Un frammento filologico di Novalis – numero 2005 dell’edizione di Dresda – abbozza il tema dell’identificazione totale con un determinato autore. Il caso più noto di questo fenomeno letterario, che alcuni insistono nel collocare anche tra quelli psichiatrici, è quello del francese Pierre Menard, che, nel primo dopoguerra, non volle rifare il Don Chisciotte, non volle neppure adattarlo all’epoca contemporanea, ma volle identificarsi totalmente con Cervantes, dimenticare tutta la storia europea tra il 1602 e il 1918, essere Cervantes e riscrivere parola per parola il Don Chisciotte senza peraltro copiarlo. Impresa impossibile, alla quale non basterebbe neppure un tempo infinito, perché il raffronto è rivelatore e impietoso. Così, per esempio, se Cervantes scriveva (parte. I, cap. IX) che
“… la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e notizia del presente, avviso dell’avvenire…”
questa enumerazione è un mero elogio retorico della storia da parte di uno scrittore dello stesso tempo di Lope de Vega. Viceversa, quando Menard, vissuto dopo Hegel, contemporaneo di Nietzsche, sostiene che:
“… la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e notizia del presente, avviso dell’avvenire…”
è la storia ad essere madre della verità: non un’indagine sui fatti, ma la loro stessa origine. La verità non esiste in sé, ma solo inserita nel flusso dei processi storici.
Un mio disegno sull’argomento |
Scrivere la stessa frase o addirittura lo stesso brano di un altro autore può quindi non essere un esecrabile esercizio di plagio, ma il modo più coerente ed estremo di rendere omaggio a un pensiero e al suo artefice. Così capita anche nel composito e colorito mondo dei blog e dei siti personali, dove talvolta ci si imbatte in articoli che appaiono citati integralmente senza indicazione della fonte. Capita ad esempio che un mio amico scriva sul suo blog scientifico un articolo che contiene la frase “I "blogger" non esistono, ci sono le persone con la loro storia professionale e le loro passioni, che decidono di condividerle per un atto di follia, di generosità, di necessità”. Dopo qualche giorno lo stesso articolo e la stessa frase compaiono nel blog di X, che, si badi bene, non è un tumblr, uno di quegli strani oggetti che servono per rilanciare articoli che sono piaciuti a chi li cura. X ha copiato? Non è detto, perché la frase del mio amico, che fa, diciamo, il fisico, pone l’accento sul fatto che gestire un blog richiede un grande investimento personale dal punto di vista emotivo e mentale, mentre X, che potrebbe essere un logico, scrivendo “I "blogger" non esistono, ci sono le persone con la loro storia professionale e le loro passioni, che decidono di condividerle per un atto di follia, di generosità, di necessità” vuole, pur identificandosi totalmente nel pensiero del mio amico, mettere in evidenza che, per definizione, non esiste una categoria di persone che chiamiamo “blogger”.
Allo stesso modo, quando trovo frasi che ho scritto su Popinga in un altro blog Y, posso pensare che si tratti di un’improbabile coincidenza voluta dal caso, ma subito propendo per interpretare l’evento come un apprezzamento che sconfina nell’ammirazione incondizionata. Y cerca l’identificazione totale con Popinga, al punto da sentirsi Popinga e di non ritenere necessario citare la fonte, che sarebbe un’autocitazione che, si sa, è un po’ da maleducati. D’altra parte Popinga non può denunciare il plagio. Popinga è Popinga, con la sua storia personale, i suoi pregi e i suoi difetti: che ne sa se Y, scrivendo la sua stessa frase, voleva dire davvero la stessa cosa?
In realtà il plagio non esiste, anche quando si omette di indicare il primo autore di una frase, di un articolo su un blog, di un intero volume. Il primo periodo di questo mio articolo è stato scritto riportando intere frasi di un racconto di Borges, ma Popinga non è Borges (purtroppo) e non può averlo copiato.
:-D
RispondiEliminaBenveniste sosteneva che ogni enunciazione non è mai la stessa, anche per un'identica frase, anche ripetuta dallo stesso individuo, perché il tempo, lo spazio, gli interlocutori, la "situazione", variano ogni volta.
RispondiEliminaPerò: non è che peppe s'incazza lo stesso?
Bravo Pop, sei una lenza [citation needed].
Roberta: Peppe mi ha autorizzato preventivamente a citare il suo bellissimo disegno.
RispondiEliminaE' un Piccolo Principe con lo schermo invece della spada. Ma la Volpe è sempre la Volpe, e vuole essere addomesticata. E poi, Chi era il Piccolo Principe? Io non vorrei che Popinga fosse Borges. Popinga è Popinga, per fortuna. Popinga è un personaggio che fa l'autore di un blog. Un blogger è un personaggio. E come tale non esiste, o invece esiste proprio come lo voglio io. Secondo me.
