mercoledì 8 marzo 2023

In Europa cova il fuoco

 


«Sento odore di guerra». «E io di primavera,
la terra che formicola, Signore, sotto la neve. Sgela».
«Appena via la neve si scatena l’inferno».
«Monsieur, mentre lo dite, non sembrate toccato».
«Atarassia? O Crisippo, sarebbe bello. Ma ti fidi tu
di questa natalizia pace e quiete? Quando fu l’Europa
mai il grembo di Abramo? Nei miei lunghi viaggi
sui muri dei granai ho visto i segni. Già l’inverno puzzava
di polvere da sparo. La bestia s’avvicina.
Solo io sono qui a morir di freddo». «Non vi state ammalando?»

«In Austria, in Boemia ed in Polonia pareva l’orizzonte 
                                                      sigillato da un solo cielo grigio.
Fremeva soltanto dove in lontananza era punto dal campanile.
Sapeva il vino dell’incoronazione d’amara medicina,
puzza la selvaggina, ed ammuffito il pane.
A Danzica, agli scacchi, mi presero la dama non so come.
A Praga mi gridò un nano malvagio: brutto cattolico!
Sulle strade fango, movimento - passano truppe e truppe.
C’era una donna a Vienna che mi fece il malocchio.
Era ovunque, metalliche le sue scaglie di drago,

il dio delle battaglie. Affusti, asce, cuoio di corazze.
E un rimestio, un rumore per le campagne e i boschi.
E barconi e argini di tronchi, ogni fiume e torrente
largo abbastanza chiama fanteria, con lance dritte in piedi.
Ovunque salmerie e staffette a cavallo. Al vederle era chiaro:
qualcosa sta accadendo nelle terre romane».
Mi spaventate. Che ci faccio io qui?» «Questo buco è protetto.
E l’inverno è nemico della guerra.
non busserà alla porta prima che il merlo canti».
«Voi pensate sul serio di raggiunger l’esercito?»
Era contrito. Ancora così tronfio a San Martino -
ora, appena sfornato, l’io si affloscia.
Odia la luna piena e, con la febbre, va a coricarsi presto,
È come sempre quasi mezzodì quando Descartes si alza.
Si rade e dallo specchio la sua faccia gli dà del perdigiorno.
Lui rimbecca: che il diavolo ti porti... Vuoto davanti
ma già con le righe, già predisposti gli x, y, z -
incognite alle variabili di ogni nuova equazione.
Il futuro è un alfiere che galoppa.
Che gli importa la guerra ? Non varca la sua soglia!

«E cos’altro sapete?» «Scusami, ero distratto -
su che, Gillot ?» «La vostra guerra: ma verrà in Germania?»
«Sarà tremenda - e soprattutto qui».
«Sembra che sotto sotto vi rallegri».
«S’inganna chi si culla in sicurezze, la guerra ti trascina.
E non rimane mai pietra su pietra.
Il raccolto che brucia, città e campi sommersi.
Coi pifferi e le trombe si desta nell’infante l’istinto primordiale,
l’ha nel sangue la guerra: e un passatempo. Aspetta, non c’è dubbio:
o contro o pro si prende poi partito».

Cova il fuoco in Europa. Vien buio. Il fumo sale
dal lacerato panno sull’altare. Introitus... Finito il medioevo.
Miserabile ciò che dall’infanzia, non appena ragiona
porta con sé un cristiano, in quella sua coscienza
di sedotto, provato, sovvertito: una pappa il cervello
in cui su questa terra va guadando. E che profano è il cuore,
questo lacchè della sua carne debole.
Gerusalemme e Wittenberg, San Pietro e Notre Dame -
la rosa gira. Cigola la guerra, macchina per far soldi.
E all’empio sopravvive la vergogna.

«Guarda là. Ruggine. E mozziconi orridi, come fossero ossa.
La fiamma lecca e strappa quell’umida corteccia.
Cova e fuma dapprima, poi avvampa e crepita,
proprio come gli spari, a tradimento. Da ogni lato all’assalto:
questo regno di Cristo vien spartito, gli si scava la tomba.
Violenza al calor bianco: di ben dura moneta si ripaga
ciò ch’era focolare e amor del prossimo.
Il fuoco abbaglia, mangia l’intelletto.
La guerra paga, salario e onori attendono
chi salta in piedi e appicca il fuoco in grande».

da Della neve, ovvero Cartesio in Germania, di Durs Grünbein, traduzione di Anna Maria Cappi, Einaudi, Torino, 2005


