Benvenuti al Carnevale della Chimica n. 10, nel decimo mese dell’Anno Internazionale della Chimica. Dopo aver doverosamente ricordato che 10 è in numero atomico del Neon, nobile e raro gas che utilizziamo per le insegne luminose e per i laser, e che 10 è anche il numero dei neutroni posseduti dall’isotopo stabile dell’ossigeno 18O, che costituisce lo 0,2% dell’ossigeno presente in natura, passo a presentare il tema consigliato per questa edizione, e cioè La chimica per la casa. Non spendo molte parole, dopo aver letto l’ottima presentazione che si trova su questo tema sul sito di Chimicare, alla quale rinvio nella certezza di non saper fare di meglio. Nel mio piccolo, integro le considerazioni di Franco Rosso coordinatore di Chimicare (che dedica una sezione del sito proprio alla Chimica di casa, con numerosi articoli in tema che automaticamente diventano un sottoinsieme di questo Carnevale) sul fatto che in casa nostra non entrano più sostanze pure, ma complesse formulazioni di decine di componenti, ricordando una buffa canzone milanese da osteria e da cabaret, che ebbe un certo successo negli anni ’60, e che fu interpretata dai Gufi, da Enzo Jannacci e, in modo surreale, da un Giorgio Gaber accompagnatore alla chitarra di un grande protagonista della Milano che fu, l’oste e musicista Luciano Sada, detto “il Pinza”. La canzone è ambientata negli anni Trenta, e racconta di come si potessero guadagnare tanti soldi e comprare una Balilla vendendo per le strade alle massaie soda, liscivia e sapone (spero che mi perdoneranno i non ambrosiani per questa ostentazione di milanesità, che comunque è cosa diversa dalla Milano arricchita e sguaiata di oggi):
Prima ve disi el mestè che fu mi,
inisi i des ur e finisi a mess dì;
vendi la soda, lisciva e saùn,
e de danè ne fu su a muntun.
Giri la baia cul motofurgun,
cun la candegina, paieta e pantun;
fu una pignata de card de mila,
me saltà in ment de cumpra' la Balilla.
Non era ancora venuto il tempo dei detersivi che lavano più bianco, dei fustini scambiati o degli uomini in ammollo (Franco Cerri, grandissimo chitarrista jazz).
Lasciamo però il vernacolo, perché è arrivato il momento di presentare i numerosi contributi che sono giunti, non tutti in tema, ma tutti di buon livello.
Inizio con un articolo del giovane divulgatore (futuro giornalista scientifico?) Gabriele Giordano di Era Futura, che ritiene (e come dargli torto?) che il sapone sia una delle più grandi invenzioni dell'umanità. Il simpatico solido, più o meno colorato, è il protagonista de L’ode al sapone, di cui vengono ricordate l’origine, la preparazione, l’azione e l’uso ludico grazie alle bolle.
Sempre il sapone è il protagonista dell’articolo dell’amica Bruna Vestri, celebre e acuta commentatrice (con un perfido nomignolo) dei principali blogger scientifici e da qualche tempo blogger lei stessa su Al tamburo riparato con l’altro amico Juhan. Scrive Bruna: “Il nostro non è un blog specialistico o scientifico, ci limitiamo a raccontare con parole semplici le nostre esperienze quotidiane, per questo pensiamo che Bolle di sapone possa rientrare nel tema, cioè nella chimica in cui ci imbattiamo in ogni casa quotidianamente”.
Francesco Neve, professore universitario di Chimica inorganica all'Università della Calabria, ha aperto quest’anno, in occasione delle celebrazioni dell'anno internazionale della chimica, il blog Un anno di chimica, nel quale si occupa di questioni che riguardano la Chimica (principalmente) o le scienze in genere ed il loro rapporto con la società. Per questo Carnevale, su mia pressante richiesta, propone Acqua di famiglia, un articolo di buon valore letterario, sospeso tra scienza, ricordi di famiglia e con un mistero finale.
Sempre bravissima, Annarita Ruberto segnala un articolo comparso sul suo blog Scientificando, nel quale tratta de La Chimica… Domestica cogliendo l’occasione per ribadire l’importanza della Chimica e sfatare la leggenda la che vuole come qualcosa da evitare assolutamente. Alla sua genesi ha contribuito da sempre l'ignoranza e la cattiva disposizione sia dei media che dei nostalgici del "buon" tempo antico che contrappongono i prodotti "naturali" a quelli "artificiali"! Ma è sufficiente soffermarsi a riflettere soltanto un po' per rendersi conto che sono ben poche le sostanze usate dall’uomo così come si trovano in natura. Anche questo contributo sarebbe stata un’ottima introduzione per il Carnevale!
