venerdì 14 dicembre 2018

Tennyson e la natura “rossa di dente e artiglio”


Nel settembre 1833 moriva improvvisamente a Vienna per un’emorragia cerebrale il poeta Arthur Henry Hallam, fraterno amico di Alfred Tennyson (1809-1992) sin dai tempi in cui entrambi studiavano a Cambridge. Fu, per il futuro Poeta Laureato e preferito dalla Regina Vittoria in persona (che lo fece Lord), una perdita gravissima, che gli ispirò l’opera considerata il suo capolavoro, In Memoriam A.H.H, un lungo poema in 131 canti completato nel 1849. Il titolo originale era The Way of the Soul (La Via dell’Anima), che può forse dare un’idea migliore di come l’opera sia il resoconto dei pensieri e delle emozioni dell’autore sull'esistenza e sul mondo. Tennyson considera la crudeltà della natura alla luce del suo pensiero combattuto in tema religioso, molto influenzato dalle scoperte scientifiche del tempo, tra le quali la neonata geologia, che apriva orizzonti temporali prima mai immaginati.

Una delle quartine più citate di In Memoriam si trova nel Canto 56, dove la frase, "nature, red in tooth and claw" (la natura, rossa di dente e artiglio) sembra anticipare di dieci anni le idee di Darwin sulla selezione naturale:

Who trusted God was love indeed
And love Creation's final law
Tho' Nature, red in tooth and claw
With ravine, shriek'd against his creed.

Che pensava che Dio fosse proprio amore
e amore la legge definitiva della Creazione
ma la Natura, rossa di dente e artiglio
con l’abisso, gridava contro il suo credo.

La frase "Nature, red in tooth and claw", quando uscì L’origine della Specie di Darwin (1859), venne presto adottata come motto dai seguaci del naturalista e ampiamente criticata dagli oppositori. Essa divenne un modo di dire, anche se non l’aveva inventata Tennyson. La si trova ad esempio sul periodico The Hagerstown Mail nel marzo del 1837: "Hereupon, the beasts, enraged at the humbug, fell upon him tooth and claw." (Di conseguenza, le bestie, infuriate dall’imbroglio, si lanciarono su di lui con dente e artiglio).

Tennyson sembra preoccuparsi delle difficoltà nel conciliare le leggi della "Natura" con la fede in Dio. Che la Natura abbia "gridato contro il suo credo" anticipa i problemi che più tardi geologi e naturalisti avrebbero dovuto affrontare nello sviluppo di nuove teorie che erano pienamente in accordo con la scienza moderna, ma contraddittorie con la religione.

Nello scrivere il poema, Tennyson fu influenzato dalle idee evoluzioniste della trasformazione delle specie presentate in Vestiges of the Natural History of Creation (anonimo, ma scritto da Robert Chambers), pubblicato nel 1844, una delle opere precorritrici del capolavoro scientifico di Darwin, che aveva causato una tempesta di controversie riguardo alle implicazioni teologiche di una natura impersonale che agisce senza diretto intervento divino. La credenza incondizionata nella verità rivelata, derivata da un'interpretazione letterale della Bibbia, stava già entrando in conflitto con le scoperte emergenti della scienza. Tennyson esprimeva le difficoltà che le idee evoluzionistiche suscitavano per la fede nelle "verità che non possono mai essere provate", mentre credeva all'idea che la ragione avrebbe alla fine armonizzato la scienza e la religione, in quanto non potevano esserci reali contraddizioni. Egli pensava che il progresso umano consiste nell'affrancarsi dallo stato iniziale di superstizione, attraverso il cristianesimo, a una comprensione del suo posto nell'universo basato più sulla ragione e sulla scienza.

Un’ulteriore notevole citazione riguardo agli interessi naturalistici di Tennyson è data dalla quartina che si trova nel Canto 123:

The hills are shadows, and they flow
From form to form, and nothing stands;
They melt like mist, the solid lands,
Like clouds they shape themselves and go.