René Descartes trascorse l’inverno tra il 1619 e il 1620 in Germania come soldato a proprie spese (“gentiluomo volontario”) al servizio del Duca di Baviera. Era in corso dal 1618 la Guerra dei Trent’anni. Rimase per mesi bloccato dai rigori stagionali in una confortevole casa ben riscaldata, probabilmente a Neuburg an der Donau, nel nord della Baviera, assieme al suo maggiordomo Gillot. Fu in questa località che iniziò a fissare i principi del suo "sistema", osservando come il sapere delle scuole risultasse meno vicino alla verità' di quanto non lo fossero "i semplici ragionamenti che può fare spontaneamente un uomo di buon senso riguardo alle cose che si offrono alla sua attenzione". Fu allora che decise di sbarazzarsi di tutte le nozioni acquisite, con l'intenzione di recuperarle eventualmente solo dopo "averle controllate e ordinate secondo le esigenze della ragione". Spirito dei tempi, questo sistema “razionale” gli sarebbe stato ispirato da un sogno. In primavera la Guerra riprese con tutto il suo portato di violenza, morte e distruzione.

martedì 7 marzo 2023

Quale mare? - Steccato di Cutro 26 febbraio 2023



Quale mare?

Da molto tempo da molto ma non so più da quanto tempo
la morte s’è complicata sfruttando la mia confusione
s’è fatta chiamare mare forse soltanto per vantarsi
allontanando i momenti deviandoli incessantemente
in altri momenti spersi sulla grande contraffazione
se le onde seguitano a mentire ma sempre dormendo
sopra un mare tempestato di schiuma di colpo avariata
la morte si fa chiamare mare ma per approfittarne.

Toti Scialoja, da Poesie 1979-1998, Prefazione di G. Raboni, Milano, Garzanti, 2002.

In memoria delle vittime del Mediterraneo e dell’egoismo europeo.

martedì 7 febbraio 2023

Nat Tate: una creatura di carta da Sotheby’s

 


Nel 1998 la 21 Publishing, la casa editrice fondata da David Bowie, pubblicò una raffinata monografia scritta dallo scrittore e sceneggiatore britannico William Boyd dedicata a un pittore sconosciuto alla comunità artistica internazionale: Nat Tate. Corredata da foto del pittore e da immagini di suoi disegni, la monografia ricostruiva la breve e tragica esistenza di un artista di cui, in apparenza, non rimanevano che esili tracce. Al momento del lancio del romanzo, Boyd in qualche modo incoraggiò la convinzione che Tate fosse davvero esistito."Nat Tate" è una combinazione dei nomi di due gallerie d'arte londinesi, la National Gallery e la Tate Gallery. Boyd e i suoi “complici” (tra i quali Gore Vidal, lo stesso Bowie e John Richardson, biografo di Picasso) tentarono di convincere le élite artistiche e sociali di New York che la reputazione di questo influente espressionista astratto doveva essere rivalutata.

Tate sarebbe nato nel New Jersey nel 1928, rimase orfano all’età di otto anni e fu adottato da una ricca coppia di Long Island presso i quali la madre, morta in un incidente, lavorava come domestica. Mostrò presto un grande talento per la pittura e i genitori adottivi gli pagarono gli studi presso una scuola d’arte. Frequentò poi l’ambiente del Greenwich Village, dove riscosse un certo successo come giovane esponente dell’Espressionismo astratto. Tate divenne una figura rispettata, anche se minore, della scena artistica di New York, apprezzata dai suoi coetanei, anche se alquanto oscura al grande pubblico. Un motivo ricorrente nelle sue opere era la rappresentazione dei ponti. L’abuso di alcol, tuttavia, e il fatale incontro con due geni della pittura, Pablo Picasso e George Braque, conosciuti entrambi in Francia nel 1959 nel suo unico viaggio all’estero, durante il quale ebbe anche una fugace relazione con Peggy Guggenheim, lo gettarono in una profonda prostrazione. Tate cominciò a dubitare del suo talento, cercò di ricomprare i suoi quadri per “correggerli” e, durante un fine settimana in cui cadde preda della più cupa disperazione, diede fuoco alla quasi totalità delle sue opere. Il 12 gennaio 1960 si suicidò gettandosi da un traghetto nelle acque del fiume Hudson. Il suo corpo non fu mai trovato.

