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giovedì 20 dicembre 2018

Il giovane Marx: da poeta romantico a rivoluzionario


Il padre di Karl Marx (1818-1883), Heinrich, un avvocato di successo, era un illuminista, seguace di Kant e Voltaire. Sua madre, Henrietta Pressburg, era originaria dell'Olanda. Entrambi erano ebrei e discendevano da una lunga serie di rabbini, ma, circa un anno prima della nascita di Karl, suo padre, probabilmente perché la carriera professionale lo richiedeva, aderì alla Chiesa Evangelica. Karl fu battezzato quando aveva sei anni. Sebbene, da giovane, Marx fosse più influenzato dalle idee dell'Illuminismo che dalla religione, le sue radici ebraiche lo esposero a pregiudizi che lo avrebbero portato a mettere in discussione il ruolo della religione nella società e contribuito al suo desiderio di cambiamento sociale.

Studiò dal 1830 al 1835 alla scuola superiore di Treviri. Sospettata di ospitare insegnanti e allievi liberali, la scuola era sotto sorveglianza della polizia. Gli scritti di Marx durante questo periodo mostrano uno spirito devoto e una brama di sacrificio di sé a favore dell'umanità. Nell'ottobre del 1835 si iscrisse all'Università di Bonn. I corsi che frequentò erano esclusivamente nelle discipline umanistiche, con materie come la mitologia greca e romana e la storia dell'arte. Partecipava alle normali attività studentesche, combatté a duello, e passò un giorno in prigione per ubriachezza. Si unì a un’accolita di poeti che includeva alcuni attivisti politici. Molti studenti erano stati arrestati; alcuni erano stati espulsi, in particolare a causa di un tentativo di interrompere una sessione della Dieta Federale a Francoforte. Marx, comunque, lasciò Bonn dopo un anno e si iscrisse all'Università di Berlino per studiare legge e filosofia.


Quando Karl Marx iniziò a frequentare l’Università di Berlino, voleva diventare un poeta e drammaturgo. Ben presto capì che i suoi interessi erano altri, ma non senza aver scritto frammenti di un racconto, Scorpion e Felix, una manciata di poesie d’amore e il primo atto di una tragedia romantica in versi, dal criptico titolo di Oulanem, del 1839.


Scorpion e Felix, un romanzo umoristico (Skorpion und Felix, Humoristischer Roman) è l'unico racconto comico di Karl Marx. Scritto nel 1837, quando aveva 19 anni, probabilmente sotto l'influenza del Tristram Shandy di Laurence Sterne, rimase inedito.

Il racconto è narrato in prima persona al tempo presente. La trama ruota intorno a tre personaggi principali, Felix, Scorpion e Merten, alla ricerca delle loro origini. Il romanzo sembra accennare a una polemica ironica contro la filosofia. È stato anche descritto come satirico. Un paragrafo dell’opera appare, in forma leggermente modificata, in apertura de Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte.

Il romanzo non fu mai finito. Solo alcuni capitoli sopravvivono ai nostri giorni. Parti di esso potrebbero essere state bruciate dallo stesso Marx, insieme ad altri suoi primi tentativi letterari. Le parti che sopravvivono sono quei frammenti che Marx avrebbe incluso come supplemento quando pubblicò il suo Libro di Poesie (1837). Con il senno di poi, possiamo dire che il mondo non perse un grande poeta.

Mentre studiava all'Università di Berlino, nel 1836, Marx si innamorò della sorella di un compagno di scuola della sua città natale, Treviri, Jenny von Westphalen. Qui riproduco un estratto da uno dei tre sonetti che le inviò in una lettera, tra molte altre opere in versi che le scrisse.

"Per me, nessuna Fama terrestre
Che viaggia lontano attraverso terre e nazioni
Per tenerli tremanti in schiavitù
Con il suo riverbero remoto
Vale i tuoi occhi, quando splendono pieni,
Il tuo cuore, quando è caldo di esultanza,
O due lacrime profonde che cadono,
Strappate ai tuoi occhi dalle emozioni della canzone”.


