mercoledì 21 dicembre 2011

Cose strane dal mondo


Nella stanza segreta scoperta nella casa dello scrittore normanno Didier Levesque, morto martedì scorso, ogni mercoledì il tempo scorre a ritroso.

Nel 1926 a Canton si perse un tram con tutti i passeggeri.

La nipote di un presidente arabo faceva la prostituta nei pressi di Milano.

Una soluzione dell'equazione di terzo grado di pagina 218 nel testo di algebra del Funès è un numero con un periodo di 18.656 cifre.

Nell’autunno del 1945 nel porto di Napoli scomparve dalla sera alla mattina una nave da guerra americana.

Nell'edizione dei "Viaggi di Gulliver" pubblicata a Edimburgo nel 1972, a circa metà del testo c'è una pagina bianca. Chi vi si imbatte alle 3 del pomeriggio di sabato muore.

Il cognome russo Smerdjakov non deriva da “merda”.

Alla fine dell'Ottocento un orso dello zoo di Berlino leggeva e commentava i necrologi in yiddish.

Un programma di lettura vocale dell'australiana Ayers Inc. legge l'inglese con l'accento di Parma.

Prima di varare provvedimenti che andavano a colpire i poveri, un ministro di un Re Borbone di Napoli dichiarò di ispirarsi a criteri di equità.

Il regista americano Elvis Gutierres ha realizzato un film sulla propria vita che dura 46 anni.

Nel 260 avanti Cristo, prima di perdere la battaglia di Varanasi, il re Arjuna III del Pradesh sognò un nano pelato che prometteva miracoli.

Da una sfera gelatinosa pescata nel 1950 nel lago Titicaca uscì un cane che morse il pescatore.

In francese la parola minette indica l’organo sessuale femminile e, per estensione, una deputata regionale.

In una cantina di Buenos Aires l’illuminazione è fornita da una misteriosa sfera brillante sospesa per aria.

7 commenti:

  1. Sarebbe che la deputata regionale è tale in quanto sineddoche.

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  2. Consiglio a tutti il film di Gutierres, anche se il finale è un po' scontato (su Youtube c'è il trailer).

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  3. Da qualche parte ho letto un'etimologia di strano.

    Strano, allotropo (!) di stranio, di cui è più in uso e col quale ha comune la nozione di straniero, e quella figurata di nuovo, inusitato, fuuori del comune, stravagante, non che l'altra di ruvido, brusco, scortese, quale forse una volta immaginavasi il forestiero, che gli antichi appellavano "barbaro".

    Strano, vero?

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  4. quella del 260 te la frego

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