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giovedì 19 giugno 2014

When I heard the learn'd astronomer


When I heard the learn'd astronomer, 
When the proofs, the figures, were ranged in columns before me, 
When I was shown the charts and diagrams, to add, divide, and measure them, 
When I sitting heard the astronomer where he lectured with much applause in the lecture-room, 
How soon unaccountable I became tired, and sick, 
Till rising and gliding out I wander'd off by myself, 
In the mystical moist night-air, and from time to time, 
Look'd up in perfect silence at the stars.


Walt Whitman, 1865


Quando udii il dotto astronomo,
quando le prove, i calcoli, erano disposti in colonne davanti a me,
quando mi furono mostrati i grafici e i diagrammi, per sommare, dividere e misurarli,
quando sedendo udii l’astronomo che parlava e parlava con molti applausi nella sala conferenze,
quanto inspiegabilmente presto divenni stanco, e disgustato,
fino a che, alzandomi e scivolando fuori, vagai lontano da solo,
nella mistica umida aria notturna, e, ogni tanto,
alzavo lo sguardo in perfetto silenzio verso le stelle.

Walt Whitman (1819-1892) è considerato uno dei più grandi poeti americani. Questa poesia, che ci fa riflettere sul modo in cui bisogna comunicare e far amare la scienza, era già stata tradotta e pubblicata da Gianluigi Filippelli su Dropsea, ma ho voluto anch’io cimentarmi con il compito.


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