Marx scriveva anche di argomenti umoristici. In una poesia intitolata Su una certa testa calva, egli letteralmente gioca con le sue conoscenze classiche per prendere in giro qualcuno che potrebbe aver avuto un certo significato nella sua vita per giustificare tale opera.


"Come un fulmine nato dal fulgore
Brilla dai regni delle nuvole lontano,
Pallade Atena vittoriosa
Uscì dalla testa piena di pensieri di Zeus.
Ciò nonostante, nella giocosità sconfinata,
Sopra la sua testa essa è anche limitata,
E ciò che in profondità egli non poté mai sondare
Brilla visibilmente sul suo cranio".


L’azione di Oulanem si svolge invece in una città alpina dell’Italia, con sette personaggi, tra i quali il viaggiatore tedesco Oulanem e, guarda i casi della letteratura, il cittadino Pertini. Tutti i personaggi sono corrotti e consci della loro corruzione, in uno scenario privo di speranza.


"... il mondo plumbeo rapido ci trattiene,
E siamo incatenati, frantumati, vuoti, spaventati,
Eternamente incatenati a questo blocco di marmo dell'Essere ...
e noi -
Siamo le scimmie di un Dio freddo."


I critici dell’estrema destra religiosa hanno naturalmente parlato di affiliazione giudaico-massonico-satanista del futuro filosofo di Treviri, che sembra rifiutare ogni pensiero di salvezza. Sarà, ma poco più di cent’anni dopo l’opera “satanista” del giovane Marx, sarà un montanaro di nome Pertini a dare l’ordine di fare giustizia del criminale dittatore Mussolini. Nemesi storico-letteraria? Profezia? Caso fortuito?

La poesia del giovane Marx non era limitata a idee di amore, desiderio o gelosia. Incominciavano anche ad apparire temi di critica esistenziale e sociale, espressi nella forma romantica tipica dell’età e dei tempi, con toni talvolta apocalittici. In Sentimenti troviamo ad esempio:

"Comprenderei il cielo
Vorrei disegnare il mondo per me;
Vivere, odiare, intendo
Che la mia stella brilli luminosa"
(…)
"I mondi distruggerei per sempre,
non posso creare nessun mondo;
Poiché al mio appello mai fanno caso".


L'esperienza principale di Marx a Berlino fu l’introduzione alla filosofia di Hegel e la sua adesione ai giovani hegeliani. L’influenza hegeliana nella cultura studentesca rivoluzionaria era elevata, e Marx si unì a una società chiamata il Circolo del Dottore, i cui membri erano profondamente coinvolti nel nuovo movimento letterario e filosofico. La loro figura principale era Bruno Bauer, un giovane professore di teologia, che stava sviluppando l'idea che i vangeli cristiani non fossero altro che delle fantasie umane derivanti da bisogni emotivi e che Gesù non fosse un personaggio storico. I giovani hegeliani iniziarono a spostarsi rapidamente verso l'ateismo e parlavano vagamente di azione politica.
 
Il governo prussiano, temendo la sovversione latente dei giovani hegeliani, prontamente si impegnò a cacciarli dalle università. Bauer fu destituito dal suo incarico nel 1839. Due anni dopo, i giovani hegeliani erano diventati repubblicani di sinistra. Gli studi di Marx, nel frattempo, erano in ritardo. La sua tesi analizzava secondo i canoni hegeliani la differenza tra il materialismo di Democrito e quello di Epicuro. Il suo consigliere di tesi era Bauer, e la tesi era contestata all'Università di Berlino per l'ateismo dichiarato e gli attacchi espliciti alla teologia. Esortato dai suoi amici, Marx la presentò alla più liberale Università di Jena, dove conseguì il dottorato di ricerca nell'aprile del 1841.