RispondiEliminaB
Sì, scherzavo, ho visto la firma. :)
RispondiEliminaO il disegno non è suo e ti ha prestato il nome? che mo' mi vengono i dubbi...
Non è da poco far venire dubbi alle persone, anche se io non faccio testo, dubito (ma non diffido) abbastanza di tutto.
Poi sono monotona: 'sto pezzo mi è proprio piaciuto, ma te lo ridico lo stesso, che un 'mi piace' di oggi non è lo stesso di ieri, per l'appunto.
Furba questa disamina, la plagerò senz'altro (senza citarne la fonte ovviamente)
RispondiEliminaB., grazie!
RispondiEliminaRoberta, grazie!
RispondiEliminaChi dubita? Eh?
RispondiEliminaB., le parole che hai detto tu avrei voluto dirle io.
RispondiEliminaQuando usciamo da questo loop, eh, Pop? ;)
Il concetto di plagio si regge sull'infondato pregiudizio che il tempo scorra per sempre in un'unica direzione, cosa indimostrabile così come di fatto è indimostrabile che non sia Borges ad avere copiato Popinga (se il plagio esistesse, e non esiste, ma magari in futuro esisterà).
RispondiEliminaProfeta Incerto, se esistesse un pregiudizio fondato, sarebbe un giudizio. Se esistesse un "per sempre" nel tempo, non ci sarebbe il Tempo, ma l'Eternità. Se esistessero cose indimostrabili, esisterebbe la Fede. Tu sei il Profeta del Se: è facile plagiarti.
RispondiEliminaAdesso c'ho una paura tremenda, Popinga, che mi arriva un concetto fulmineo dei suoi (del Profeta) che io penso: Che Ocona che sono!
Comunque sfido qualcuno a immedesimarsi totalmente in Sancho Panza, che son tutti bravi a fare i Don Chisciotte!
B
D’accordo con Profeta, tutti bravi a copiare dopo, vorrei vedere a chi riesce copiare prima.
RispondiEliminaAh, peppe, e non te la prendere con me, eh? io non c'entro niente, anzi io non esiste nemmeno, io è solo un pronome che si è temporaneamente appropriato di me. Prenditela con lui. Oppure con loro (a tua scelta), ma non con me!
Copiare per voler stare nell'altrui panni o essere figure combacianti tanto da non sapere chi sia. Identificazione o semplicemente comodi panni con una forma definita?
RispondiEliminaO infine pigrizia. Perche cercare, limare, elaborare, ritornare sui propri passi, rimuginare, mettere insieme, disfare, ridefinire, infine produrre in forma finita sono azioni che qualche dispendio calorico lo richiedono.
Bravi Pop e Peppe, in stile armonico perfetto
"Bravo Pop, sei una lenza [citation needed]", Roberta.
RispondiEliminaIo, me, cito sempre le fonti quando che le so. E in questo caso ci faccio anche i complimenti, all'autrice (autora?) della fonte.
Poi però ci sono commenti che io mica li capisco fino in fondo in fondo: bisognerebbe essere filosofi profondi come Brocco Uttiglione, qui sulla destra, per arrivarci.
Va bene il Biagio ma io preferivo le patate, di ieri, che, secondo me, andrebbero bene anche oggi.
Hai visto il caso di smaccato plagio citato oggi da .mau.?
RispondiEliminaGrazie, LPN, non lo sapevo. Ho lasciato colà un invito a leggere il mio articolo.
RispondiEliminaJuhan, per me il Python è una filosofia incomprensibile. Ho fatto un giro sul tuo blog e mi sono spaventata: sono entrata nella Matrix? ;)
RispondiElimina@ Roberta
RispondiEliminaBeh, forse per te è meglio il Lisp. Che è semplice e uniforme; dimostrazione: supponiamo di voler calcolare la somma di 3 e 4; in Lisp basta scrivere (+ 3 4) e ottieni 7, come previsto.
Andiamo adesso su qualcosa di più complesso: 2 * (3 + 4). In Lisp lo scriviamo come (* 2 (+ 3 4)). (il punto non fa parte del codice Lisp è solo ortografico).
Se poi scrivi (println "ciao a tutti!") il 'puter scriverà "ciao a tutti!", (senza apici).
Allora come vedi si tratta sempre di liste e la lista viene elaborata in funzione del primo elemento, chiamato head o car. Chiaro e semplice no? Sul blog trovi la continuazione ma credo che puoi andare avanti da sola.
E può sempre servire nella vita, come cantava la Pavone "fatti non foste per viver come bruti..."
Pensato nella notte: c'è qualcuno interessato a un introduzione alla programmazione (in Python, Zenity, Lisp e/o altri linguaggi semplici disponibili gratuitamente) in ambiente Windows? E questi post potrebbero finire in un Carnevale della Matematica?
RispondiEliminada quando in qua il car si chiama anche head? hanno cambiato il lisp da quando l'avevo visto io?