La monografia ebbe subito una vasta risonanza sulle pagine culturali dei giornali e sulle riviste d’arte anglosassoni. Il primo di aprile del 1998 David Bowie organizzò un party per la presentazione del libro a Manhattan, nello studio dell’artista pop Jeff Koons, dove accorsero gli esponenti più in vista del mondo dell’arte newyorchese. Durante l’avvenimento, Vidal e Richardson raccontarono falsi aneddoti per dare credibilità alla burla. Fin qui non c’è nulla di strano e siamo in un campo prettamente letterario e artistico. Esistono centinaia di false biografie di personaggi di ogni tipo, magari in parte basate su dati reali.

Circa una settimana dopo, il giornalista David Lister riferì su The Independent che "alcuni dei più grandi nomi del mondo dell'arte sono stati vittime di una bufala letteraria", e la storia fu ripresa da altri giornali, incluso il New York Times. Lister scrisse che nessuno con cui aveva parlato sosteneva di conoscere bene Tate, ma nessuno disse di non aver sentito parlare di lui. Affermò di aver annusato qualcosa di sospetto dal momento che sembrava essere l'unica persona nella stanza che non aveva mai sentito parlare di Tate. I suoi sospetti furono confermati quando scoprì che nessuna delle gallerie menzionate nel libro esisteva realmente.

In realtà, sembra che pochi si siano fatti ingannare e la maggior parte dei grandi nomi del mondo dell'arte (tra cui artisti, collezionisti, storici dell'arte, mercanti d'arte, scrittori e editori di riviste letterarie) presto si resero conto che Nat Tate era un’invenzione e che erano stati vittime di una elaborata burla. Sembra che alcuni dei quadri presenti nel libro fossero stati dipinti da Boyd stesso e la burla era resa più credibile dalla presentazione di Gore Vidal scritta sulla quarta di copertina. Inoltre, le fotografie di Nat Tate che compaiono nella "biografia" sono di persone sconosciute della collezione fotografica di Boyd. Il libro è stato pubblicato anche in Italia da Neri Pozza nel 2020 con la traduzione di Laura Prandino.


La falsa biografia, una burla, diventò una vera bufala il 10 novembre 2011, quando venne battuto all’asta da
Sotheby’s, con grande eco, un disegno dell’artista: Bridge no. 114. L'offerta vincente per il dipinto era di 7.250 sterline, ben al di sopra del prezzo previsto. L'acquirente in seguito si rivelò essere il personaggio televisivo inglese Anthony McPartlin. Il denaro fu donato all'Istituto di beneficenza generale degli artisti.

sabato 14 gennaio 2023

Carnevale della Matematica n. 165

 



Benvenuti al Carnevale della Matematica numero 165, il primo del 2023, che ritorna dopo una piccola pausa dicembrina dovuta a motivi che posso così riassumere:

 

Dioniso

Il 165 si fattorizza come 3 x 5 x 11, che dà, nella poesia gaussiana, il verso “il merlo tra i cespugli all’alba”. Flavio Ubaldini, in arte Dioniso, ha provveduto, com’è ormai tradizione, a inviare la cellula melodica, che mi sembra ancor più bella del solito.

Di Flavio, matematico, musicista e scrittore con interessi filosofici, ricordo che è uscito per Scienza Express un romanzo-saggio su Zenone di Elea assolutamente da leggere, con un finale a sorpresa: Il mistero della discesa infinita.

I divisori di 165 sono 1, 3, 5, 11, 15, 33, 55, 165. Si tratta di un numero difettivo, perché la somma dei divisori propri (123) è più piccola del numero stesso. Si tratta anche di un numero tetraedrico. In base 2 è 10100101, perciò è palindromo. Siccome esiste un triangolo rettangolo con lati razionali di area 165, è un numero congruente. Fa anche parte di molte terne pitagoriche, in una delle quali rappresenta l’ipotenusa (99, 132, 165).

Fuori dalla matematica, 165 è la massa atomica (arrotondata) dell’unico isotopo dell’elemento lantanide Olmio (165Ho), una terra rara molto magnetica, e il numero degli scudetti finora vinti dalla Juventus secondo la sua (ex) dirigenza.

Il tema scelto per questo Carnevale, discontinuità, è un riferimento scherzoso al fatto che esso riprende dopo la pausa di dicembre, ma non sfugge al vostro curatore che non è la prima volta che capita e, soprattutto, che, in una serie di numeri naturali, la discontinuità è la regola, non un’eccezione.

