Maria Rosaria Gallo è un’amica artista, gallerista, promotrice di eventi culturali e artistici, con la quale ho condiviso un paio di piccole ma gloriose avventure intellettuali. È tra le animatrici di Pramantha Arteteca e Pramantha Contemporary Art Gallery, che operano tra la Calabria e il mondo intero per promuovere cultura, bellezza e conoscenza. Durante l’estate si trovava per lavoro a Vilnius, in Lituania, e ha trovato il tempo per raccogliere alcune cose che aveva scritto, buttandone giù anche delle nuove. Me ne ha inviata una, che mi ha subito colpito per il gusto leggero del gioco di parole e il ritmo ripetuto da filastrocca, o da mantra, come dice lei:
Il mantra della t
Note aggiungendo una t si fa notte
Brute aggiungendo una t si fa brutte
Fate aggiungendo una t si fa fatte
Notte brutte fatte
Note brute fate
Peto aggiungendo una t si fa petto
Culo aggiungendo una t si fa culto
Sano aggiungendo una t si fa santo
Petto culto santo
Peto culo sano
Visa aggiungendo una t si fa vista
Casa aggiungendo una t si fa casta
Posa aggiungendo una t si fa posta
Vista casta posta
Visa casa posa
Mano se aggiungo la t si fa manto
Paro se aggiungo la t si fa parto
More se aggiungo la t si fa morte
Mare se aggiungo la t si fa Marte
Manto parto morte Marte
Mano paro more mare.
Non si tratta ovviamente di versi scritti per attingere ai mondi iperuranici o per redimere il mondo dal dolore. Si tratta di gradevole scrittura venata di nonsense, che mi ha ricordato certe opere anglosassoni o, per restare qui da noi, di Giulia Niccolai. Ho chiesto allora a Maria Rosaria di farmi conoscere altre sue composizioni, che abbiamo poi deciso di condividere qui su Popinga. Mi è piaciuta particolarmente l’ultima, Sbatto, dal ritmo hip-hop e invito ad affermare nonostante le difficoltà il proprio essere e le proprie idee, oggi quanto mai necessario in una realtà sociale avvolta dal torpore e pervasa dalla rassegnazione.
Oh Cara! (Inno alla buone maniere)
Oh Cara cara mia
Caramente cupa e pia
Oh cara cara sei
Cordialmente tu e lei
Oh Cara perchennò!
Io tu mimì e cocò.
Oh Cara stai da sballo
Farai impazzire pinco pallo
Oh cara stammi bene
Chiaramente senza pene
Oh cara: see you soon
Alla prossima Blue moon.
Il Don del Din don dan
Don din dan, Din don dan
Din don dan, Dan din don
Se lo dice don Armando
Sai bene dove e quando
Se lo dice don Antonio
Non hai paura del demonio
Se l'assicura don Giuseppe
Ti ritrovi tra le steppe
Se la racconta don Adamo
Non resisti più al richiamo
Don din dan, Din don dan
Din don dan, Dan din don
Se t'ascolta don Luigi
È la fine dei litigi
Se t'assolve don Francesco
Ti risparmi pure il fresco
Ma se leggi donnu Pantu
Tutto è chiaro per incanto
E se ad offrire è Don Vito
Non rifiuti con il dito
Don din dan, Din don dan
Din don dan, Dan din don
Di don ce ne son tanti e suonan le campane
Segui quel che più ti piace e sono aperte le dogane.
Italia
Italia che ammalia
Italia che bella!
Il sole la cuoce
in una padella
Italia stagioni
Italia splendore
La pioggia l'inonda
lava l'ardore
Italia che danza
Italia che sagra
Il buio è alle porte
non vedi che è magra
Italia che esiste
Italia che assente
L'aurora che s'alza
brucia il presente
Sbatto
Perso nei pensieri io
Sbatto
Gemito urlo e me ne
Fotto
Angoli di casa angusti ad uno
Scimmio
Li so li prendo non li vedo e
Bestemmio
Da seduto resto fermo ma mi
Manca
Quella porta che m'aspetta dentro
L'anca
Tutto viene dal sentire nello
Spazio
L'urto corpo-mente e mi
Sazio
Sbatto in alto sbatto in basso sbatto
Ovunque
La legge delle stelle geometra
Chiunque
Tutto è chiuso tutto è aperto io
Sento
Demolisco i confini e non mi
Pento
Eppure sbatto.
Pulsante nei pensieri io
Sbatto
Grido barcollo e me ne
Fotto