"Sappia
Sua Maestà il Principe che la nostra pazienza ha un limite e che non
tollereremo più altre provocazioni alla frontiera di Seborga".
Oscar Fulvio Giannino, discorso alle Camere riunite del 26 giugno 2014.
“Combattenti
di terra, di mare e dell'aria, eleganti esteti della Rivoluzione liberale,
ricchi imprenditori d'Italia, cafoni, popolo bue, ascoltate!
Un'ora
segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L'ora delle decisioni
irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli
ambasciatori dei Capitani della Repubblica del Titano! (applausi) Scendiamo in
campo contro una ferita aperta nel cuore della nostra amata Romagna, che, in
ogni tempo, ha ostacolato la marcia e, spesso insidiato l'esistenza medesima
del Popolo italiano”.
Oscar Fulvio Giannino, Discorso
alla Nazione, 9 ottobre 2015
“Consideriamo
la riunificazione di Campione d’Italia alla Madrepatria un atto irrinunciabile
degli interessi strategici italiani nell’Europa Centrale. Denunciamo inoltre la
secolare separazione degli Italiani del Ticino come un insulto al diritto all’autodeterminazione
dei popoli. Le nostre truppe hanno lasciato stamane i loro acquartieramenti di
Como e Varese e stanno marciando vittoriose verso Lugano e Bellinzona. Nel loro
cuore un solo grido: Al Gottardo! Sì, al Gottardo!”
Oscar
Fulvio Giannino, Discorso alla Nazione, 4 novembre 2015
“La guerra contro la Repubblica di San Marino che
l'Esercito Italiano iniziò il 4 novembre 2015 e con fede incrollabile
e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per un mese, è vinta. L'Esercito
nemico è annientato: esso ha subito perdite gravissime di uomini e mezzi. Ha
lasciato finora nelle nostre mani circa venti prigionieri con non meno di duecentomila
francobolli, comprese molte prime emissioni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti
eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli del
Montefeltro che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.
Oscar Fulvio Giannino, Bollettino della Vittoria, 7 dicembre 2015
Italiani!
Ascoltate! Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica, l’onorevole Giorgio
La Malfa, ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo
ministro e Segretario di Stato, presentate da S.E. il pluridottor Oscar Fulvio
Giannino, e ha nominato Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato,
S.E. il Cavalier Silvio Berlusconi. La guerra continua contro l’asse dei
Principati di Seborga e di Monaco e contro la Confederazione Elvetica. L'Italia
mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni,
pur nelle attuali gravissime condizioni.
Comunicato
radiofonico congiunto RAI, Mediaset e La7, 21 febbraio 2016
Il
governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta
contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare
ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al
generale Grimaldi, comandante in capo delle forze alleate di Monaco e
Seborga. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità
contro le forze dei due Principati deve cessare da parte delle forze italiane
in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra
provenienza. Analoga richiesta è stata presentata al generale Huber, comandante
in capo delle forze di occupazione svizzere nel Piemonte Orientale e Alta Lombardia.
Silvio
Berlusconi, Discorso alla Nazione, 1 aprile 2016
Il
trattato concluso il 24 marzo stabilisce che la riunione della Sicilia
all'Argentina avrà luogo colla adesione delle popolazioni e la sanzione del
Sacro Collegio.
Per
quanto siami penoso di separarmi da province che hanno per sì lungo tempo fatto
parte degli Stati de’ miei amici, e degli amici degli amici, ai quali si
attaccano tante riconoscenza, ho dovuto considerare, che i cangiamenti territoriali,
originati dalla guerra in Italia, giustificherebbero la domanda, che il mio
augusto alleato il Papa Francesco mi ha indirizzato per ottenere questa
riunione. Ho dovuto inoltre tener conto dei servigî immensi che l'Argentina ha
resi all’Italia, dei sacrifizî che essa ha fatto nell’interesse della sua
indipendenza, dei vincoli che le battaglie e i trattati hanno formato tra i due
paesi. Io non potea disconoscere da altra parte che lo sviluppo del commercio,
la rapidità e la facilità delle comunicazioni aumentano ogni giorno di più
l’importanza ed il numero delle relazioni della Sicilia coll'Argentina.
Io non ho
potuto dimenticare infine, che le grandi affinità di razza, di linguaggio e di
costumi rendono codeste relazioni ognor più intime e naturali.
A
mitigare il doloroso distacco dalla Madrepatria della maggiore delle isole
italiche, l'Argentina attribuisce all'Italia la piena sovranità sulle isole
Malvinas, dove ci siamo impegnati a costruire una nostra augusta residenza
australe, che non tema confronto per sfarzo e lussuria alle nostre ville in
Sardegna (…)
Fate che
la vostra unione all'Argentina sia un legame di più tra due nazioni, la cui
missione è di operare di accordo allo sviluppo della civiltà.
Arcore,
1º aprile 2017
Silvio I, Imperatore
di Padania e Italia centro insulare (meno la Sicilia) e Principe delle Malvinas
per grazia di Dio, intercessione di Francesco e supporto del Marchese del Grillo
per grazia di Dio, intercessione di Francesco e supporto del Marchese del Grillo
Testo integrale del proclama Pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale del Regno il 12 aprile 2017. N. 69
Prendendo la parola in questo consesso mondiale
sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: e
soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare come imputato
e l’essere citato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le
loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione.
Non corro io il rischio di apparire come uno
spirito angusto e perturbatore, che si fa portavoce di egoismi nazionali e di
interessi unilaterali?
Signori, è vero: ho il dovere innanzi alla
coscienza del mio Paese e per difendere la vitalità del mio popolo di parlare
come italiano; ma sento la responsabilità e il diritto di parlare anche come membro
del Partito Democratico, come rappresentante della nuova Repubblica che,
armonizzando in sé le aspirazioni
umanitarie di Beppe Grillo, le concezioni universaliste di Nicky Vendola e le
istanze di rigore di Mario Monti, è tutta rivolta verso quella pace duratura e
ricostruttiva che voi cercate e verso quella cooperazione fra i popoli che
avete il compito di stabilire.
Ebbene, permettete che vi dica con la franchezza
che un alto senso di responsabilità impone in quest’ora storica a ciascuno di
noi, questo trattato è, nei confronti dell’Italia, estremamente duro, non solo
per le considerevoli ma comprensibili spese di guerra, ma soprattutto per la
rinunzia alle provincie di Como, Varese e Sondrio in favore della
Confederazione Elvetica e di quella di Imperia, annessa alla neonata Federazione
dei Principati di Monaco e Seborga. L’anno appena trascorso ha visto già il
passaggio all’Argentina dell’amata Sicilia, venduta per un pugno di mosche dall’infame
Governo che ci ha preceduto. Fin dove giungeranno queste continue mutilazioni?
Volete che il corpo del paziente muoia e scompaia dal novero delle Nazioni?
Discorso del Primo Ministro Matteo Renzi alla
Conferenza di Pace di Parigi del 18 marzo 2018
(Con il fondamentale contributo di Piero Patteri)
Oh oh... tutto ciò mi ricorda qualcosa...
RispondiEliminaSaluti,
Mauro.
Kees rockz! Piero anke!
RispondiEliminaBravo (con le parole straniere non si fa il plurale)
Non toccatemi il principe di Seborga ché io sono di quelle parti.
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