Annalisa Santi

L’indefettibile Annalisa Santi mi risparmia l’introduzione sull’argomento, con il suo articolo su Matetango Discontinuità, un mondo da scoprire, che inizia con una carrellata di discontinuità legate a vari aspetti o problematiche sia di vita che scientifiche e si conclude con le discontinuità delle funzioni in analisi matematica, viste attraverso il percorso storico che ha portato alla loro determinazione. Aggiungo solo, per gli appassionati di filosofia, che la discontinuità «intesa come cambiamento continuo, come continuità in movimento» è uno dei capisaldi dell’analisi storica e culturale di Michel Foucault.


Leonardo Petrillo

Su Scienza e Musica, Leonardo si occupa della figura di uno straordinario matematico, fisico e linguista tedesco, Hermann Günther Grassmann, dalla biografia molto interessante e sorprendente, dato che egli non ricevette mai un'educazione universitaria in ambito matematico, ma ideò nozioni a dir poco essenziali per la matematica moderna. La seconda parte del post è focalizzata sul fondamentale concetto di variabile (o numero) di Grassmann, utilissimo in teoria quantistica dei campi per la definizione degli integrali funzionali per i fermioni, ma pure strettamente legato all'affascinante concetto di supersimmetria.

Rudi Matematici

Piotr R. Silverbrahms invia i contributi dei Rudi Matematici, partendo da quelli che avrebbero dovuto comparire in dicembre. I post del mese perduto sono solo tre: Re e Cavallo che è un indovinellino, Vibrisse per Borges, che è la solita soluzione al quiz di “Le Scienze”, e infine il compleanno di Jacques Hadamard.

Relativamente ai post ufficiali del periodo canonico, troviamo:

Il capitolo inesistente, che è un Paraphernalia Mathematica, insomma uno degli articoli di divulgazione matematica che scrive il nume tutelare di RM. Il titolo misterioso fa riferimento a un capitolo mancante dal loro primo libro, “Rudi Simmetrie”, capitolo che avrebbe potuto parlare di quanto si narra nel post stesso. Invece, Le Rane Galanti è un post che rientra nella tipologia dei “vecchi classici della matematica ricreativa”. Insomma, si tratta di problema “rubato” a Dudeney. Cinque passi avanti è il post ufficiale di soluzione all’omonimo quiz pubblicato su “Le Scienze” nel mese di dicembre. A dirla tutta, anche questo problema – vergognosamente difficile – è stato “rubato”: a Conway, in questo caso.

Esaflexagoni è il titolo breve di un post dal titolo lunghissimo (rubato anche il titolo: forse a Woody Allen, ma probabilmente ancor prima a qualche editore lungimirante) che torna parlare di quei misteriosi oggetti di carta - gli esaflexagoni appunto - che hanno l’immortale merito di essere stati i protagonisti del primissimo articolo di matematica di Martin Gardner. Il post relativo al Calendario 2023 di RM è fresco fresco, visto che il Calendario 2023 di Rudi Mathematici è stato rilasciato solo il 10 gennaio. La sola idea che qualcuno non sappia cosa sia il “Calendario di Rudi Mathematici” li offenderebbe a morte, quindi non parleremo oltre.


Roberto Zanasi


Il contributo di Roberto Zanasi è dantesco, e parte dall’episodio di Pier delle Vigne (Inferno, canto XIII) per parlare di figure retoriche, crittografia asimmetrica (protocollo Diffie-Hellman) e funzioni quasi periodiche. Un solo articolo, ma pieno di cose interessanti.

Maurizio Codogno (.mau.)

Maurizio Codogno, ideatore del Carnevale, è come al solito prolifico. Sui suoi “archivi,” c'è Enjoy e i 0,29 cent/minuto, dove si vede come Enjoy, che affitta autovetture, ha dei problemi con i numeri decimali, probabilmente per una accurata scelta di marketing (e conoscenza dei suoi polli).

Per Notiziole, Un'altra mnemonica per pi greco, contiene una frase che non conoscevo per ricordare le prime cifre decimali di pi greco; Studiare Wordle matematicamente, si occupa di alcune statistiche su Wordle e su come si può migliorare la casualità delle parole; Invece, Primel è una variante di Wordle dove si cerca di trovare un numero primo.

Per la rubrica “Povera matematica”, Lo "scontrino medio" non ci dice nulla spiega per l'ennesima volta che media e mediana sono due numeri diversi che misurano cose diverse e si usano per cose diverse. In Riduzioni in negativo, scoprirete che andando più piano ci si mette meno tempo.



MaddMaths!

