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martedì 15 maggio 2012

Di giraffe e pinnipedi


La giraffa lamarckiana 

Fino all’Ottocento nella savana 
viveva la giraffa lamarckiana: 
ciò che acquisiva nell’esistenza 
lo tramandava alla discendenza.

Lungo i millenni aveva sviluppato
un collo minuto e smisurato
con cui brucava sul Ruwenzori 
tremila metri sopra i predatori. 

Si estinse per questo piano piano,
non avendo parato il deretano: 
caso, necessità (e selezione laicista)
sostennero la giraffa darwinista. 



La foca L’otaria 

La foca 
che gioca 
con la palla 
sul naso, 
che caso, 
non falla. 
La lancia, 
l’arresta 
di pancia, 
poi, lesta, 
di testa. 
Che festa, 
che mosse, 
se fosse 
la foca 
che gioca, 
ma ha l’aria 
di un’otaria.

4 commenti:

  1. Complimenti. Mi ha stuzzicato l'idea della foca/otaria (anche perché io non le saprei distinguere). Eccoti allora la mia variante:

    La foca L’otaria

    La foca
    che gioca,
    la palla
    sul naso,
    non falla,
    fai caso.

    La lancia,
    l’arresta,
    di pancia,
    di testa,
    e lesta
    fa festa.

    La foca
    che gioca,
    dal fare,
    dall’aria...
    mi pare
    un’otaria.

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  2. Tra le onde
    risponde
    l'otaria
    bonaria
    che ha l'aria
    da foca
    che gioca:
    "Signori,
    mi spiace
    s'ignori
    'l fallace
    mio aspetto
    a dispetto
    del quale
    son tale
    animale:
    mio nome
    genuino
    è Leone
    Marino".
    Poi stride,
    sorride,
    s'inchina;
    con felina
    mossa
    s'infossa
    nel mare
    e scompare -
    che ardire!
    Che dire,
    che fare?
    Mi pare
    che m'abbia
    scherzato.
    Che rabbia,
    che agguato!
    Un dubbio
    mi assale
    chi è
    l'animale?
    E' stato
    sincero,
    sarà
    per davvero
    un leone
    marino...
    O è un
    lamantino?

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  3. Un tricheco?
    Ah, che bieco,
    m'ha mentito
    quel bandito!

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