mercoledì 26 settembre 2012

J. C. Maxwell e il ritratto di Cayley


Nel 1872 il matematico inglese Arthur Cayley (1821-1895) divenne membro onorario del Trinity College di Cambridge e, tra anni più tardi, membro ordinario, con lo stipendio e gli onori correlati. In quel periodo i suoi amici e colleghi fecero una sottoscrizione per pagare un ritratto, che ora è appeso sulla parete laterale della Sala da Pranzo dell’istituzione. Il quadro, un olio su tela che ritrae Cayley seduto a una scrivania con la penna in mano, in atteggiamento riflessivo, fu realizzato nel 1874 dal celebre ritrattista dell'epoca Lowes Cato Dickenson. 

James Clerck Maxwell, fisico, matematico e poeta, decise di rendere onore a suo modo al collega, indirizzando al comitato dei sottoscrittori una poesia semiseria dai toni guerreschi, nella quale ricordava le principali acquisizioni di Cayley (nei settori della geometria proiettiva e analitica, delle superfici algebriche, della teoria delle matrici e dei determinanti). La riflessione finale è che il pittore non potrà mai riprodurre nelle due dimensioni di una tela lo spirito del matematico, che si estende in n dimensioni. 

Anche Maxwell fu ritratto da Dickenson: il quadro è appeso accanto a quello di Cayley. 

To the Committee of the Cayley Portrait Fund 

O wretched race of men, to space confined! 
What honour can ye pay to him, whose mind 
To that which lies beyond hath penetrated? 
The symbols he hath formed shall sound his praise, 
And lead him on through unimagined ways 
To conquests new, in worlds not yet created. 

First, ye Determinants! in ordered row 
And massive column ranged, before him go, 
To form a phalanx for his safe protection. 
Ye powers of the nth roots of −1! 
Around his head in ceaseless cycles run, 
As unembodied spirits of direction. 

And you, ye undevelopable scrolls! 
Above the host wave your emblazoned rolls, 
Ruled for the record of his bright inventions. 
Ye Cubic surfaces! by threes and nines 
Draw round his camp your seven-and-twenty lines − 
The seal of Solomon in three dimensions. 

March on, symbolic host! with step sublime, 
Up to the flaming bounds of Space and Time! 
There pause, until by Dickenson depicted, 
In two dimensions, we the form may trace 
Of him whose soul, too large for vulgar space, 
In n dimensions flourished unrestricted. 


Al comitato per il fondo del ritratto di Cayley 

O miserabile razza degli uomini, nello spazio confinata! 
Quale onore potete rendere a colui la cui mente 
fino a ciò che si trova al di là è penetrata? 
I simboli che ha formato canteranno la sua lode, 
e lo condurranno per cammini impensati 
a nuove conquiste, a mondi non ancora creati. 

Per primi, voi Determinanti!, in ordinata fila 
e imponente colonna sistemati, lo precedete 
a formare una falange per la sua protezione. 
Voi potenze dell’ennesima radice di −1! 
attorno al suo capo correte in cicli senza fine, 
come spiriti guida disincarnati. 

E voi, voi superfici impossibili da sviluppare! 
sopra la schiera sventolano i vostri nobili blasoni, 
sistemati per registrare le sue idee luminose. 
Voi superfici cubiche! Per i tre e per i nove 
disegnate attorno al suo campo le vostre ventisette rette – 
il sigillo di Salomone in tre dimensioni. 

In marcia, simbolica schiera! Con passo sublime, 
fino agli ardenti confini di Spazio e Tempo! 
Là fermatevi, fino a che, da Dickenson ritratta 
in due dimensioni, noi possiamo la forma tracciare 
di colui il cui spirito, troppo grande per lo spazio volgare, 
in n dimensioni fiorì senza limiti.

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