La poesia sulle stelle cadenti di Giovanni Pascoli è una della più piagnucolose della sua produzione. Non dico che sia brutta o insincera, ma personalmente rifuggo dal patetico in cui ogni tanto amava ficcarsi il grande poeta romagnolo. Mi sono sentito così nel diritto di sottoporla ad un alcuni procedimenti oulipiani, cioè l’applicazione al testo di tecniche di elaborazione basate sulla contrainte, la costrizione formale autoimposta. Si tratta di esperimenti, per cui il risultato non può certo ambire al valore estetico, comunque conto sulla comprensione e la pazienza del lettore.
X agosto
San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Hai-kaizzazione
L’hai-kaizzazione è un procedimento inventato da Raymond Queneau che consiste nel prendere una poesia esistente e nel cancellarla, conservando soltanto le parti che rimano (non necessariamente ridotte a una sola parola) aggiungendovi una punteggiatura soggettiva: "Lungi dal lasciar cadere il senso dell’originale, – scrive Queneau – ne daranno al contrario, sembra, un luminoso elisir, al punto che ci si può chiedere se la parte trascurata non fosse pura ridondanza”. Nel caso di X agosto mi sono divertito ad aggiungere un titolo suggeritomi dalle parole superstiti
Un lungo mutuo ci attende
Tanto,
tranquilla,
gran pianto
sfavilla.
Tetto
tra i spini,
un insetto:
rondinini.
Tende
lontano,
attende,
piano.
Al nido
perdono:
un grido
in dono.
Casa romita,
vano,
immobile addita
lontano.
Poesia antònimica
La poesia antònimica è la tecnica di creazione poetica che consiste nel sostituire a ogni parola di una data poesia il suo antònimo, cioè la parola che ha significato opposto, per cui il verso montaliano Spesso il male di vivere ho incontrato diventa Mai dal bene di morire sono scappato oppure T’amo pio bove diventa T’odio empia vacca. Non si tratta di un mero plagio alla rovescia, perché il procedimento può offrire sequenze inaspettate e valide poeticamente. Volendo applicare lo spirito della contrainte anche alla data che fa da titolo alla poesia, ho considerato il giorno che cade esattamente un semestre dopo (o prima), con il relativo santo del calendario. L’intenzione di mantenere le rime ha ovviamente costretto a qualche compromesso sulla rigidità del metodo e a qualche inversione all’interno dei versi.
IX febbraio
Sant’Apollonia, lei ignora se povertà
di nubi sull’acqua corrusca
si placa e sale, se non piccola ilarità
nel convesso abisso s’offusca.
Andava un acaro allo scantinato:
lo rianimarono, s’alzo sui cuscini
non aveva tra le zampe un cordato:
l’astinenza d’altrui acarini.
Doman non è qui, non in gloria, ritira
questo leone dall’abisso adiacente
o il mio deserto è al sole, non rimira,
e mai ruggisce men che fortemente.
O una donna partiva dal periglio
la salvarono: pensò: maledetto;
o andò, nei chiusi denti un bisbiglio:
carpiva un fardello per dispetto.
Domani qui, fuor dalla via affollata
ti ignoreremo, ignoreremo con agio:
noi celeri, freddi, la direzione celata
dell’onere dal paese randagio.
O Abisso, dall’imo del paradiso
finito, perituro, colmo di pene,
ah! di polvere dissecchi senza sorriso
quel luminoso universo del Bene!
Inventario
La tecnica dell’inventario è stata introdotta da Jacques Bens e consiste nell’estrarre i sostantivi di una poesia (o gli aggettivi, o i verbi o gli avverbi). Si ottiene un elenco che può avere o no un senso, che può ricordare oppure no le immagini della poesia originaria. Secondo Bens “i risultati migliori vengono dai versi liberi (da quelli buoni, naturalmente). Suppongo che sia perché tutte le parole vi sono necessarie, sono tutte partecipi dello stesso universo chiuso su se stesso”. I sostantivi sono poi utilizzati con il solo ausilio degli articoli e delle preposizioni.
X agosto
San Lorenzo
stelle per l'aria
pianto
nel cielo.
Una rondine al tetto:
gli spini;
il becco, un insetto:
la cena, i rondinini.
Croce,
verme, il cielo;
nido nell'ombra.
Un uomo, il nido:
perdono;
gli occhi un grido:
bambole in dono.
La casa,
le bambole il cielo.
Cielo, i mondi
pianto di stelle
atomo del Male!
Bondizzazione
Un’evoluzione del procedimento precedente, di mia ideazione, consiste nel mantenere per ogni verso, se (e solo se) sono presenti insieme, un sostantivo e un aggettivo, secondo lo stile allo stesso tempo essenziale ed efferato delle composizioni (ché di poesie è arduo parlare) di Sandro Bondi. Quella sulla poesia di Giovanni Pascoli (mi perdoni il Poeta soprattutto per questo affronto finale) è la prima prova di bondizzazione. Il titolo è un auspicio.
Inatteso risveglio
Aria tranquilla,
gran pianto,
concavo cielo.
