mercoledì 12 settembre 2012

Frammenti di Orso Maria Spinelli


L’Università di Tokio ha comunicato ieri in un’affollata conferenza stampa il ritrovamento di alcuni frammenti delle poesie di Orso Maria Spinelli, lo sfortunato giovane poeta morto durante il bombardamento aereo che colpì Milano nella notte tra il 14 e il 15 febbraio del 1943. Lo Spinelli morì polverizzato dallo scoppio di una grossa bomba sul balcone dove si era recato a fumare, assolutamente insensibile ai richiami dei famigliari di scendere nel rifugio e alle sirene d’allarme. Con l’appartamento finirono bruciati tutti i suoi manoscritti. Nei giorni successivi la sorella Aldina riuscì a recuperare alcuni fogli bruciacchiati vergati dal povero giovane e li mise in una scatola di metallo che fu poi dimenticata con gli anni. Il recipiente è stato ritrovato da un collezionista in un vecchio solaio e poi venduto per una cifra considerevole allo studioso Ideoshi Nakamoto, il massimo esperto mondiale di Spinelli. 

Nakamoto ha riferito che di Spinelli conosciamo solo le ultime righe delle opere, le uniche conservatesi, ma ciò è sufficiente per dichiararne la grandezza e la modernità. Il tema prediletto del poeta sembra la città, in tutte i suoi aspetti e manifestazioni, come il viavai delle stazioni, espresso con parole struggenti in questo finale: 

Porta Garibaldi. 

Un altro capolavoro metropolitano è costituito dal distico 

al passato, alle memorie opalescenti 
delle pozzanghere sul pavé. 

scritto probabilmente in una sera di pioggia in cui si erano formate delle pozzanghere sul pavé. L’aggettivo “opalescenti”, sostiene il critico giapponese, è la chiave dell’opera, cifra dello stile del Poeta, che ha voluto rappresentare attraverso questa metafora il traffico di automobili della sua amata città, che hanno lasciato tracce d’olio o di benzina che l’acqua ha fatto affiorare e reso visibili alla luce dei lampioni. 

E che dire dell’ermetismo di questo disperato frammento? 

pugni chiusi, non ho più speranze. 

Concludo questa breve notizia con quella che Nakamoto considera l’opera più arcana dello Spinelli, in cui l’iterazione di un aggettivo può essere il segno di un rimpianto straziante: 

                 ma il silenzio. 
 Ed io sordo, sordo, sordo.

13 commenti:

  1. ma che fai? perculi gli aficionados del blog?

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  2. hmmmm.... sento ancora l'odore del fumo... la bomba?

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    1. di' la verità t'e' uscito per caso quello splendido distico

      al passato, alle memorie opalescenti
      delle pozzanghere sul pavé.

      e non sapevi dove ficcarlo....

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    2. Per la verità il distico è stato creato da un generatore automatico di testi che utilizza la muzzy logic (sì, mi è uscito per caso).

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  4. Secondo Google, Orso Maria Spinelli è una cratura di Popinga :-)

    Saluti,

    Mauro.

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  5. Di qualche poeta greco pre-saffico possediamo anche frammenti minori...
    Enrico D.

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  6. Controllate sempre se c'è l'etichetta "poeti inesistenti".

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  7. Ecce bomba, si potrebbe dire...

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  8. Passalamoda, il tuo commento direi che cade a bomba. :-)

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  9. Popinga, scusami se mi permetto di aggiungere il distico dello Spinelli che fa da motto al nostro cleb (noi ci chiamiamo "I Fumatori Inaggettivati")=
    "
    Vado
    balcone in fumo!!
    "

    Quello fu proprio il suo ultimo verso, rivoluzionario nell'uso dei caratteri tipografici (frutto della fruttata influenza della sorella) e ancora oggi i critici si dibattono sul reale significato =
    - Aveva il Nostro compreso la sua tragica fine sotto le bombe (e c'è chi propende quindi per un suicidio urbano), da cui "fumo" inteso come vado in fumo?
    - Oppure la sua US non era che la metafora della vita, sempre urbana, che lo caratterizzava? (l'allegoria archetipante della "Milàn metropoli tentacolare" compare infatti per la prima volta in uno dei suoi versi dedicati ai sampietrini).
    - L'errata interpretazione del volgo "Essere fuori come un balcone" origina da quel suo Vado... balcone, dove poi l'eroe si autoincenerì? Qualche critico stolto e insensibile considera il Nostro un Poeta Pirla, ma fa parte dei Non Fumatori, che te lo dico affàre...

    Noi del cleb apriamo delle tavole a forma di ellisse segate a metà dove dibattiamo questi temi. Nakamoto non ha mai voluto rispondere ai nostri appelli, però si è preso la foto dell'Aldina con in mano la scatola di metallo che invece aveva trovato il nostro Fondatore. Infatti noi del club Nakamoto lo chiamiamo "Il Millantatore".

    Ma tu, vorresti essere un socio del nostro club, Popinga? Dai che se ti presento io e tu poi consumi qualche pastis, a me mi regalano una stecca... Eh? Ci posso contare sotto?

    B

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  10. In quanto fumatore, amante di ellissi segate a metà, diffidente dei giapponesi da quando leggevo i fumetti americani di guerra, cultore di Spinelli (il poeta), chiedo immantinente l'iscrizione al Cleb!

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