Per Scienza e Musica, Leonardo Petrillo invia un articolo in stile decisamente petrilliano. Il titolo è L'indaco e i blue jeans, in quanto è inerente la sostanza colorante indaco, utilizzata per tingere i blue jeans, sintetizzata per la prima volta da Bayer nel 1880. Il tutto è corredato da immagini che rimandano al colore "blu" e da video musicali che lo richiamano. La scelta di questi ultimi è testimonianza che Leonardo , oltre che promettente studente, è anche un appassionato di musica di gran gusto.
Un articolo decisamente in tema ci arriva da Science for Passion, dove la passione scientifica di Tania Tanfoglio ha coinvolto questa volta 17 giovanissimi collaboratori, gli allievi della classe II C della Scuola Media “Giovanni XXIII” di Pontevico (Bs)! L’entusiasmo della classe, trascinata da una altrettanto entusiasta prof, ha costruito sulla rete La casa dei giovani chimici, attraverso lavori di gruppo dedicati alla chimica in cucina, in bagno, in salotto, in camera da letto e in cantina, sfociati in cinque bellissime presentazioni. Bravissimi!
Rimaniamo con le eccellenze scolastiche, questa volta nella Scuola Primaria. Maestra Rosalba (Rosalba Cocco) su Crescere Creativamente ha voluto giocare con le rime, memore di quanto è stato difficile in passato parlare di chimica alla scuola Primaria. La chimica “cucinata” per la scuola Primaria parte dall’idea che con pochi semplici strumenti, presi in prestito dalla cucina, possiamo, senza trucchi né inganni, far capire ai bambini, attraverso il gioco, proprio i principi di base della materia. Rosalba ha scritto una filastrocca per ricordarci che, a volte, per catturare l'attenzione dei bambini basta giocare con le parole e le rime. E l'unica vera magia sarà averli resi partecipi e attori dell'attività.
Dedicato alla cucina è anche il contributo inviato da Paolo Albert da Chimica sperimentale. Paolo, in occasione del Carnevale, tratta in L'olio d'oliva del barone Arthur von Hubl il saggio dell’imperial–regio barone sulla metodologia per la determinazione del Numero di iodio per l'olio di oliva, che è un metodo per conoscere il grado di insaturazione (presenza di doppi legami) di una sostanza grassa, principalmente di un olio. Fedele alla natura sperimentale del blog, il metodo viene riproposto, con spirito vintage e divertimento, con attrezzature e ingredienti disponibili all’epoca.
Paolo Pascucci, su Questione della decisione ci spiega Come si fa una matita ovvero chimica della grafite, un articolo che parte da un oggetto comune per affrontare in generale gli stati allotropici del Carbonio, tra i quali il fullerene è quello più ricco di promesse future. Paolo ci invia anche La Tavola periodica degli elementi interattiva di grande valore pedagogico tratta dalla Royal Society of Chemistry, per non dimenticare lo schema più importante per ogni chimico e forse uno dei più importanti della storia della scienza.
Concludo questa prima parte con il mio contributo, tratto dal presente blog Popinga, sul quale proprio ieri ho pubblicato Scioglimi il calcare, articolo dedicato all’eterna lotta contro le incrostazioni di carbonato di calcio e di magnesio che affliggono tutti i posti nei quali circola acqua dura. Per questo motivo si usano prodotti chimici che riducono l’effetto delle acque dure e migliorano le proprietà lavanti dell’acqua, rimuovendo o mascherando l’effetto degli ioni dissolti. Si tratta di polveri o tavolette, con diverse denominazioni commerciali, formulati in modo da associare diverse azioni che operano in modo sinergico. Tecnicamente essi agiscono attraverso tre meccanismi fondamentali: lo scambio ionico, la neutralizzazione e la sospensione.
