La giraffa lamarckiana
Fino all’Ottocento nella savana
viveva la giraffa lamarckiana:
ciò che acquisiva nell’esistenza
lo tramandava alla discendenza.
Lungo i millenni aveva sviluppato
un collo minuto e smisurato
con cui brucava sul Ruwenzori
tremila metri sopra i predatori.
Si estinse per questo piano piano,
non avendo parato il deretano:
caso, necessità (e selezione laicista)
sostennero la giraffa darwinista.
La foca
che gioca
con la palla
sul naso,
che caso,
non falla.
La lancia,
l’arresta
di pancia,
poi, lesta,
di testa.
Che festa,
che mosse,
se fosse
la foca
che gioca,
ma ha l’aria
di un’otaria.
Complimenti. Mi ha stuzzicato l'idea della foca/otaria (anche perché io non le saprei distinguere). Eccoti allora la mia variante:
RispondiEliminaLa foca L’otaria
La foca
che gioca,
la palla
sul naso,
non falla,
fai caso.
La lancia,
l’arresta,
di pancia,
di testa,
e lesta
fa festa.
La foca
che gioca,
dal fare,
dall’aria...
mi pare
un’otaria.
Tra le onde
RispondiEliminarisponde
l'otaria
bonaria
che ha l'aria
da foca
che gioca:
"Signori,
mi spiace
s'ignori
'l fallace
mio aspetto
a dispetto
del quale
son tale
animale:
mio nome
genuino
è Leone
Marino".
Poi stride,
sorride,
s'inchina;
con felina
mossa
s'infossa
nel mare
e scompare -
che ardire!
Che dire,
che fare?
Mi pare
che m'abbia
scherzato.
Che rabbia,
che agguato!
Un dubbio
mi assale
chi è
l'animale?
E' stato
sincero,
sarà
per davvero
un leone
marino...
O è un
lamantino?
Secondo Eco
RispondiEliminaè un tricheco.
Un tricheco?
RispondiEliminaAh, che bieco,
m'ha mentito
quel bandito!