In occasione del Darwin Day, che quest’anno celebra contemporaneamente il bicentenario della nascita del grande scienziato inglese (12 febbraio 1809) e il centocinquantesimo anniversario della Origine delle specie, il circolo UAAR di Venezia ha organizzato il primo Premio Nazionale per la Poesia Scientifica in lingua italiana, intitolato a Charles Darwin. La Giuria Tecnica, composta da Franco Ferrari (presidente della Giuria, circolo UAAR di Venezia), Piero Benedetti (doc. di Biologia Molecolare, Università di Padova), Daniele Del Giudice (scrittore), Riccardo Held (poeta e traduttore), Mario Messinis (musicologo), Gilberto Pizzamiglio (italianista), Antonio Alberto Semi (psicanalista, presidente dell’Ateneo Veneto), Maria Turchetto (docente di Storia del Pensiero Economico, Università “Ca’ Foscari” di Venezia, direttrice de L’Ateo) e Vittorio Pavon (segretario della Giuria, circolo UAAR di Venezia) ha selezionato 10 testi poetici inediti di argomento scientifico, affidandoli alla Giuria Popolare, formata dagli iscritti al circolo UAAR di Venezia, che ha stabilito i primi tre classificati.
La premiazione si è svolta ieri all’Ateneo Veneto della città lagunare, illuminata per l’occasione da un bellissimo sole e invasa dalle maschere del Carnevale. Popinga si è classificato primo, per i "raffinati giochi di parole, profondamente intellettuali, di argomento scientifico", con alcuni dei limerick umoristici pubblicati in un precedente articolo. Ne ricopio uno solo:
La banda di Valenza
Un branco di elettroni di valenza
aggredì un atomo nella sua residenza.
Catturati verso sera,
finirono in galera
e fu la fine della banda di Valenza.
Inutile dire la soddisfazione per un riconoscimento da me tanto ambito, sia perché la manifestazione è stata organizzata da un’associazione meritoria per la libertà di pensiero nel nostro disastrato paese (alla quale finalmente mi sono iscritto), sia perché questo blog è nato proprio per diffondere la conoscenza sulla poesia di argomento, autore o struttura scientifici (e/o umoristici).
Pubblico di seguito i lavori della seconda e della terza classificata (Maria Stefania Marello e Rina Pravisani), che mi hanno concesso gentilmente di riprodurre le loro poesie, che sono davvero belle.
RINA PRAVISANI:
Al bar della vita
Al Bar Vita questa sera si danza"
cosi riportava un biglietto non grande
attaccato alla porta:
"serata danzante dalle ore 21.
È d'obbligo un abito elegante.
A chi non ce l'ha ne verrà imprestato uno".
T leggeva piano,piano cercando di spostarsi un poco
per meglio mettere a fuoco.
Era un linfocita di una certa età e, purtroppo, la vista
(si sa) inizia a calare.
Era proprio un guaio per il lavoro che doveva fare!
T si sentiva sempre in tensione:
scoprire l'antigene giusto non era da poco, la cellula
si poteva risentire di fronte ad uno sbaglio;
mica mandava le proteine allo sbaraglio!
Mentre cosi ragionava ,T si guardò in un vetrino
li vicino... decise:
avrebbe danzato.
Chissà se poi, rilassato,
quell'espressione avvilita sarebbe sparita!
Entrò.
Il Bar Vita era affollato da cellule appoggiate al bancone
che sorseggiavano bevande misteriose e ingoiavano microbi a ripetizione!
T era single e timido e le occhiate provocanti delle femmine appoggiate,
nonché gli abiti dalle trasparenze esagerate,
lo fecero arrossire non poco...
poi pensò (serata eccezionale) che quello doveva essere un bel gioco!
La musica iniziava e il nostro amico la sentiva bene:
"Ciao,sono Irene e voglio danzar con te"
cosi gli si presentò una cellula carina porgendogli un mhc
e uno, e due, e tre
iniziarono a ballare.
Da linfocita rispettoso, T non fece vedere subito di cosa era capace,
poi, preso dal ritmo e dalla situazione, iniziò con complessi movimenti
a mandar proteine in ogni direzione...
e roteando a più non posso si ritrovò, sudato fino all'osso,
lontano da Irene che lo guardava dispiaciuta :
"Sarà per il prossimo antigene"
gli urlò per sovrastare la confusione.