Nel 1841 Marx fu molto colpito dalla pubblicazione di L’essenza del cristianesimo di Ludwig Feuerbach. Il suo autore, secondo Marx, criticava con successo l’idealismo hegeliano, che anteponeva la mente e lo Spirito alla materia o all'esistenza storica. Feuerbach, dall'opposto punto di vista materialista, suggeriva che lo "Spirito Assoluto" fosse una proiezione de "l’uomo reale, che sta al fondamento della natura." Da allora gli sforzi filosofici di Marx si rivolsero verso una combinazione della dialettica di Hegel, l'idea che tutte le cose sono in un continuo processo di cambiamento derivante dai conflitti tra i loro aspetti contraddittori, con il materialismo di Feuerbach, che collocava le condizioni materiali sopra le idee.


Nel gennaio 1842, Marx iniziò a collaborare a un giornale appena fondato a Colonia, la Rheinische Zeitung (Gazzetta renana). Era l'organo democratico liberale di un gruppo di giovani commercianti, banchieri e industriali; Colonia era il centro della regione più industrialmente avanzata della Prussia. A questo stadio della vita di Marx appartiene un saggio sulla libertà di stampa e contro la censura.

Il 15 ottobre 1842, Marx divenne direttore del giornale e iniziò a scrivere editoriali su una gran varietà di questioni sociali ed economiche, che andavano dalle abitazioni dei poveri di Berlino, al furto di legna dalle foreste da parte dei contadini, al nuovo fenomeno del comunismo. Nei suoi scritti criticava regolarmente non solo il governo conservatore prussiano, ma anche i socialisti che pensava non capissero che fosse necessaria una reale lotta pratica per la rivoluzione, e che le riforme politiche graduali fossero insufficienti e potenzialmente controproducenti. Allo stesso tempo, si stava allontanando dai giovani hegeliani, per i quali scandalizzare i borghesi era il massimo dell’attività sociale. Marx, disponibile in quel momento con gli "uomini pratici di idee liberali" che stavano "lottando passo dopo passo per la libertà entro i limiti costituzionali", riuscì a triplicare la tiratura del giornale e a renderlo una testata di punta in Prussia. Le autorità prussiane lo sospesero per essere troppo esplicito e Marx accettò di collaborare con il filosofo e scrittore hegeliano Arnold Ruge a una nuova rivista, la Deutsch-französische Jahrbücher (Annali franco-tedeschi), che doveva essere pubblicata a Parigi.

In precedenza, nel giugno 1843, Marx, dopo un fidanzamento di sette anni, aveva sposato Jenny von Westphalen. Jenny era una donna attraente, intelligente e molto ammirata, di quattro anni più vecchia di Karl; proveniva da una famiglia di tradizioni militari e amministrative. Quattro mesi dopo il loro matrimonio, la giovane coppia, che aveva già una figlia, si trasferì a Parigi, che era allora il centro del pensiero socialista e delle sette più radicali, che si definivano comuniste. Lì, Marx divenne per la prima volta un rivoluzionario e iniziò a frequentare società comuniste di operai francesi e tedeschi. Le loro idee erano, a suo avviso, "assolutamente rozze e non intelligenti", ma il loro carattere lo commuoveva: "La fratellanza dell'uomo non è una semplice frase per loro, ma un fatto della vita, e la nobiltà dell'uomo ci illumina dai loro duri corpi temprati dal lavoro", scrisse nel suo cosiddetto Manoscritto economico-filosofico del 1844, rimasto inedito per quasi un secolo.


