A smentire i luoghi comuni che li vogliono seriosi e freddi, talvolta gli uomini di scienza danno sfogo al loro humour proprio nel luogo che dovrebbe rappresentare il massimo della razionalità accademica e ufficiale: l’articolo scientifico, o paper. Ogni tanto infatti compaiono sulle riviste specializzate articoli bizzarri, su argomenti talmente astrusi da aver sollecitato l’invenzione di premi appositi, gli Ig Nobel, i quali “ricompensano le opere che prima fanno ridere la gente e poi la fanno pensare”. Talvolta l’articolo scientifico è talmente surreale da rasentare il puro genio, come nel caso dell’articolo del 1974 dello psicologo canadese Dennis Upper, di cui mi occupai un paio d’anni fa.
Può capitare anche che l’articolo sia serissimo, ma non lo siano i nomi degli autori. Così il fisico ucraino naturalizzato statunitense George Gamow, uno dei padri della teoria del Big Bang, quando pubblicò sul numero di Physical Review del primo aprile 1948 l’importantissimo articolo sulla cosmogenesi assieme al suo allievo Ralph Alpher, aggiunse di proposito il nome del fisico nucleare Hans Bethe, che non aveva partecipato alla ricerca, in modo che gli autori risultassero Alpher, Bethe e Gamow e la teoria fosse ricordata come α-β-γ! Gamow, che era un buontempone, nel 1954 provò anche a pubblicare un articolo sull'informazione genetica in collaborazione con un certo C.G.H Tompkins, che altri non era che il protagonista di una sua fortunata serie di racconti sul curioso impiegato di banca Mr. Tompkins (Mr. Tompkins in Wonderland), ma gli editori si accorsero della burla e pubblicarono il paper con il solo nome di Gamow.
Il fisico anglo-olandese di origine russa Andre Konstantin Geim, premio Nobel per la fisica nel 2010 per i suoi studi sul grafene, pubblicò nel 2001 l’articolo Detection of earth rotation with a diamagnetically levitating gyroscope assieme a H.A.M.S. ter Tisha, che era il suo criceto (in inglese hamster) di nome Tisha. Purtroppo l’articolo, che si trova su una rivista della contestata editrice scientifica Elsevier, è inavvicinabile senza spendere quasi 42 dollari per scaricarlo.
Avrete notato che la burla dei nomi è una specialità degli scienziati originari dell’ex Unione Sovietica. Anche nell'ultimo esempio che presento la Russia è coinvolta più o meno direttamente. Il grande matematico e ludomatematico inglese John Horton Conway scrisse nel 1977 con M.S. Paterson e lo sconosciuto U.S.S.R. Moscow un articolo dal curioso titolo A Headache-causing Problem (“Un problema che dà il mal di testa”) riguardante uno dei suoi famosi paradossi nella teoria dei giochi. Il dattiloscritto fu presentato dall’olandese J.K. Lenstra in una miscellanea da lui curata dal titolo Een pak met een korte broek (“Un abito con i calzoni corti”) in occasione del suo esame di dottorato. Su chi fosse Moscow e sul grado di coinvolgimento di Patterson gettano una certa luce i ringraziamenti finali:
“Il lavoro qui descritto fu realizzato mentre i primi due autori godevano dell’ospitalità del terzo. Il secondo e il terzo autore sono riconoscenti con il primo per i dettagli espositivi. Il primo e il terzo autore sottolineano con gratitudine che, senza il costante stimolo e il saggio incoraggiamento del secondo, questo articolo è stato portato a termine”.
Siccome Conway ha pubblicato articoli scientifici con il prolifico matematico ungherese Paul Erdős, il suo numero di Erdős è 1. Gli altri due autori, avendo pubblicato con Conway, possono fregiarsi del numero 2. Di sicuro, tra cent’anni, a meno di catastrofi nucleari o climatiche, Moscow sarà l’unico matematico vivente a potersi vantare di avere 2 come numero di Erdős. D’altra parte si sa che è assai longevo, essendo nato nell'anno 1147 da Jurij Dolgorukij. È diventato un matematico solo nel 1977 e nel 1991 ha cambiato iniziali.
Il problema che dà il mal di testa lo trovate qui, grazie alla cortesia di Conway e all'insistenza della matematica del MIT Tanya Khovanova, un’altra russa emigrata negli Stati Uniti, che cura un blog davvero interessante.
E non vogliamo citare il nostrano e recidivo S.B.?
RispondiElimina(NB: la coincidenza delle iniziali è fortuita, così come è una coincidenza che il nome di uno ben descrive l'altro).
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/01/una-strana-firma-sulla-rivista.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/22/il-professor-bestiale-ha-colpito-di-nuovo.html
Grazie anonimo dell'interessante chiosa. Proprio oggi su Physics World c'è un sondaggio sui politici che sono stati anche scienziati:
RispondiEliminaAngela Merkel (Germany, physics)
Margaret Thatcher (UK, chemistry)
Yukio Hatoyama (Japan, engineering)
Abdul Kalam (India, physics)
Lucas Papademos (Greece, physics)
Potremmo aggiungere anche il nostro fisico, S.B. per antonomasia, che sette anni dopo è "sceso in campo".
Grazie, Unknown: resta il fatto che la Elsevier è contestata da mezzo mondo scientifico.
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