mercoledì 9 maggio 2012

Di lettere di rifiuto, chiodi misteriosi e altre facezie

David Brewster
Il matematico e filosofo inglese Charles Babbage, uno dei padri del calcolo automatico, ricevette da Sir David Brewster (1781-1868), direttore dell’Edinburgh Journal of Science, la seguente lettera di rifiuto, forse la migliore mai scritta, da prendere come modello: 

«It is no inconsiderable degree of reluctance [with] that I decline the offer of any Paper from you. I think, however, you will upon reconsideration of the subject be of the opinion that I have no other alternative. The subjects you propose for a series of Mathematical and Metaphysical Essays are so profound, that there is perhaps not a single subscriber to our Journal who could follow them». 

«Non è trascurabile il grado di riluttanza con il quale rifiuto l’offerta di qualsiasi articolo da parte vostra. Ritengo, tuttavia, che dopo un riesame dell’argomento sarete dell’opinione che non ho un’altra alternativa. Gli argomenti che proponete per una serie di Saggi Matematici e Metafisici sono così profondi, che non esiste forse un solo abbonato del nostro giornale che possa capirli». 

La lettera fu scritta nel breve periodo di vita del periodico scozzese fondato e diretto da Brewster, tra il 1824 e il 1832. I due si conoscevano, e contribuirono con John Herschel a fondare la British Association for the Advancement of Science, che tenne la sua prima riunione a York nel 1831. Forse il tono della lettera si può spiegare con un certo grado di confidenza. 

C’è anche da riferire un curioso episodio che riguarda Brewster. Egli, fisico, matematico, astronomo e rettore universitario, ricordato anche per l’invenzione del caleidoscopio e dello stereoscopio, inviò nel 1845 alla quattordicesima riunione della British Association una nota in cui riferiva della scoperta di un chiodo di ferro corroso all’interno di un blocco di arenaria del Devoniano nella cava scozzese di Kingoodie. Il blocco di roccia, spesso 9 pollici, era completamente attraversato dal chiodo: a nine inch nail.

 

5 commenti:

  1. E quindi, cos'era il misterioso chiodo? I NIN hanno preso il nome da lì?

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  2. E' solo da pochi giorni che frequento questo blog: ci sono arrivata perché cercavo una versione efficace del leggendario sogno di Kekulé da linkare a un mio amico.
    Mi sono innamorata seduta stante dei tuoi post, degli argomenti che tratti e di come li tratti. Di norma non amo molto commentare, ma mi sembrava giusto dirti almeno che d'ora in poi avrai un'assidua lettrice in più.

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  3. Speriamo che gli ufologi non vengano a sapere di questo chiodo.

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  4. Andrea: la cava era attiva da due decenni e il masso era stato più volte maneggiato prima di arrivare al luogo dove doveva essere tagliato e dove è stato trovato il chiodone. Il fatto importante è che nessuno lo ha visto in situ. Facile che esso fosse un vecchio piolo di quelli che si martellavano per rompere la roccia in massi.
    Sul nome dei NIN esistono diverse leggende, come dice Wikipedia in inglese: "Reznor said in 1994 that he coined the name "Nine Inch Nails" because it "abbreviated easily", rather than for "any literal meaning". Other rumored explanations have circulated, alleging that Reznor chose to reference Jesus' crucifixion with nine-inch spikes, or Freddy Krueger's nine-inch fingernails." Io ho fatto la mia ipotesi.

    Nuova lettrice anonima: grazie.

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  5. La scienza moderna spiega facilmente questo tipo di misteri. Il buon Brewster (che io nomino spesso, soprattutto per l'angolo delle sue finestre), aveva semplicemente per le mani blocco d'arenaria che conteneva un "chiodo a sua insaputa".

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