Verme lontano:
aperti occhi.
Casa romita,
cielo lontano,
atomo opaco!
Ma allora il Nobel a chi spetta a Bondi o Popinga?
RispondiElimina(naturalmente oltre a papiSilvio e Brunetta).
Il Nobel è cosa troppo seria per il primo Popinga che passa per strada. Però, se lo hanno preso Winston Churchill per la letteratura (sic)e Yassir Arafat e Henry Kissinger per la pace...
RispondiEliminaBeh Popinga, io sarebbe la terza volta che provo a mettere il commento qui, ma è che, o sono imbranata io, o sono imbranata io. E poi non è che poi sia così fondamentale il mio commento, a dire la verità. Però adesso mi si sono incaponita, e perciò fino a che non riesco a metterlo io me ne sto qui, col cavo incandescente e il cane che mi lecca gli "sgarletti".
RispondiEliminaComunque, alla fine spero che non vengano fuori 2000 commenti, che io volevo solo dire questo, ecco.
Non so che tipo di interpretazione possa essere, ma io mi sono divertita così:
titolo = TUTTA COLPA DI LORENZO
Lorenzo, perchè
l'aria
arde
nel cielo
Una rondine
cadde
nel becco
la cena
Come in croce
quel verme
che attende
sempre più piano
Un uomo
disse:
occhi
in dono
Ora là
in vano
addita
le bambole
E tu
immortale
lo inondi
del Male
Parafrasi = Lorenzo è tanto cattivo.
Popinga, sei tanto divertente, secondo me.
B, TVB.
RispondiEliminaOh ma grazie Popinga. Alla fine c'è, scusa ma io ti ho anche scritto. Però sono contenta. Adesso cerco di scherzare su B, TVB.
RispondiEliminaBasta, troppe volte basta.
Pop,
RispondiEliminasei un mostro!
ma sìì, di bravura :-)
Però il povero Pascoli... ma pur vero che in questa poesia un po' piagnucoloso lo è!
ciao.
complimenti anche a B! :)
g
Ciao, Pop. Queste "cose" mi divertono un mondo! Lo sai che mi cimento indegnamente a comporre qualcosa. A proposito, ti sei perso gli ultimi due componimenti dove tu sai.
RispondiEliminaMi è piaciuto in particolare l'esperimento della poesia antonimica.
Se riesco a trovare un po' di tempo, provo;)
A presto!
annarita
Haikaizzazione deriva dall'haikai giapponese un genere poetico di cui fa parte l'haiku, la poesia breve giapponese composta nelle versioni occidentali da tre righe con 5, 7 e 5 sillabe rispettivamente. Ho fatto del mio meglio:
RispondiEliminaNotte d'Agosto
piccoli di rondine
aspettano invano
Fabristol, all'haiku avevo dedicato un articolo: http://keespopinga.blogspot.com/2009/05/qualche-haiku-scientifico.html La tua haikaizzazzione è assai carina e rispettosa dello spirito nipponico: si apre proprio con il riferimento stagionale. Una domanda ispirata da un tuo recente post sul sardo: che ne dici di trasformare l'ultimo verso in "invano aspettano"? :)
RispondiEliminaE mi piace l'idea che l'articolo sul X agosto abbia risvegliato l'indole di chi mi legge, trasformando questo commentario in una palestra di manipolazioni poetiche. Ci provo anch'io con l'haiku:
Cadon stelline:
papi con le bambole
in un complotto.
Matre, matre.
RispondiEliminaMi fai quasi paura.
Sei un vulcano. Un grande.
Non ho le capacità per commentare diversaemnte e manifestarti la mia ammirazione.
Ciao,
Rf
Io lo so perchè
RispondiEliminail suo nido è nell'ombra:
male bambole
Non lo so se è corretto.
Mi pare di sì. Male=Cattive?
RispondiEliminaNon rispondermi subito che tanto vado a letto a leggere Vuoto assoluto di Stanislaw Lem. Buona notte, B.
Nel caso ti sia sorto il dubbio, preciso che B. (anonimo) non sono io. Sarò perfida, ma qualcosa mi dice che si tratti dell'ennesimo "alter ego" di Zeb. :-)
RispondiEliminaCiao.
LPN
No, Perfida, non è Zeb. B. è un'amica dell'Accalappiacani. Lo stile "emiliano" può ingannare, ma di là scriviamo così un po' tutti. Mai fatto visita?
RispondiEliminaS'avit datt? C'sa zaintra me?
RispondiEliminaNiente, Zeb: come ho detto a LPN, stavolta tu non c'entri. Gli è che stai diventando famoso. E' lo scotto che si deve pagare alla celebrità! :-)
RispondiEliminaAh, beh... ma se è scotto, io non lo magno, sia ben chiaro...
RispondiEliminaGrazie della precisazione. Sì, avevo già fatto una capatina sull'Accalappiacani, ma mi è sembrato un dialogo fra amici, mi sono sentita un'intrusa e mi sono ritirata in punta di piedi. Visto però l'invito diretto, penso che ritornerò.
RispondiEliminaCiao
LPN