Altre chimiche
Il sempre presente e poliedrico Gianluigi Filippelli, di Dropsea segnala il suo La matematica del Nobel per la Chimica 2011: il Nobel per la Chimica quest'anno è stato assegnato per la scoperta dei quasicristalli. Nell'articolo, Gianluigi ci racconta la matematica alla base dei quasicristalli, ma anche alcuni dei punti salienti dell'articolo da Nobel di Daniel Shechtman.
Un contributo curioso e interessante ci giunge dalla simpatica Carla Citarella, operatore artistico, progettista per decorazioni di interni, che, su Atelier delle attività espressive, ci parla, in L'espressione plastico-manipolativa: materiali e tecniche, dei materiali facili da manipolare e modellare: creta o argilla, plastilina, Das e pasta di sale, che offrono un'entusiasmante esperienza sensoriale e di apprendimento, in grado di stimolare sia nel bambino che nell’adulto la propria creatività: le mani si muovono e grazie al loro calore, la materia prende la forma desiderata.
Il contributo senza dubbio più divertente ce lo manda Piero Patteri di Papersera, che non si limita a segnalarci un articolo, ma ci invia una straordinaria discussione, con molti interventi, sulla chimica nelle storie disneyane. Piero ha fondato per l’occasione l’ISTOCCHÈ (IStituto TOpolinense Composti CHimici Eccetera) dove collezionare, classificare e studiare tutti i vari composti chimici apparsi nelle storie disneyane, come l’ultraghiaccio o il bombastium. Il forum è un work in progress e sarà bene seguirlo ben oltre la data odierna.
L’amico Peppe Liberti invia un contributo da Rangle nel quale ricorda i cento anni della prima Solvay Conference, la prima conferenza internazionale nelle storia della scienza, organizzata da Ernest Solvay, un chimico belga divenuto ricchissimo con la produzione industriale della soda, alla quale presero parte, tutti insieme, personaggi come de Broglie, Rayleigh, Rutherford, Planck, Sommerfeld, Brillouin, Mme Curie, Langevin, Poincaré, Einstein, Van der Waals e altri ancora. Fu un evento fondamentale per gli sviluppi della scienza del Novecento, ma allora le conferenze erano luoghi di dibattito, anche acceso, e non di noiosa presentazione e turismo congressuale: Cent’anni e sentirli tutti.
Concludo la rassegna dei contributi al Carnevale con quello di Aldo Piombino comparso su Scienze e dintorni. Aldo presenta Ridurre l'inquinamento atmosferico con il nanobiossido di titanio e uno strumento tutto italiano per testare l'efficienza del processo, nel quale ci descrive una nuova vernice basata sulle nanotecnologie in grado di ridurre gli inquinanti dell’aria e uno strumento ideato da un’azienda toscana in grado di testare il processo per migliorarne le prestazioni.
Un risultato della ricerca italiana, in questi tempi di vacche magre, mi sembra anche il miglior modo per salutarvi, ricordandovi che il Carnevale della Chimica n. 11 si terrà il 23 novembre prossimo su Dropsea di Gianluigi Filippelli con il tema "Le donne nella chimica", in occasione dell'anniversario della nascita di Marie Curie.
(I dipinti che illustrano il Carnevale sono del pittore cileno Roberto Sebastian Matta, 1911-2002)
Che bello!!! quasi tutti i post segnalati li ho già letti, non conoscevo invece quello dell'amico Piero (ringrazio entrambi per questa chicca). Pensa che il "bombastium" è un nome che ricorre spesso in casa nostra, per indicare qualcosa dal sapore cangiante e indefinibile (il mango, per esempio, può avere tutta una gamma di sapori, dal cuore di ananas alla nettarina). Il personaggio dai notevoli zigomi era il rappresentante del "felice popolo di Brutopia" (che alludeva in modo abbastanza trasparente al popolo sovietico, all'epoca della guerra fredda): saputo che il bombastium serviva per fare i gelati, lo arraffa e lo butta via, se ben ricordo (Piero, confermi?)commentando che il felice popolo di Brutopia non mangia i gelati, però nell'happy end il prezioso materiale viene recuperato.
RispondiEliminaMa sentitelo lì come incasella in fluente modo tutti gli articoli sì da dare l'impressione che questa arbitraria ed estemporanea sequenza sia in realtà sempre stata così e non possa essere altro che così.
RispondiEliminaIn più ti volevo ringraziare per aver citato il neon e il suo principale utilizzo, che è anche el mi lavur.
Ottimo lavoro, come sempre.
