Alcuni nomi sono degni di nota per ciò che li ha ispirati (ad esempio uno pterosauro, i cui resti sono stati trovati nella foresta brasiliana, è stato chiamato Arthurdactylus conandoylensis, in onore del racconto "Il mondo perduto" di Arthur Conan Doyle, in cui uno pterosauro vivente viene trovato in una giungla e portato a Londra). Altri nomi sono derivati dallo spirito scherzoso di chi li ha proposti (esiste una farfalla tropicale dal nome generico di La Cucaracha), oppure sono motivo di giochi di parole, come lo Orizabus subaziro, uno scarabeide dal nome palindromo.
Chi si occupa di scienze naturali sa che la denominazione degli esseri viventi è regolata da criteri introdotti per evitare confusioni e ambiguità. La regola più nota è quella che ogni specie è caratterizzata da un duplice nome latino: il primo, scritto maiuscolo, indica il genere di appartenenza, il secondo, scritto minuscolo, indica la specie (ad esempio il gatto domestico è indicato da Felis catus). Un terzo termine può indicare la sottospecie. Dopo la denominazione scientifica sono di solito indicati l’autore e la data della pubblicazione in cui egli ha per primo descritto l’organismo (come in Homo habilis, Leakey et al., 1964). Questa descrizione deve fare riferimento a un campione conservato in una collezione scientifica o in un museo. Nel caso che più autori identifichino nel tempo la stessa specie, la priorità viene data al nome pubblicato per primo. Se, in base a studi ulteriori, la specie viene attribuita a un genere diverso, il nome del primo autore e la data vengono conservati tra parentesi. Esistono criteri leggermente diversi per la classificazione di animali, vegetali o batteri, ma ve li risparmio per non annoiarvi. Nulla vieta però che un animale o un vegetale possano avere lo stesso nome generico (come Adonis, pesce e ranuncolo, Cannabis, canapa e uccello, Ficus, pianta e gasteropode, Lactarius, fungo e pesce, ecc.)
Lo scopo di questo articolo non è quello di fornire una guida alle regole tassonomiche. La tassonomia qui utilizzata è affatto diversa, avendo lo scopo di classificare le curiosità riguardanti i nomi scientifici degli organismi. Iniziamo da quelle etimologiche.
Nomi ispirati da persone
Numerose sono le designazioni derivate da nomi di persone, appartenenti alle più diverse categorie. Naturalmente gli scienziati sono i più numerosi, così troviamo più di 120 specie e 9 generi che ricordano Darwin, mentre il nome scientifico della "mosca soldato", Wallacea darwini, riconosce anche a Alfred Russel Wallace i suoi meriti nel proporre la teoria dell’evoluzione. Si trovano poi Archimedes (briozoo), Copernicia (palma), la vespa Haeckeliania, il batterio Pasteurella, la piccola farfalla Leonardo davincii, ecc. L’arbusto mediterraneo Celsia linnaeus celebra sia Anders Celsius, l’inventore della scala centigrada, che era un botanico dilettante, sia Linneo (Carl von Linné), il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, che da questi fu incoraggiato nella sua attività.
Tra i nomi dedicati a filosofi e leader religiosi segnalo il mollusco Buddhaites, il dinosauro piumato Confuciusornis sanctus, la diatomea Dalai-Lama, la vespa Marxella e il ragno Plato. Dedicati a personaggi storici o politici sono, tra i molti, il mammifero del Cretaceo Maotherium (da Mao Zedong), l’orchidea boliviana Maxillaria gorbatchowii (da Mikhail Gorbaciov.), il fiore tropicale Napoleonaea imperialis. Un discorso a parte meritano Agathidium bushi, A. cheneyi e A. rumsfeldi Miller and Wheeler, 2005, dedicati ai vertici della passata amministrazione americana, non so se con intento celebrativo, dato che si tratta di specie di scarabei, e Anophthalmus hitleri Scheibel, 1933, il cui scopritore, un entomologo dilettante tedesco, deve aver avuto un bel coraggio a dedicare al dittatore nazista un coleottero cieco delle grotte slovene.
Dal cinema provengono i nomi dei ragni giganti hawaiani Orsonwelles othello, O. macbeth, O. falstaffius, O. ambersonorum, ispirati a Orson Welles e ai suoi ruoli scespiriani, della formica Pheidole harrisonfordi, del coleottero carabide Agra schwarzeneggeri, del dittero Campsicnemius charliechaplini.