Roberto Natalini invia i contributi di MaddMaths!. Il primo è Cambiare l’insegnamento della matematica? L’importanza di rifletterci, ascoltando il mondo della scuola e della ricerca. Ispirato dalle recenti, improvvide uscite ministeriali, ma frutto di una riflessione in corso da tempo, Pietro Di Martino e Roberto Natalini propongono alcune riflessioni su temi che stanno avendo un meritato riscontro mediatico. È necessario cambiare l’insegnamento della matematica a scuola? E in caso, come è possibile farlo in modo efficace per gli studenti e la società?

Spirali e tartarughe è una nuova mini-serie, fatta di video e articoli, di Alessandro Zaccagnini, matematico, esperto di teoria dei numeri, autore del Dialogo sui numeri primi. Questa volta si fa accompagnare da una tartaruga per raccontarci cosa sono le somme esponenziali e perché sono tanto utili nella sua disciplina. Per ora sono disponibili la puntata di presentazione e la prima puntata.

Dopo un anno che globalmente non si farà rimpiangere, gli amici di MaddMaths! hanno voluto fare un bilancio della loro attività, anche per rincuorarsi un po’: Come è andato MaddMaths! nel 2022? Scrive Roberto: “Abbiamo seguito eventi importanti e parlato molto di didattica, un argomento che sicuramente ci vedrà impegnati anche nel 2023. Questo articolo serve proprio come riepilogo di un anno di divulgazione. C'è anche un perfetto momento "meta", dove osserviamo i numeri generati dal nostro sito dedicato alla matematica”.

Perfettamente in tema con la discontinuità è l’articolo I buchi neri rotanti sono stabili? Intervista con Elena Giorgi. Elena Giorgi è da un anno Assistant Professor alla Columbia University. Negli ultimi mesi ha pubblicato un preprint, insieme a Sergiu Klainerman e Jérémie Szeftel, in cui viene presentata la prima dimostrazione completa della stabilità non lineare dei buchi neri di Kerr che ruotano lentamente. Roberto Natalini l’ha intervistata per saperne di più.

Il 2022 è stato un anno speciale per Barbara Fantechi, docente di prima fascia di geometria presso la SISSA di Trieste e facente parte da anni del comitato editoriale di MaddMaths!: a luglio è stata conferenziera invitata al convegno IMU 2022, a novembre la nomina ufficiale a socia corrispondente dell’Accademia dei Lincei. Roberto Natalini le ha fatto qualche domanda: Per Barbara Fantechi un 2022 pieno di soddisfazioni.

Per “La lente matematica”, Marco Menale ha scritto due articoli. Il primo è Il caso della legge di Zipf: i modelli della matematica coinvolgono diverse discipline, dalla fisica alla medicina, dall'economia alla sociologia. La loro efficacia sorprende. In questo caso uno studio sulla frequenza delle parole nelle varie lingue ha trovato applicazioni in altri campi. Un’altra prova dell’irragionevole efficacia della matematica.

Il secondo articolo è Topi delle Svalbard e il modello di Yoccoz-Birkeland: La dinamica di evoluzione di una popolazione può essere talvolta complessa. Così come la matematica da utilizzare. È il caso dei topi delle Svalbard, che vivono in un ambiente freddo e ostile e possono riprodursi solo d’estate, rendendo fondamentale il calcolo (integrale) della variazione del numero delle femmine.
 
Sempre Marco Menale, per le “Letture matematiche” recensisce e consiglia Caos, Marco Malvaldi e Stefano Marmi. Si tratta di un libro rivolto a un pubblico eterogeneo. Da un lato è un’interessante lettura per i più esperti. Non mancano formule, equazioni e spunti di calcolo. Dall’altro è un’introduzione al caos per semplici curiosi, che possono anche procedere nella lettura evitando i dettagli matematici più tecnici.

Ancora per le “Letture matematiche”, Alberto Saracco ci parla (con uno scritto e un video) di La matematica della democrazia di George Szpiro, dall’esplicativo sottotitolo “voti, seggi e Parlamenti da Platone ai giorni nostri”. Si tratta di un racconto storico dell’evoluzione della matematica della democrazia, dalla scoperta dei primi problemi e paradossi ai giorni nostri.

