sabato 19 novembre 2011

Per la scuola pubblica


Un invito alle anime belle che scoprono oggi certe storture e privilegi e pensano che il mondo sia nato con loro. Un invito a scoprire la straordinaria attualità di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, morto in una prigione fascista (fu liberato ormai moribondo) a causa delle sue idee: Antonio Gramsci, un comunista (è meglio appuntarsi questa parola, che presto tornerà di moda).

“I clericali parlano spesso e volentieri di libertà della scuola. Ma non si ingannino i lettori. La parola libertà acquista nelle loro bocche un significato tutto suo che non coincide affatto col concetto che della libertà possono avere gli uomini pensanti che non sono clericali. Libertà della scuola significa propriamente per i clericali libertà di essere asini col godimento di tutti i diritti che sono riconosciuti a chi ha studiato. È questa formula «Per la libertà della scuola», una bellissima bandiera che copre una lucrosissima speculazione economica e di setta.

Le scuole private clericali sono floridissime in Italia. Nessuna legge ne inceppa lo sviluppo e la libera esplicazione. Esse possono fare la concorrenza che vogliono alla scuola di Stato. Se sono migliori, se danno ai frequentatori una istruzione migliore di quella che sia possibile trovare nelle scuole pubbliche, esse possono moltiplicarsi all'infinito, possono far pagare le rette che vogliono. Lo Stato riconosce il diritto di comprare la merce «istruzione» dove si vuole.

Ma la merce «istruzione» vale poco in Italia, quantunque costi discretamente. Ciò che vale è la merce «titolo», che viceversa costa pochissimo. E qui incominciano i dolori clericali. Lo Stato tiene il cartello per la merce «titolo». Chi ha «titoli» di studio, li vende specialmente allo Stato, il quale li compra ad occhi chiusi, per ciò che riguarda il loro effettivo valore, ma vuole riservarsi il più assoluto controllo per ciò che riguarda la loro provenienza. Lo Stato, insomma, è sempre disposto a comprare titoli di studio, ma pretende che essi siano stati emessi da uno dei suoi istituti accreditati.

Abbiamo usato un linguaggio economico appunto per mettere meglio in vista il fatto che la questione per cui si agitano i clericali è prettamente economica. Essi vorrebbero vendere allo Stato quanto più merce avariata possono. Vorrebbero conquistare una libertà che sarebbe solo un privilegio per loro, un privilegio per gli studenti che frequentano le loro scuole, a danno della collettività. Non si accontentano di battere moneta che, passando attraverso il controllo degli enti statali, è riconosciuta di corso legale; vorrebbero anche battere moneta falsa, molta moneta falsa, allagarne tutto il mercato italiano, e hanno la pretesa che lo Stato dia anche ad essa corso legale, la accrediti presso le sue Amministrazioni, la accrediti presso le Amministrazioni private, che hanno tuttora la mania di scontare solo valori di Stato. Questa speculazione losca di baratteria i clericali la chiamano «libertà della scuola».”

(da Avanti!, anno XXI, n. 102, 13 aprile 1917, cronache torinesi)


“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”.

(da L'Ordine Nuovo, anno I, n. 1, 1° maggio 1919)


“Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza”.

(da Quaderni dal Carcere, 12 (XXIX): 1932. Appunti e note sparse per un gruppo di saggi sulla storia degli intellettuali)

6 commenti:

  1. Giusto un comunista poteva andare a morire in prigione per infangare il Potere.... Un po' come quegli scrittori che infangano il paese parlando di Mafia.

    Come sappiamo mussolini mandava la gente in vacanza...

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2003/09_Settembre/11/berlusconi.shtml

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  2. Ne sanno una più del diavolo... con quello che costano gli alberghi a Ventotene, a quelli pagava tutto lo Stato.

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  3. Quantomeno allora non ricevevano il contributo dallo stato.

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  4. Verissimo, Enrico. Oggi le scuole cattoliche, che dovrebbero funzionare "senza oneri per lo Stato", come recita la Costituzione, godono in realtà di contributi ed esenzioni, palesi e occulti, che ne fanno diplomifici di scarsa qualità (dati INVALSI), regno del precariato e Bengodi per il sottobosco clientelare dei soliti noti.

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  5. questo testo, molto noto (dovrebbe esserlo), freschissimo nonostante l'età e proprio per questo termometro della crisi attuale e dell'arretratezza in cui ci dibattiamo azitutto a causa di una sinistra già stalinista e brezneviana (vedi napolitano), sempre compromessa col clericalismo, che non ha perso un attimo per dirsi liberale e farsi liberista e mettersi al servizio del capo europeo della commissione trilaterale

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  6. Olympe, siamo arrivati al punto in cui si deve far riscoprire Gramsci. Su Napolitano: non mi sorprende che dopo aver approvato l'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956, oggi approvi quella dell'Italia e della Grecia da parte delle truppe in grisaglia della BCE. Un vero internazionalista...

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