Gli Annali franco-tedeschi ebbero breve vita, ma, attraverso la loro pubblicazione, Marx ritrovò Friedrich Engels, che aveva conosciuto a Berlino durante il servizio militare di quest’ultimo. Engels diventò un sostenitore che sarebbe diventato il suo collaboratore e protettore per tutta la vita. Nelle pagine della rivista apparve l'articolo Verso la Critica della filosofia hegeliana del diritto, con l’affermazione, spesso citata. secondo cui la religione è "l'oppio del popolo ". Fu in quel testo che iniziò ad applicare la logica della dialettica hegeliana e adattare la critica della religione offerta dai giovani hegeliani alle relazioni economiche, fornendo il quadro per la critica più tarda e più dettagliata dell'economia politica e per il "socialismo scientifico" del Capitale. Egli sollevò la richiesta di una "rivolta del proletariato" per realizzare le concezioni della filosofia. Ancora una volta, il governo prussiano intervenne contro Marx. Fu espulso dalla Francia e partì per Bruxelles, seguito da Engels, nel febbraio 1845. Quell'anno in Belgio rinunciò alla sua nazionalità prussiana e cominciò a lamentare guai finanziari perché dagli Annali non era stato pagato.


I due anni successivi a Bruxelles videro il consolidarsi della collaborazione di Marx con Engels. Engels aveva osservato in prima persona a Manchester, dove si trovava una filiale della ditta tessile di cui suo padre era socio, tutti gli aspetti drammatici della rivoluzione industriale e aveva scritto nel 1844 La condizione della classe lavoratrice in Inghilterra. Era stato un giovane hegeliano e si era convertito al comunismo per il carisma di Moses Hess, che era chiamato il "rabbino comunista". Lui e Marx unirono le loro risorse intellettuali e pubblicarono La Sacra Famiglia (1845), una lunga critica dell'idealismo hegeliano. La loro opera successiva, L’ideologia tedesca, scritta nel 1845-46, conteneva l’esposizione della loro concezione materialistica della storia, che si proponeva di mostrare come, storicamente, le società fossero strutturate per promuovere gli interessi della classe economicamente dominante. Ma non trovò editore e rimase sconosciuto durante le vite dei due autori.

Durante gli anni di Bruxelles, Marx, definì la sua posizione intellettuale. Egli insisteva sul fatto che non si potesse saltare lo stadio della società borghese; il proletariato non poteva semplicemente conquistare il comunismo dall'oggi al domani; il movimento operaio richiedeva una base scientifica, non frasi moralistiche. Polemizzò contro il pensatore socialista Pierre-Joseph Proudhon in Miseria della filosofia (1847), un ficcante attacco al libro di Proudhon sottotitolato Philosophie de la misère (1846). Proudhon voleva unire le migliori caratteristiche di contrari come la concorrenza e il monopolio; sperava così di salvare le caratteristiche delle istituzioni economiche eliminando il male. Marx, tuttavia, dichiarò che non era possibile alcun compromesso tra gli antagonismi in un dato sistema economico. Le strutture sociali erano forme storiche transitorie determinate dalle forze produttive: "Il modo di ragionare di Proudhon - scriveva Marx - è tipico del piccolo borghese, che non riesce a vedere le leggi fondamentali della storia”.

Un'insolita sequenza di eventi portò Marx ed Engels a scrivere l’opuscolo Il Manifesto del partito comunista. Nel giugno 1847 una società segreta, la Lega dei Giusti, composta principalmente da artigiani tedeschi emigrati, si incontrò a Londra e decise di formulare un programma politico. Mandarono un rappresentante a Marx per chiedergli di unirsi alla lega; Marx vinse i suoi dubbi e, con Engels, si unì all'organizzazione, che cambiò il suo nome in Lega comunista e promulgò una costituzione democratica. Il compito di comporre il loro programma fu affidato a Marx ed Engels, che vi lavorarono dalla metà di dicembre del 1847 alla fine di gennaio del 1848. I comunisti di Londra stavano già impazientemente minacciando Marx di un'azione disciplinare quando inviò loro il manoscritto, che essi prontamente adottarono come loro manifesto. Il pamphlet enunciava la proposizione che tutta la storia era stata finora una storia di lotte di classe, riassunta in forma concisa nella concezione materialistica della storia elaborata nell'Ideologia tedesca, e affermava che l'imminente vittoria del proletariato avrebbe messo fine alla società di classe per sempre. Rifiutava la via delle "utopie sociali", piccoli esperimenti in comunità, come l'attenuazione della lotta di classe e quindi come "sette reazionarie". Proponeva alcune misure immediate come primi passi verso il comunismo, che andavano da una tassa progressiva sul reddito, all'abolizione delle eredità, all'educazione gratuita per tutti i bambini. Si chiudeva con le parole: "I proletari non hanno nulla da perdere se non le loro catene. Hanno un mondo da vincere. Lavoratori di tutti i paesi, unitevi!"