Segnalo anche i nomi delle tarme Microchilo elgrecoi, Microchilo murilloi e Pseudocatharylla gioconda, segno della grande passione per la pittura del naturalista polacco Bleszynski che le ha classificate negli anni ‘60.
Concludo la rassegna dei nomi ispirati a personaggi con un esempio tratto dallo sport. Il gasteropode marino Bufonaria borisbeckeri Parth, 1996deve il suo nome alla passione di un malacologo tedesco il quale, nello spiegare la scelta sulla pubblicazione scientifica, non ha esitato a definire Boris Becker “il più grande sportivo tedesco di tutti i tempi”.
Nomi ispirati dalla mitologia
Anche in questa categoria gli esempi sono numerosissimi e provengono dalle tradizioni di tutto il mondo. Mi limito a segnalarne alcuni per la loro curiosa etimologia.
Il dinosauro ceratopside Achelousaurus horneri Sampson, 1995, uno di quei grandi rettili estinti simili a rinoceronti, era privo di corno, pur essendosi evoluto da progenitori “cornuti”. Il suo nome deriva da Acheloo, una divinità fluviale dell’antica Grecia, il cui corno si ruppe durante un duello con Eracle. Il paleontologo Jack Horner (il cui cognome ha proprio a che fare con il corno) ha dichiarato che il nome specifico è una sorta di risarcimento per il corno perduto!
La grande sottoclasse di cefalopodi marini delle Ammoniti, estinta alla fine del Cretaceo, deve il nome al fatto che la forma spiralata del loro guscio ricorda il dio egizio Ammone, che veniva rappresentato con corna di montone. Plinio il Vecchio definì i fossili di questi animali ammonis cornua, "corni di Ammone". Spesso il nome delle specie di Ammoniti termina in -ceras, vocabolo greco il cui significato è, appunto, "corno". Il corno di Ammone è la cornucopia della tradizione romana. Coerentemente, una delle ammoniti più recenti finora conosciute, Anapachydiscus terminus, deve il suo nome specifico al nome di Terminus, dio romano dei confini e della fine.
Gli Pterosauri sono uno dei più importanti ordini estinti di rettili e sono stati i primi vertebrati in grado di volare. Il più grande pterosauro conosciuto aveva un'apertura alare di 10 m. Quanto mai azzeccato mi sembra il nome assegnatogli, Quetzalcoatlus northropi, in onore di Quetzalcoatl, nome azteco del Serpente piumato, una delle divinità più importanti per molte culture messicane e centro americane.
Anche in questa categoria si è dato libero corso alla fantasia. Le mie note devono però essere brevi, pertanto segnalo solo i più curiosi.
Un ragno centroamericano fu denominato Bagherra kiplingi nel 1896, in ricordo della pantera nera Bagheera del "Libro della Giungla" di Rudyard Kipling. Ironia della sorte, si tratta del primo ragno vegetariano mai classificato.
Esiste anche un orchidea rosso-nerastra, che ricorda vagamente un pipistrello, alla quale si è affibbiato il nome di Dracula. Sempre in tema di creature inquietanti, il nome Pimoa cthulhu è stato attribuito a un ragno da uno studioso evidentemente appassionato di H. P. Lovecraft.
Lo Pseudione quasimodo è un isopode parassita che vive sotto il carapace del paguro eremita. Poiché presenta una distinta protuberanza sul dorso, l’associazione con il gobbo di Notre-Dame del romanzo di Victor Hugo è stata quasi una scelta obbligata.
I personaggi dei libri di J. R. R. Tolkien hanno ispirato numerosissimi nomi zoologici e botanici. Si trovano ad esempio l’anfipode Leucothoe tolkieni, il mammifero del Paleocene Earendil, l’esapode Gollumjapyx smeagol (che celebra entrambi gli appellativi del mostriciattolo), i coleotteri Macrostyphlus frodo, Macrostyphlus gandalf e Pericompsus bilbo.
L’ittiosauro giurassico Excalibosaurus presenta una protuberanza a forma si spada che si protende dalla mascella superiore. I suoi resti furono trovati nell’Inghilterra nord-occidentale, in cui la tradizione ambienta i romanzi del ciclo arturiano. Fu così che il paleontologo McGowan ebbe l’idea di dare a questo rettile marino il nome della spada di re Artù.