RispondiElimina(per i post sulla programmazione: non essendoci un Carnevale dell'Informatica posso mettere la mia golden share e accettare post informatici :-) )
A juhan: dipende. Se per l'introduzione ustilizzi algoritmi matematici, sì! Interessano e possono entare in un Carnevale.
RispondiEliminaSe riesci a scrivere qualcosa entro l'11 novembre, manda.
Qui le informazioni per il prossimo Carnevale:
http://sciencebackstage.blogosfere.it/2010/10/la-marcia-dei-paperi-sinistri.html
Alla prossima, e complimenti a Pop e a Peppe!
Io, io!
RispondiEliminaTieni conto che le mie uniche conoscenze di programmazione sono un'infarinatura di Pascal e una abbastanza buona conoscenza di DBIII (il tutto abbandonato diciott'anni fa, quando ancora usavo MS-DOS!)
@ .mau.
RispondiEliminaCi hai ragione! al posto di car si usa first (ad es. in newLISP) ma chissà come m'è venuto. Sempre controllare, possibilmente due volte.
@ Gianluigi Filippelli
Non ce la faccio per l'11: ci posso lavorare solo la domenica, ho anche altre cose ma ci tengo a farlo.
Dev'essere una cosa mooolto semplice (come target penserei agli studenti delle scuole medie).
Devo trovare qualcosa di assolutamente free/open source per questo ho pensato a Python (che su Linux va alla grande), a newLISP (per far vedere che non c'è un modo solo per fare le cose, quando ero piccolo il Grande Timoniere della Rivoluzione diceva: "facciamo fiorire 100 fiori"). Adesso cerco se c'è qualcosa per l'interfaccia, sempre su Windoze.
Sperando di non aver promesso troppo ;-)
mi sono un po' perso. Anche per i tuttologi ci sono dei limiti.
RispondiEliminaApprofitto ancora della pazienza & cortesia dell'ottimo Pop. Ho pubblicato un post per chi fosse interessato a essere introdotto alla nobile arte della programmazione. Facile, facile, con il linguaggio più trendy del momento. È solo un assaggio, dipende dalle reazioni se la cosa continuerà, e come.
RispondiEliminaTrovate tutto @ http://okpanico.wordpress.com/2010/10/31/introduzione-a-python-per-utenti-windows/
Come sempre soddisfatti o rimborsati, anzi no: nessuno vi restituirà il tempo perso :-)
ma il linguaggio trendy del momento non è Ruby (on rails)?
RispondiEliminaacqua!
RispondiElimina@ juhan
RispondiEliminaScaricato python! Domani comincio con gli esercizi proposti. Intanto ho linkato il tuo sito a mio figlio, insegnante di laboratorio di Sistemi Informatici. Ciao
Wow, uau! sto diventando popolare e autorevole neanche fossi Alte Piscarte o Federico Moccia o Maurizio Gasparri o Brocco Uttiglione!!!
RispondiElimina... o il professor Fontecedro!
RispondiEliminaCosmico! ;)
Il mio scienziato preferito! Cosmico! ;)
RispondiEliminaEbbene sì, Fontecedro, comico.
RispondiEliminaMa qualcuno ci ha provato? E se sì com'è andata? Continuo?
Perché in alternativa ci sarebbe sempre la Teologia Pastafariana, con inserti in bunga-bunga.
Juhan, non temere di non essere preso sul serio. Il fatto è che la tua grande simpatia ispira accostamenti irriverenti. Continua.
RispondiEliminaPop, sapevo che mi avresti capito!
RispondiEliminaJuhan, io sono niubba (si dice così in gergo?) e prima di applicarmi dovrei capire a cosa mi può servire tutto ciò (limitatamente al Python, del pastafarianesimo ho già utilmente usufruito, dal bunga bunga mi astengo).
E non accetto facili ironie e battute scontate sulle mie incompetenze informatiche, o vai sul pesante o non se ne fa niente. ;)
Roberta Python serve per tantissime cose, anzi di più. Adesso non ti sto a dire di farti un giro su Ubuntu a vedere quanti pacchetti ci sono. E Rkrwido fan Rossum, il benevolente dittatore a vita creatore e mantenitore capo di Python che adesso lavora da Google, è talmente preso che non aggiorna il blog da più di un anno (e io tra un po' lo tolgo anche dalla lista RSS).
RispondiEliminaChe poi vuoi mettere la soddisfazione di interagirci: io lo trovo bello quasi quanto il bunga bunga (per motivi che adesso non è il caso di approfondire, qui davanti a tutti, in casa del Pop).
Laonde per cui, tutto ciò premesso, come direbbe il Picchio (e se leggi il mio blog vedi i suoi commenti), Python è il bene! Allora tutti su Python che domani interrogo.
(println "You are great!")
RispondiEliminaAh, per Pop e tutti, c'è Umberto Eco da Lerner su La7, se ti può interessare.
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