Ci sono radici di tutte le forme:
la puntuta, la rotonda, la difforme.
Quella dell’altea è angelica,
c’è una Racine (1) che è classica
e la mandragora è diabolica:
anche se è invadente
non ci si può fare niente.
Ma la radice che io adoro
che si estrae senza fatica,
è la radice quadrata, la mia preferita.
Una radice di aspetto peggiore
è quella dell’albero motore.
Il drogato fa fuoco e fiamme
per quella dell’albero a camme.
Se ha la radice della manioca
qualcosa a che fare con la tapioca,
evitiamo con grande attenzione
(di mangiare) quelle del dente di leone (2).
Ci sono delle radici a mazzi cedute,
i ravanelli, le carote, le rape barbute.
Quella dell’erica voi conoscete
dalla quale si creano pipe discrete.
C’è la radice della canna per pescare:
coltivatela, su, chi ve lo sta a vietare?
Ma la radice che io adoro
che si estrae senza fatica,
è la radice quadrata, la mia preferita.
Il y a des racines de tout' les formes
Des pointues, des rond' et des difformes
Cell' de la guimauve est angélique
Il y a une Racin' (1) qui est classique
Et la mandragore est diabolique
Mêm' s'il nous bassin' on n'y peut plus rien
Mais la racine que j'adore
Et qu'on extrait sans effort-eu
La racin'carrée, c'est ma préférée
Une racine qu'a un aspect louche
C'est cell' de l'arbre de couche
Le drogué vend son âme
Pour cell' de l'arbre à cames
Si la racine du manioc a
De quoi fair' du tapioca
Evitons tout' not' vie
(de bouffer) Celle du pissenlit (2)
Il y a des racin' qui s'vend' en bottes
Le radis, l'navet ou la carotte
Vous connaissez celle de la bruyère
Dans laquell' on taille des pip' en terre
Il y a la racin' de canne à pêche
Cultivez-la donc, qu'est-ce qui vous empêche?
Mais la racine que j'adore
Et qu'on extrait sans effort-eu
La racin'carrée, c'est ma préférée.
(1) Jean Racine ("radice") è stato il più grande drammaturgo classico del Seicento francese.
(2) Manger les pissenlits par la racine significa essere morto e sepolto.
Boris Vian (1920-1959) è stato un genio poliedrico: scrittore anticonformista, poeta, inventore di parole, commediografo, jazzista, cantante a autore di canzoni, traduttore, critico, inventore e ingegnere. Il suo capolavoro letterario fu l’originalissimo e surreale La schiuma dei giorni (1947). Fu anche l’autore della splendida canzone antimilitarista Le déserteur (scritta nel 1954 subito dopo la guerra d’Indocina) e membro del Collège de Pataphysique.
Sì, "mangiare il tarassaco (o soffione o dandelion o come giustamente hai tradotto dente di leone) dalla parte della radice" ovvero sottoterra è un'espressione idiomatica che si trova con piccole variazioni credo in ogni lingua.
RispondiEliminaAnche in italiano?
RispondiEliminaIn italiano non si parla di "mangiare" il tarassaco bensì di "vedere crescere" una indeterminata erba dalla parte delle radici. Pare che l'espressione sia stata usata anche da Tex Willer..
RispondiEliminaEsiste anche un libro: "Veder l'erba dalle parti della radici" è un romanzo autobiografico dello scrittore italiano Davide Lajolo pubblicato nel 1977.