Questo periodo della vita dei due padri del comunismo è stato descritto nel film Il giovane Marx del regista haitiano Raoul Peck, presentato fuori concorso al Festival di Berlino del 2017. Nella recensione pubblicata su Repubblica in occasione dell’uscita in Italia, nell'aprile 2018, Emiliano Morreale sostiene che “Il Marx raccontato è quello del periodo 1844-1848, dall'incontro con Engels alla stesura del Manifesto, alla vigilia dei moti che sconvolgeranno l'Europa. In mezzo l'espulsione dalla Francia, le difficoltà economiche, i rapporti con Proudhon, le polemiche e la trasformazione della Lega dei Giusti. È un mondo cosmopolita, quello raccontato, in cui i personaggi fra loro parlano inglese, francese e tedesco. (…) Per motivi anche di costo, rimane un po' sullo sfondo la descrizione delle contraddizioni sociali da cui quei movimenti politici partivano, ma in compenso viene fuori un dato non secondario: l'idea di un Marx figlio del Romanticismo, personaggio ottocentesco calato nei moti profondi della sua epoca, a suo modo personaggio da romanzo, non solo analista e teorico, ma anche avventuriero visionario”.



La rivoluzione liberale (e in certi casi patriottica, come in Italia) esplose improvvisamente in Europa nei primi mesi del 1848. Marx era stato invitato a Parigi da un membro del governo provvisorio appena in tempo per evitare l'espulsione dal governo belga. Con la rivoluzione in corso in Austria e in Germania, Marx ritornò in Renania. A Colonia sostenne una politica di coalizione tra la classe operaia e la borghesia democratica, opponendosi per questo motivo alla nomina di candidati indipendenti dei lavoratori per l'Assemblea di Francoforte e schierandosi caparbiamente contro il programma di rivoluzione proletaria sostenuto dai leader dell'Unione dei lavoratori. Era d'accordo con il giudizio di Engels che il Manifesto del Partito Comunista doveva essere per il momento accantonato e la Lega comunista sciolta. Marx insistette sulla sua politica attraverso le pagine della Neue Rheinische Zeitung, appena fondata nel giugno del 1849, che sollecitava una democrazia costituzionale e la guerra contro la Russia. Quando il leader dell'Unione dei lavoratori, Andreas Gottschalk, fu arrestato, Marx ne prese il posto e organizzò il primo Congresso democratico della Renania nell'agosto del 1848. Intanto il re di Prussia aveva sciolto il parlamento di Berlino, Marx incitò alla resistenza armata, allora i liberali borghesi ritirarono il loro sostegno al suo giornale, e lui stesso fu incriminato per diverse accuse, incluso l’invito a non pagare le tasse. La giuria lo assolse all'unanimità, ma egli fu espulso come straniero il 16 maggio 1849.

Espulso anche da Parigi, Marx si recò a Londra nell'agosto del 1849. Sarebbe diventata la sua residenza per il resto della vita, ma il rapporto del pensatore tedesco con la capitale inglese fu molto contrastato e, per molto tempo, egli vi avrebbe vissuto isolato, infelice e povero.

3 commenti:

  1. Per la serie: un regalo che non aspettavi

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  2. Ho visto il film questa estate nel cortile di una scuola a Bolzano, c'erano un'infinità di lampi nel cielo minaccioso ma non ha piovuto, eravamo due gatti (Agosto), tra questi Lidia Menapace, che non riesce mai ad essere zitta,... una bellissima serata, Grazie per avermela ricordata e grazie per questo attento contributo.
    Stefano - Bolzano

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