Un grazie a Popinga per questo spumeggiante carnevale!
RispondiEliminaSolo una piccola osservazione quale discendente da sudditi del Regno delle Due Sicilie: per par condicio si poteva inserire anche 'Piglie'te 'na pastiglia' di Renato Carosone.
Qualche precisazione sul 'Papersera': è un sito di cultura disneyana ( e 'cultura' non è un' esagerazione...) fondato e curato da Paolo Castagno, a cui contribuiscono decine di appassionati. Io (aka Hon-ki-ton) ci sono arrivato solo da un paio d' anni e ho il vizio di aprire ogni tanto una caccia tematica in un settore di 'science disneyane': questa è stata la volta della chimica.
Confermo sostanzialmente i ricordi di Bruna: il brutopiano brucia un taccuino su cui erano scritte le coordinate del nascondiglio del bombastium, ma neanche io vi racconto come viene ritrovato, per non rovinarvi il divertimento se vi capiterà di leggere la storia (ci sono ristampe recenti facilmente reperibili nei mercatini dei fumetti)
L' interesse iniziale per il bombastium era tale che per comperarlo il brutopiano era disposto ad aggiungere all' ingente offerta in denaro tutti il lavandini del suo felice popolo ( cinque lavandini...).
Grazie, Kees, per la bella super-presentazione!
RispondiElimina.. E quanti bei contributi!!
Sei stato un ottimo padrone di casa, come al solito!
Appena ci riuscirò leggerò tutti i lavori dei partecipanti, nel frattempo ringrazio tutti voi per lo splendido lavoro!
Un bacione, Giulia :)
Grazie, ragazzi. Rubo solo un istante per rispondere a Piero e per fargli una domanda. La risposta è: questo non è il carnevale della farmacia, altrimenti avrei messo "Citrosodina" di Sergio Caputo. La domanda: quanto c'entrano i Rolling Stones di "Honky Tonk Women" nella scelta del tuo nick paperesco?
RispondiEliminaUna bella edizione raccontata con la tua consueta sensibilità e maestria.
RispondiEliminaGrazie Marco:)
Carla
@ Popinga: il mio nick è di purissima origine disneyana. Hon-ki-ton è un personaggio inventato da Romano Scarpa, custode di un tesoro nascosto in Alaska dalla sua tribù mongola durante la migrazione che popolò il continente americano. È un ricordo lontanissimo dell' infanzia
RispondiEliminahttp://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1252874613/65#65
Molti nick interessanti (Atomino Bip-Bip, Dr Enigm, Archimede etc) erano già stati presi quando scelsi l' avatar per il Papersera, e siccome pensavo di essere il più vecchio utente del forum, Hon-ki-ton mi è sembrato adattissimo trattandosi di un personaggio del paleolitico. Inoltre mi sono sempre trovato a mio agio nella pelle di uno che conserva e custodisce come tesori gli oggetti della vita quotidiana del passato.
Bella ed interessante edizione. Complimenti all'ospitante per la presentazione e la scelta delle immagini e complimenti, ovviamente, a tutti i partecipanti. L'argomento era di quelli con cui si ha a che fare tutti i giorni e quindi saperne un po' di più non fa certo male. Una menzione particolare ai bravissimi piccoli collaboratori della prof Tania che hanno svolto un lavoro eccellente ed un grazie per Papersera che non conoscevo (colpa mia) ma che merita di essere "sfogliato".
RispondiEliminaUn saluto
Marco
Seppur con imperdonabile ritardo mi unisco al coro delle approvazioni. Più che un tema, in questo caso quello proposto è una sezione trasversale della nostra vita non solo domestica, ma in senso lato "quotidiana", secondo il punto di vista chimico.
RispondiEliminaUn ottimo modo per aiutarci a riprendere contatto con la realtà delle cose che ci circondano, al di là di slogan e marchi.
Franco
Ottimo, Marco! Bella edizione come tutti i Carnevali che hai ospitato.
RispondiEliminaannarita
Bellissima edizione: i miei ragazzi ringraziano per i complimenti e per la bella presentazione!
RispondiEliminaBell'edizione.
RispondiElimina@Bruna Vestri: come hai commentato sul mio blog (e ti ringrazio per questo), i nostri articoli trattavano argomenti simili. Ma si è trattato solamente di una contingenza, non ti devi "giustificare".