Nomi con riferimenti sessuali
“Non è necessario dirvi che nulla può uguagliare la grossolana indecenza della mente di Linneo. Una traduzione letterale dei primi principi della Botanica di Linneo è sufficiente per turbare il pudore femminile”. Così si esprimeva il reverendo Samuel Goodenough nel 1808. In effetti il sesso svolge un ruolo fondamentale in biologia, e non sorprende che possa comparire nei nomi degli organismi viventi. Vediamo in che modo.
La ragione principale delle ire del reverendo Goodenough verso Linneo è dovuta al nome che il naturalista svedese diede al fungo Phallus impudicus, per l’evidente somiglianza con un membro maschile eretto. Esiste tutta una famiglia di funghi con queste caratteristiche, conseguentemente chiamata Phallaceae. Un genere di piante erbacee della famiglia delle Aracee (quella del filodendro, per intenderci) deve all’aspetto dello spadice, la sua infiorescenza, il nome di Amorphophallus (“fallo senza forma”). Le specie appartenenti a questo genere sono un vero fiorire, è il caso di dirlo, di attributi: A. elegans, A. elatus, A. excentricus, A. gigas, A. hottae, A. impressus, A. interruptus, A. maximus, A. minor, A. odoratus, A. pendulus, A. purpurascens, A. pygmaeus, A. rugosus, A. spectabilis e A. titanum. Quest’ultima specie possiede la più grande, e puzzolente, infiorescenza conosciuta, che arriva a due metri e mezzo di altezza. Tra i nomi con riferimento all’organo sessuale maschile segnalo anche Ariolimax dolichophallus (“bel fallo”), una grande lumaca americana dall’intensa colorazione gialla, e i priapulidi (dal nome della divinità greca della fertilità), animali simili a vermi che abitano i fondali fangosi delle zone costiere di tutti i tipi di mari: sono noti comunemente come “vermi cactus”.
Pochi sanno che il nome delle orchidee, fiori noti per la loro bellezza, deriva dal greco orkhis, "testicolo", a causa dell’aspetto del loro pseudobulbo. Un tempo si pensava che le orchidee venissero generate dal seme degli animali maschi caduto durante l’accoppiamento. Non manca, infine, un mollusco bivalve chiamato Venus mercenaria, chissà poi perché.
Il corallo gorgonide Pangolinisis cia fu trovato attaccato a un cavo telefonico sottomarino presso l’Australia. Anche se è probabile che non stesse ascoltando le comunicazioni, lo zoologo Phil Alderslade pensò subito alla CIA.
Un rospo della foresta colombiana si chiama Atelopus farci, dal nome delle FARC, l’esercito guerrigliero che si oppone al governo. Se i gruppi di ribelli non si fossero rifugiati nella zona che costituisce l’habitat dell’anfibio, probabilmente essa sarebbe stata distrutta, e questa rara specie sarebbe rimasta sconosciuta alla scienza. Per essere politicamente corretti è doveroso allora citare la palma del Madagascar Dypsis mcdonaldiana, il cui nome è dovuto alla catena di ristorazione che ha finanziato la ricerca naturalistica.
Il muschio giamaicano Hymenodon reggaeus, secondo i ricercatori Karttunen e Back non poteva chiamarsi altrimenti.
Giochi di parole
Molti nomi di generi e specie sono curiosi a causa del loro suono, o perché esso è di per sé divertente, oppure perché esso ricorda altre parole. Ricordo qui il mollusco bivalve Abra cadabra, il trilobite Cindarella eucalla, il tricottero Rhyacophila tralala, le pulci Trombicula doremi e Trombicula fasola. Altri nomi sono stati scelti per il gusto del doppio senso, come il coleottero Colon rectum, la lumaca di mare Natica josephine, la falena Orgia nova.
Altri nomi divertenti sono: Balbaroo fangaroo (canguro dai lunghi canini – ricordo che in inglese canguro si dice "kangaroo"), la spugna Hoplochalina agogo, l’anatra variopinta Histrionicus histrionicus, il pesce Bullisichthys caribbaeus (da accostare all’appellativo offensivo inglese "bullshit").
