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lunedì 26 agosto 2013

Nascita di un paradigma


Accese la luce ed entrò come tutte le sere nell'ufficio del laboratorio di fisica per le consuete pulizie. Raccolse tutte le carte che erano sparse disordinatamente sul pavimento prima di accendere la lucidatrice. Erano piene di formule astruse, strani simboli, freccette, parentesi di vario tipo. Dorothy si chiese come mai non appallottolassero i fogli da gettare e li ponessero nel cestino, come fanno in tutti gli uffici del mondo. Formò una piccola risma di quei fogli, con l’intento di buttarla poi tra le cartacce, appoggiandola sulla scrivania più vicina. Aprì la finestra e una folata di aria gelida rischiò di rendere vana la sua azione. Decise di fermare con alcune graffette il piccolo plico che aveva creato. Quando se ne andò chiuse la finestra, spense la luce e dimenticò le carte sulla scrivania. Il mattino seguente il professor Shorter, osservando quei fogli pieni di formule corrette ma inservibili, si accorse che la loro disposizione, determinata in modo del tutto casuale da Dorothy la sera prima, poteva avere un senso. Era nata la Teoria delle “Stringhe”. Mai buttar via le formule che si possono riciclare.

4 commenti:

  1. mi son ricordato di questa: "String theorists don't make predictions, they make excuses" (attribuita a Feynman)

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  2. "una fredda folata di aria gelida"
    Popinga, com'è la definizione esatta di una patologia grammaticale quale questa?
    ciao
    yop

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  3. Caro Yop, dovrebbe trattarsi di una iperlessicosi (non lo so, l'ho inventato). In ogni caso correggo, grazie!
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