Ho letto la presentazione del Carnevale della Chimica 10, di Marco Fulvio Barozzi sul blog Popinga.
RispondiEliminaIl tema, è “La Chimica per la casa”.
Al di là di aver apprezzato i vari articoli - debbo essere sincero - mi sono soffermato, come polarizzato, dalle immagini dei quadri del famoso surrealista cileno Roberto Sebastian Matta.
Mi ha pervaso un senso di libertà e ho desiderato entrare nel suo mondo rileggendo, anzi sentendo dalla sua voce, ciò che l'ha disposto a fare il pittore oltre che l'architetto.
Egli dice che la libertà è la cosa più importante nell'arte, e di lì che tutto ha inizio. Libertà di collocare i soggetti nel quadro (in questo ha sempre preferito lo spazio siderale); libertà nelle forme ( per questo le sue sono vive e organiche); libertà nelle loro traiettorie (e per questo ha sempre scelto l'assenza di gravità.
Matta è rimasto architetto, come era nato, per tutta la vita. Era un architetto in perenne movimento di contemplazione dell'universo.
Matta nel parlare di sé al suo esordio racconta sul suo dipingere. Dice così: «dipingere era un po' quello che faceva Le Corbusier e cioè disegnare, perché non potevamo costruire case. Cominciavo a dipingere perché non potevo costruire la società. Invece di disegnare case, disegnavo l'essere.
Venti anni fa ho stracciato la patente ed ho regalato la mia arte: in questo modo scopro molte cose.
Mostrare dovrebbe essere la funzione del pittore. Esplorare le trasformazioni intime del nostro corpo, dell'universo e di questo mutare del tempo, così apprezzato dai poeti.
Talvolta utilizzo la vecchia tecnica di Leonardo da Vinci. Parto da una macchia sulla tela e lascio scorrere il mio spirito. I miei quadri sono paesaggi dello spirito».
Di certo Marco, nell'allestire la presentazione del Carnevale della Chimica, è stato pervaso da tutto ciò per aver posto in bella mostra le diverse opere di Matta a far da padrino ad ogni partecipante.
Mi si può chiedere ingenuamente quanto la chimica abbia a che fare con l'arte di Matta, meglio con la sua libertà?
Amici miei ma è fondamentale la libertà nel mondo delle molecole della chimica.
Traggo da wikipedia le nozioni sul “grado di libertà” di una molecola:
«In chimica, il grado di libertà di una molecola costituita da un numero n di atomi viene utilizzato per descrivere in modo completo il movimento di ogni singolo atomo facendo riferimento a una terna di assi cartesiani ortogonali (x,y,z). Ogni atomo, dunque possiede 3 gradi di libertà e la molecola possiede complessivamente 3n gradi di libertà. Questo valore comprende tutti i possibili movimenti della molecola: traslazioni, vibrazioni, rotazioni. Da notare come i gradi di libertà totali di una molecola, a parità di numero di atomi che la compongono, possano essere nella realtà minori rispetto a quelli prevedibili teoricamente per un dato movimento: ad esempio, una molecola con simmetria lineare possiede un grado di libertà rotazionale in meno a causa del fatto che la rotazione lungo l'asse x in realtà non è legata ad alcun reale movimento netto di massa. Essendo 3n i gradi di libertà totali, per molecole lineari si avranno 3n-5 gradi di libertà vibrazionali mentre per molecole non lineari tali gradi di libertà saranno 3n-6 (entra in gioco anche la rotazione lungo l'asse x).».
Complimenti Marco, e grazie ad Annarita che mi ha fornito l'occasione di visitare il tuo blog sul Carnevale della Chimica.
Gaetano Barbella
Grazie Gaetano per le belle parole. Da parte mia, ho illustrato il Carnevale con i quadri di Matta perché ho sempre amato questo pittore, ma forse ci hai preso nel dire che in fondo l'arte vibra con l'Universo e dell'Universo.
RispondiEliminaCari amici ,
RispondiEliminavorrei aprire una riflessione sul tema :
L' effetto dell' ENTANGLEMEN QUATISTICO nella Formazione del Legame Chimico nelle Nanostrutture.
Segue una breve premessa sul Legame chimico nel 2011- Anno Internazionale della Chimica .
pmanzelli.lre@gmail.com
www.edscuola.it/lre.html
Paolo Manzelli 02/nov/2011 FIRENZE