Talvolta il gioco di parole è finalizzato all’insulto o alla presa in giro. I nomi dei pesci Rosenblattia robusta e Sphoeroides rosenblatti sono dedicati allo zoologo marino Richard Rosenblatt, che era alquanto grasso. La cimice Aphanus rolandri fu dedicata da Linneo in persona al suo discepolo Rolander, che aveva raccolto centinaia di campioni nello Suriname senza darne notizia a lui, per poterli pubblicare autonomamente. Il greco aphanus significa “ignobile, infame”.
Altre curiosità linguistiche ed enigmistiche
Talvolta i naturalisti si sono divertiti a utilizzare nomi che costituiscono veri esercizi linguistici o enigmistici.
Innanzitutto i record di lunghezza e di brevità. I nomi più lunghi assegnati a delle specie sono Griseotyrannus aurantioatrocristatus (uccello), Prolasioptera aeschynanthusperottetii (dittero), Prolasioptera aeschynanthusperottetii (batterio), fino all'incredibile Brachyta interrogationis interrogationis var. nigrohumeralisscutellohumeroconjuncta Plavilstshikov, 1936 (coleottero cerambicide). La palma dei nomi più corti spetta invece al pipistrello Ia io e alla vespa sfecide Aha ha. Il primo nome di genere in ordine alfabetico è quello del mollusco Aa, l’ultimo è quello dell’idra Zyzzyzus.
Per mancanza (o per perfido eccesso) di fantasia brilla lo zoologo Kearfott, che nel 1907 descrisse le seguenti specie di farfalle del genere Eucosma: Eucosma bobana, E. cocana, E. dodana, E. fofana, E. hohana, E. kokana, E. lolana, E. momana, E. nonana, E. popana, E. rorana, E. sosana, E. totana, E. vovana, E. fandana, E. gandana, E. handana, E. kandana, E. mandana, E. nandana, E. randana, E. sandana, E. tandana, E. vandana, E. wandana, E. xandana, E. yandana, E. zandana.
Alcuni nomi sono stati scelti da naturalisti burloni perché sono impronunciabili: Lainodon orueetxebarriai (mammifero fossile trovato nel paese basco), oppure Ekgmowechashala, primate fossile nordamericano il cui nome significa “piccolo uomo volpe” in lingua Lakota.
Altri studiosi si sono dilettati con gli anagrammi. W.E. Leach classificò nel 1818 i generi di crostacei isopodi Conilera, Lironeca, Nerocila, Olencira e Rocinela, che sono tutti anagrammi di Caroline, il nome di sua moglie. L’ostracode Rabilimis mirabilis anagramma il nome del genere con quello della specie, mentre i due generi di pesci Rhamphosternarchus e Sternarchorhamphus hanno nomi generici che sono uno l’anagramma dell’altro.
Dei palindromi ho già parlato a proposito di Orizabus subaziro, ma esistono anche il dittero Xela alex, l’imenottero Afgoiogfa, la mosca Aragara e altri esempi che per brevità vi risparmio.
Tra gli esempi di rime e allitterazioni cito il microfossile siliceo Adonnadonna primadonna, la scimmia urlatrice Alouatta ululata, lo scarabeo Chrysophora chrysochlora, la palma indonesiana Salacca zalacca (che sembra il titolo di un album dei Police) e la rana americana Rana bwana.
Numerosi sono i tautonimi, in cui il nome del genere è uguale a quello della specie (come ad esempio Vulpes vulpes, la volpe rossa, o Bufo bufo, il rospo). Il più lungo è stato assegnato all’uccello nero dal capo giallo Xanthocephalus xanthocephalus, ma esiste anche una sottospecie di fagiano cinese che è denominata Crossoptilon crossoptilon crossoptilon. Esistono anche casi in cui il nome del genere e della specie significano la stessa cosa in due lingue diverse, come nel caso dell’orso, Ursus arctos, (“orso” in latino e greco), dell’uccello marino americano Brachyramphus brevirostris (“becco corto” in greco e latino) e di altri ancora.
Concludo con gli ossimori, nei quali i due nomi si contraddicono a vicenda. È il caso del pipistrello Anoura caudifera (“senza coda caudato”), del pesce ofidide Spottobrotula amaculata (“baschetto macchiettato senza macchie”) e del giglio di Maggio Unifolium bifolium, che sfida il principio di non contraddizione più di altri.
Chi volesse sapere di più sulle curiosità della nomenclatura tassonomica può, tra i vari siti che se ne occupano, fare una capatina su Curious Taxonomy dell’americano Mark Isaac, che vi ha dedicato ampio spazio.