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lunedì 20 febbraio 2012

L’Archimede di Campanile

Il grande umorista Achille Campanile (1899-1977) fu assai prolifico di scritti, che troviamo dispersi qua e là nella stampa italiana. Nel numero 11 (marzo-aprile 2003) de Il Caffè illustrato, la bella rivista diretta da Walter Pedullà, troviamo alcune riflessioni biografiche che il nostro pubblicò su Il Tempo di Roma, tra le quali questa, su Archimede:

Che strano tipo era Archimede! Volle che sulla sua tomba fosse messo, invece d’un epigrafe, il disegno d’una sfera, col cilindro circoscritto e il rapporto 2/3: la sua grande scoperta, la determinazione del volume e dell’area d’una sfera.

È commovente quest’attaccamento a un teorema di geometria. Rivela come ci possa essere poesia anche nelle aride formule e nei calcoli.

Archimede era attaccato a questa sua scoperta. Ci ripensava ogni tanto. Essa s’identificava con la sua giovinezza. Le opere migliori, anche se fatte in tarda età, rappresentano la giovinezza per l’Autore. E in quella sfera circoscritta da un cilindro, Archimede vedeva i suoi anni migliori, quelli delle dolce illusioni, delle care speranze, dei palpiti ardenti: la felicità. E la volle incisa sula sua tomba.

Archimede era uno di quegli uomini che nascono col destino della popolarità. Popolari, si può dire, dalla nascita. Senza volerlo, tutto quello che fanno serve a renderli più popolari. Basti dire che scappò nudo dal bagno per le vie di Siracusa, non per far parlare di sé, ma unicamente perché aveva risolto il problema del peso dei solidi nei liquidi. Quella fuga in costume adamitico per le vie cittadine giovò alla sua popolarità più che la determinazione del volume d’una sfera, che gli era costata tanti anni di studio. E ancora se ne parla. Come della mela di Newton che è più celebre della sua scoperta.

Vero è che, da quella volta, Archimede, per alcune vecchie e degne signore di Siracusa, fu soltanto «quello sporcaccione».

3 commenti:

  1. Sai una cosa: conosco Campanile e mi piace. Lo leggevo tanto tempo fa e certe cose sono memorabili come "Gli asparagi e l'immortalità dell'anima" (alla fine si scopre che non ci sono legami evidenti) o quella di Galileo che annuncia al granduca "Sire ho scoperto che la Terra si muove" "o bella! e come?" "col pendolo" "colpendolo con cosa?" "col pendolo" "si ma colpendolo con cosa?" ...
    Questo mi piace di meno per due motivi: 1) il rapporto dei volumi senza il calcolo integrale e 2) Archimede è uno dei miei miti (come Galileo, del resto). Archimede viene trattato molto meglio da Terry Pratchett in "Piccoli dei" (Small Gods) che consiglio caldamente.

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    1. sai una roba: ho sbagliato la traduzione, in italiano è Tartarughe Volanti.

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  2. Lo sapevo che erano le tartarughe...

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