu/?p=823) da cui una classe di quasi maggiorenni doveva trarre ispirazione per la stesura di un racconto (https://sites.google.com/site/cosediclasse/home/storia-di-bondi-bantu), non è il massimo dal punto di vista narrativo, ma l'idea era carina, se c'è qualche insegnante che vuole provare a riproporla...

    RispondiElimina