Era una gentilezza, una convenzione, non vera costernazione
tant'è che ricominciò a danzare, cellula poco seria, con un linfocita
palestrato da poco entrato.
T si ricompose: aveva danzato, per quella sera si era stancato.
Uscì dal Bar , si specchiò nel vetrino lì vicino:
l'aria avvilita non era sparita
la cellula incontrata era quella sbagliata.
Ci avrebbe riprovato;
forse, chissà, ci sarebbe riuscito a trovare una cellula seria
con cui formare una sinapsi intelligente
finalmente!
MARIA STEFANIA MARELLO:
A Charles Darwin
Fu luce il tuo pensiero prepotente.
L'oscura trama ne fu illuminata,
vacillò l'antico mito della Storia
si sbriciolò il granito del creatore.
Da allora cambiò il secolo, il millennio,
ma ancora è ardua l'umiltà per accettare
l'origine comune e il fine ancora incerto
e in mezzo l'assenza degli dei.
Moto armonico
Scende e risale la stessa onda
la stessa voce senza parole, da ore,
da anni, dall'inizio del tempo,
sotto il sole o le stelle, col freddo
col caldo non smette, ripete:
è il cuore del mondo che pulsa
la vita che chiama dal nulla,
l'acqua che riempie gli spazi
è amore che colma l'assenza
divina e forza che arrotonda i sassi.
Dondola ancora sull'onda
la mia lacera vela consunta
issata su fragile barca corrosa,
che osa sfidare il fiato del tempo
che da brezza leggera com'era
si è fatto vento sempre più forte
e la piega, la spezza, la offre
all'ultima onda che se la porta
là, dove tutto è compiuto
e dove tutto da sempre ritorna.
Altro non resta che il saluto.
Preghiera atea
Anche se ho smesso di parlare
al cielo e al vento
di genuflettermi nelle chiese
di fare il segno della croce
e a Natale di fare il presepe
prego ancora qualche volta..
Ultimamente prego per la morte.
Fa che sia rapida! Imploro.
Rinuncio al paradiso
per un poco d'amore,
baratto la preghiera di un prete
per una mano che stringa la mia
e mi accompagni e poi ... e poi...
mi lasci andare.
Prego che tu sia felice
e che il ricordo di me
almeno una volta
guizzi nei tuoi pensieri
domani o dopo o altrove.
La premiazione si è svolta ieri all’Ateneo Veneto della città lagunare, illuminata per l’occasione da un bellissimo sole e invasa dalle maschere del Carnevale. Popinga si è classificato primo, per i "raffinati giochi di parole, profondamente intellettuali, di argomento scientifico", con alcuni dei limerick umoristici pubblicati in un precedente articolo. Ne ricopio uno solo:
La banda di Valenza
Un branco di elettroni di valenza
aggredì un atomo nella sua residenza.
Catturati verso sera,
finirono in galera
e fu la fine della banda di Valenza.
Inutile dire la soddisfazione per un riconoscimento da me tanto ambito, sia perché la manifestazione è stata organizzata da un’associazione meritoria per la libertà di pensiero nel nostro disastrato paese (alla quale finalmente mi sono iscritto), sia perché questo blog è nato proprio per diffondere la conoscenza sulla poesia di argomento, autore o struttura scientifici (e/o umoristici).
Pubblico di seguito i lavori della seconda e della terza classificata (Maria Stefania Marello e Rina Pravisani), che mi hanno concesso gentilmente di riprodurre le loro poesie, che sono davvero belle.
RINA PRAVISANI:
Al bar della vita
Al Bar Vita questa sera si danza"
cosi riportava un biglietto non grande
attaccato alla porta:
"serata danzante dalle ore 21.
È d'obbligo un abito elegante.
A chi non ce l'ha ne verrà imprestato uno".
T leggeva piano,piano cercando di spostarsi un poco
per meglio mettere a fuoco.
Era un linfocita di una certa età e, purtroppo, la vista
(si sa) inizia a calare.
Era proprio un guaio per il lavoro che doveva fare!
T si sentiva sempre in tensione:
scoprire l'antigene giusto non era da poco, la cellula
si poteva risentire di fronte ad uno sbaglio;
mica mandava le proteine allo sbaraglio!