L’ultimo contributo di MaddMaths è il resoconto, curato da Alice Raffaele, del nuovo incontro del ciclo di seminari “ROAR IN AZIONE!”, su come la ricerca operativa possa essere applicata in contesti più svariati, da un punto di vista aziendale: 7) Applicazioni multisettoriali della ricerca operativa. ROAR è un progetto di divulgazione e insegnamento della ricerca operativa rivolto alle scuole secondarie superiori. Consiste in tre unità didattiche per le rispettive classi del triennio, che approfondiscono la modellizzazione matematica, la programmazione lineare e lineare intera, la teoria dei grafi. Ma anche tanto altro inerente all’informatica e allo sviluppo di algoritmi, tra cui l’implementazione e risoluzione in Python di problemi di ottimizzazione attraverso librerie opensource.


Gianluigi Filippelli

Gianluigi Filippelli invia quattro contributi (due più due). Nella serie dei "Rompicapi di Alice" su Dropsea ecco Il cubo di Rubik, articolo su uno dei rompicapi più famosi, cui si abbina un video della serie Disney Comics&Science che può essere visto sul Caffé del Cappellaio Matto con titolo analogo: Topolino #1800: Il Cubo di Rubik. Sempre dal Caffé del Cappellaio Matto e sempre nella serie Disney Comics&Science altri due post con video questa volta entrambi dedicati agli scacchi: Scacco matto a Topolinia e Il manuale degli scacchi di Topolino.

Math is in the Air

Anche per Math is in the Air è tempo di bilanci. Davide Passaro invia un articolo in cui se ne annidano molti: Un anno di divulgazione matematica a cura di “Math is in the Air”. In forma di classifica, il post ripercorre e ripropone gli articoli più letti e apprezzati sul web e sui social in un anno di divulgazione della matematica, classifica composta da quattro categorie: Contributi esterni, Contributi degli autori del blog, Articoli con più interazioni sui social e Top recensioni di “Math is in the Air”.


Marco Fulvio Barozzi


Dopo tutto ciò che mi precede, verrebbe da dire che “non sono degno di partecipare a questa mensa”, ma mi affido ai numi tutelari della matematica perché mi aiutino.

Il racconto breve Perel’man’s Song (La canzone di Perel’man) della poetessa, scrittrice, accademica e editrice sino-americana Tina S. Chang (1969) è apparso nel numero di febbraio 2008 della rivista Math Horizons. Utilizza una conversazione tra divinità che manipolano universi per informare poeticamente il lettore sulla Congettura di Poincaré. Questo è un esempio dell'uso della finzione matematica per dire, attraverso la metafora, ciò che altrimenti potrebbe essere troppo astratto per essere facilmente trasmesso ai non esperti. Un bell’esperimento, anche se, come è ovvio, la qualità letteraria non è un gran che.

Forse la conseguenza più eclatante della descrizione della gravità da parte di Einstein in termini di geometria curva dello spaziotempo, nel quadro della sua teoria generale della relatività, è la possibilità che lo spazio e il tempo possano presentare "buchi" o "bordi", cioè delle singolarità. Una singolarità dello spaziotempo è una sua rottura, nella geometria o in qualche altra struttura fisica di base. Purtroppo, non è così facile dare un significato preciso a ciò che questo significa. Nella relatività generale, infatti, è lo spaziotempo stesso che può comportarsi in modo patologico, e può farlo in molti modi. Perciò abbiamo bisogno di comprendere la natura delle singolarità se vogliamo cogliere quella dello spazio e del tempo nell'universo reale. Di questo mi occupo in Singolarità e cammini nello spaziotempo.

Le immagini che corredano questa edizione sono in tema con la Discontinuità: si tratta di quadri di Georges-Pierre Seurat e Paul Signac, i maggiori esponenti del pointillisme, o puntinismo, che accostavano un’infinità di punti di colori puri o complementari al fine di dare maggiore luminosità e far compiere all’occhio il processo di fusione e mescolanza dei colori. Questa corrente, nata dalle ricerche più avanzate all’epoca sulla scienza della visione, si sviluppò in Francia attorno agli anni Ottanta dell’Ottocento, Il puntinismo rifiuta la mescolanza dei toni e la sostituisce con l’accostamento di punti di colori primari e i loro complementari, in grado di dare un contrasto simultaneo. Il processo di fusione e miscelazione è compiuto dall’occhio dello spettatore che, in questo modo, è chiamato a interagire con l’opera: dalla giustapposizione dei colori, la retina desume automaticamente le tinte intermedie e i colori secondari.


Il Carnevale 165 si conclude qui. "Ci falt la geste que Popinga declinet." Vi segnalo che saranno i Rudi Matematici a ospitare sul blog di Le Scienze il Carnevale 166 di febbraio.