Il 16 maggio 1960, cinquant’anni fa, Theodore Harold Maiman, fisico e ingegnere elettronico degli Hudghes Research Laboratories di Malibù (California), realizzò il primo laser funzionante. In realtà il laser ha molti padri, a partire da Albert Einstein che nel 1917 enunciò per primo il fenomeno dell’emissione stimolata, attraverso le ricerche di numerosi gruppi fisici in tutto il mondo tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso.
La ricorrenza è stata celebrata da molte organizzazioni e dai principali media scientifici. Segnalo ad esempio il numero monografico di maggio di Physics World Magazine, scaricabile gratuitamente (solo in questa occasione!) dal sito della rivista, oppure il focus di notizie dedicato alle prospettive del utilizzo del laser nel numero del 14 maggio di Science Magazine, la rivista cartacea e online dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS). Proprio oggi la pagina dell’AAAS su Facebook segnala una poesiola scherzosa che è possibile trovare sul sito di PhD Comics (la sigla sta per Piled Higher and Deeper!), il fumetto che Jorge Cham, oggi ricercatore al Caltech, dedica alla vita universitaria (o alla sua mancanza). Ho provato ad adattarla nella lingua di Dante:
Questa settimana il laser ne fa cinquanta:
un importante ricorrenza per davvero!
Ma chi sviluppò questa tecnica che incanta?
La risposta è ancora avvolta nel mistero…
Fu forse Ted Maiman che con un rubino
costruì il primo laser funzionante?
O Townes e Schawlow che un mattino
scrissero l’articolo determinante?
O Basov e Prokhorov che alacremente
faticarono nell’accademica oscurità?
O fu Gordon Gould (eventualmente)
che ebbe poi brevetti e celebrità?
Forse dovremmo Einstein ringraziare
di aver avuto l’originale intuizione:
“Un’alba splendida si sta per levare”
scrisse scoprendo la stimolata emissione.
Raggi monocromatici e meravigliosi
di luce coerente in fase e frequenza,
la gente crede che la vostra apoteosi
siano le spade luminose della fantascienza,
invece voi ci siete nella vita d'ogni dì,
dai codici a barre ai puntatori ai DVD.
Si dice che il vostro contributo senza pari
sia studiare le stelle e le strutture molecolari,
ma poiché tutto nelle telecomunicazioni
è collegato da fibre ottiche e riflessioni
è meglio non scordare che ci siete:
senza laser, non ci sarebbe la rete!
troppo carinaa :-)
RispondiEliminagrazie per l'"adattamento"!
e... viva Einstein eh! :D
g
Questa ode e un'altra carducciana hanno in comune l'esaltazione di prodigi della scienza e della tecnica, che diventano simboli della modernità e della ragione.
RispondiEliminaOttima lirica e ottima traduzione.
RispondiEliminaPhD Comics una volta lo leggevo ma è troppo per addetti ai lavori. Come xkcd di ieri che se non sei 'merigano 100% non hai speranze; a meno che Popinga o Enrico non te lo traducano ;-)
Ode a quei nomi sacrosanti e all'efficace traduzione popinghiana. Vorrei ricordare in questa prestigiosa ricorrenza il contributo di Goldrake, di Superman e del Grande Mazinga, che salvando innumerevoli volte l'umanità hanno reso popolare il raggio laser nella fantasia dei bambini di mezzo mondo, anche se l'alabarda spaziale pure aveva il suo perché.
RispondiEliminaProfeta: parole sante. Ricordo anche, per i più grandicelli, il raggio laser che doveva tagliare in due James Bond legato a una lastra d'oro in Operazione Goldfinger (pochi anni dopo l'esperimento di Maiman).
RispondiEliminaJuhan: qui la risposta.
...e Colapesce: nelle facoltà di scienze hard (non in quelle dei biologi mollaccioni o dei letterati degenerati) c'è sempre uno spirito di grande fiducia nelle magnifiche sorti e progressive
RispondiElimina...pare sia vero, Popinga, almeno fino a quando non gli scade il contratto. ;)
RispondiEliminaE ciò vale, nondimeno, per quei debosciati di biologi e letterati, almeno così si dice in giro...
benedetto dunque il laser sia
RispondiEliminapur se pur'esso sparirà tuttavia
Aitan: tutto è transeunte, anche dio, del quale è da un po' di tempo che si dice sia morto. Ho girovagato tra i tuoi blog e siti personali: belli e intelligenti. Consiglio la visita anche ai miei pochi lettori.
RispondiElimina@ Pop
RispondiEliminaNo dio non si fa vedere tanto in giro perché è impegnato a proteggere i protettori di preti pedofili, impresa ardua anche per lui.
Il distico aitaniano potrebbe essere usato come giaculatoria laico/scientifica?
E grazie per la dritta di ieri anche se, secondo me, Randall quando non ci viene l'ispirassione potrebbe lasciar perdere.
Ma oggi è un giorno di festa: cinque di fila, con la Giuve a zero tituli!
Juhan, a te, da torinista, importa la Goeba. Io, da nerazzurro segnalo ai cugini milanisti, oltre al quinto scudetto consecutivo, il fatto di non essere mai stato in serie B. Per tutti: zero tituli!
RispondiEliminaTornando a noi, in effetti un dio di successo c'è: ha i capelli fatti di spaghetti e ha creato il mondo mentre gli evoluzionisti erano distratti.
RAmen. Non sapevo che Nostro Signore il Prodigioso, sempre lodato sia il Suo Pastoso Nome, avesse toccato anche te.
RispondiEliminaBeh, toccato è una parola grossa, non è mica un prete.
RispondiEliminaSe hai bisogno di una versione ristretta della Summa Theologica Pastafariana io ci sono. Per intanto sappi che mi riferivo al tocco di una o più delle Pappardellose Appendici che lungi dall'essere paragonabili alle lascività di preti, monsignori, vescovi, fanzaghi, messori, appadreppii e sindonisti sono apportatrici del Vero Kharma (TM, l'ho appena inventato).
RispondiEliminaViva la Pasta, RAmen.
Molto meglio della mia traduzione!
RispondiEliminaGianluigi, la tua è una traduzione, il mio un adattamento, nato con scopi diversi e con più tempo a disposizione. :-)
RispondiEliminaApprofitto del blog per ricordare a Dio che ho sempre quelle due birre in frigo per l'occasione; volesse palesarsi avremmo di che discutere. Ma ormai lo aspetto da quarant'anni, quasi quarantuno. Si sarà mica perso?
RispondiEliminaNautilus: le ultime notizie lo danno nello staff di Berlusconi.
RispondiEliminaAdesso è tutto chiaro: erano anni che mi chiedevo dove Billy Idol avesse tratto l'ispirazione per comporre il pezzo Plastic Jesus. Pop, forse è meglio che quelle birre ce le scoliamo io e te.
RispondiEliminaInfatti. Sei già invitato chez-moi.
RispondiEliminaGrandissimo onore, quando vuoi!
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