Mentre cosi ragionava ,T si guardò in un vetrino
li vicino... decise:
avrebbe danzato.
Chissà se poi, rilassato,
quell'espressione avvilita sarebbe sparita!
Entrò.
Il Bar Vita era affollato da cellule appoggiate al bancone
che sorseggiavano bevande misteriose e ingoiavano microbi a ripetizione!
T era single e timido e le occhiate provocanti delle femmine appoggiate,
nonché gli abiti dalle trasparenze esagerate,
lo fecero arrossire non poco...
poi pensò (serata eccezionale) che quello doveva essere un bel gioco!
La musica iniziava e il nostro amico la sentiva bene:
"Ciao,sono Irene e voglio danzar con te"
cosi gli si presentò una cellula carina porgendogli un mhc
e uno, e due, e tre
iniziarono a ballare.
Da linfocita rispettoso, T non fece vedere subito di cosa era capace,
poi, preso dal ritmo e dalla situazione, iniziò con complessi movimenti
a mandar proteine in ogni direzione...
e roteando a più non posso si ritrovò, sudato fino all'osso,
lontano da Irene che lo guardava dispiaciuta :
"Sarà per il prossimo antigene"
gli urlò per sovrastare la confusione.
Era una gentilezza, una convenzione, non vera costernazione
tant'è che ricominciò a danzare, cellula poco seria, con un linfocita
palestrato da poco entrato.
T si ricompose: aveva danzato, per quella sera si era stancato.
Uscì dal Bar , si specchiò nel vetrino lì vicino:
l'aria avvilita non era sparita
la cellula incontrata era quella sbagliata.
Ci avrebbe riprovato;
forse, chissà, ci sarebbe riuscito a trovare una cellula seria
con cui formare una sinapsi intelligente
finalmente!
MARIA STEFANIA MARELLO:
A Charles Darwin
Fu luce il tuo pensiero prepotente.
L'oscura trama ne fu illuminata,
vacillò l'antico mito della Storia
si sbriciolò il granito del creatore.
Da allora cambiò il secolo, il millennio,
ma ancora è ardua l'umiltà per accettare
l'origine comune e il fine ancora incerto
e in mezzo l'assenza degli dei.
Moto armonico
Scende e risale la stessa onda
la stessa voce senza parole, da ore,
da anni, dall'inizio del tempo,
sotto il sole o le stelle, col freddo
col caldo non smette, ripete:
è il cuore del mondo che pulsa
la vita che chiama dal nulla,
l'acqua che riempie gli spazi
è amore che colma l'assenza
divina e forza che arrotonda i sassi.
Dondola ancora sull'onda
la mia lacera vela consunta
issata su fragile barca corrosa,
che osa sfidare il fiato del tempo
che da brezza leggera com'era
si è fatto vento sempre più forte
e la piega, la spezza, la offre
all'ultima onda che se la porta
là, dove tutto è compiuto
e dove tutto da sempre ritorna.
Altro non resta che il saluto.
Preghiera atea
Anche se ho smesso di parlare
al cielo e al vento
di genuflettermi nelle chiese
di fare il segno della croce
e a Natale di fare il presepe
prego ancora qualche volta..
Ultimamente prego per la morte.
Fa che sia rapida! Imploro.
Rinuncio al paradiso
per un poco d'amore,
baratto la preghiera di un prete
per una mano che stringa la mia
e mi accompagni e poi ... e poi...
mi lasci andare.
Prego che tu sia felice
e che il ricordo di me
almeno una volta
guizzi nei tuoi pensieri
domani o dopo o altrove.
Ciao! Nessun commento: oggi ti faccio solo un saluto. Sono Maria Stefania Marello, più famigliarmente detta stefania. Sabato non è stato possibile chiederti quale fosse il blog, ma è stato facile trovarlo. Complimenti anche per il blog. Eppure ho l'impressione di averti già visto, prima di sabato... Ciao e a presto
RispondiEliminaCiao Stefania. Non ho proprio idea di dove ci si possa essere visti. Qualche premiazione nel piacentino?
RispondiEliminaGrazie per i complimenti!
Anch'io nessun commento ma solo complimenti vivissimi... per i testi, per il premio, per il bel sito e soprattutto per l'originalità di un'idea non comune...
RispondiEliminaCiao e un grande in bocca al lupo. Pio.