Le colline sono ombre e scorrono
di forma alla forma, e nulla sta in piedi;
si sciolgono come nebbia, le terre solide,
come nuvole si modellano e vanno.

che fa riferimento alla recente scoperta da parte dei geologi della grande età e della mutevolezza della Terra, una meraviglia scientifica alla base delle idee emergenti sulla natura e sull'evoluzione, ben anticipate dai Principles of Geology di Charles Lyell (1830-33), che fu una delle prime opere a considerare seriamente che la Terra era probabilmente molto più antica della stima biblica di circa 6000 anni, il che significa che i concetti evolutivi che richiedevano grandi tempi erano diventati praticabili. Tennyson usa le immagini geologiche per creare uno sfondo in cui nulla è permanente e ogni oggetto o momento è semplicemente un anello d'una catena evolutiva. L'implicazione è chiara: la conoscenza da parte del poeta della moderna teoria scientifica lo ha portato alla conclusione che gli eventi nella sua vita non sono più importanti o significativi per una "Natura" impersonale e indifferente di qualsiasi altro processo naturale.

Anche in Idylls of the King ci sono accenni alle idee di Tennyson sull'evoluzione:

The old order changeth, yielding place to new,
And God fulfills Himself in many ways,
Lest one good custom should corrupt the world,

Il vecchio ordine cambia, dando luogo al nuovo,
e Dio si realizza in molti modi,
per evitare che una buona abitudine corrompa il mondo,


Oltre a occuparsi di pensiero scientifico, la poesia di Tennyson fa anche numerosi riferimenti alla tecnologia, in particolare allo sviluppo della ferrovia. L'Inghilterra in cui Tennyson nacque nel 1809 era considerevolmente diversa dal paese in cui morì nel 1892. Fu un periodo di grandi e accelerati cambiamenti industriali e sociali, cui Tennyson allude in poemi come Locksley Hall, che tratta (in parte) gli effetti della tecnologia sull'umanità. Una strofa notevole del poema fu scritta dopo che il poeta aveva preso un treno. “Quando andai per la prima volta da Liverpool a Manchester, pensavo che le ruote girassero in un solco ... poi ho scritto questa frase:

Not in vain the distance beckons. Forward, forward let us range,
Let the great world spin for ever down the ringing grooves of change.

Non invano la distanza chiama. Avanti, avanti lasciaci andare,
lascia che il grande mondo giri per sempre tra i solchi del cambiamento.

Le ruote del treno in realtà non scorrono in solchi, ma Tennyson era troppo interessato alle implicazioni della scienza per la vita umana per preoccuparsi di questo particolare. In ogni caso, anche grooves of change divenne un modo di dire celebre in Gran Bretagna.

There methinks would be enjoyment more than in this march of mind,
In the steamship, in the railway, in the thoughts that shake mankind.
There the passions cramp'd no longer shall have scope and breathing space;
I will take some savage woman, she shall rear my dusky race.

Mi sembra che ci sarebbe molta più gioia che in questa marcia della mente,
nella nave a vapore, nella ferrovia, nei pensieri che scuotono l'umanità.
Lì le passioni non più soffocate avranno più spazio e respiro;
prenderò una donna selvaggia, lei corromperà la mia razza oscura.

La preoccupazione di Tennyson risiede nella sua convinzione che le tecnologie moderne promettono progressi ma non riconoscono che la razza umana è "selvaggia". Essa non cambierà in modo significativo, nonostante la tecnologia. Gli sembrava che l'umanità stesse correndo verso il futuro, spinta dal pensiero scientifico e dai progressi tecnologici, avanzamenti che dovevano essere visti con eccitazione e trepidazione, ma anche con cautela. Più di tutti gli altri poeti inglesi dell’Ottocento, Tennyson rappresentò lo spirito della sua epoca e le sue contraddizioni.

Nessun commento:

Posta un commento