mercoledì 12 maggio 2021

Crelle e il suo giornale

Si può passare alla storia della matematica senza aver scoperto teoremi importanti o risolto problemi annosi e difficili? Si può. Un esempio è quello che viene dalla figura di August Leopold Crelle (1780–1855), che non fu certamente un grande matematico, ma possedeva qualità che lo resero importante come se fosse stato un grande ricercatore. Queste qualità erano il grande entusiasmo per la disciplina, la capacità organizzativa e l’intuito di individuare un talento eccezionale nei giovani matematici. 

Era figlio di un capomastro impoverito e, se la sua famiglia avesse avuto le risorse, avrebbe studiato matematica, la sua vera passione, ma aveva bisogno di lavorare per vivere. Crelle riuscì a diventare ingegnere civile, trovando poi lavoro come dipendente pubblico nell'amministrazione edile prussiana. Durante gli anni 1816-1826 si occupò della pianificazione e costruzione di molte nuove strade in tutto il paese. Lavorò anche alla progettazione della linea ferroviaria da Berlino a Potsdam, la prima ad essere aperta in Prussia, nel 1838.

 Dotato di grande volontà, studiò la matematica da autodidatta e raggiunse un buon livello di conoscenze. Anche senza aver mai ricevuto un insegnamento formale, all'età di 36 anni presentò all'Università di Heidelberg la tesi De calculi variabilium in geometria et arte mechanica usu e conseguì il dottorato. In quello stesso anno, il 1826, fondò e diresse, per i primi 52 numeri e fino alla sua morte nel 1855, la rivista Journal für diereine und angewandte Mathematik (Rivista di matematica pura e applicata), interamente dedicata alla matematica. Questo giornale era innovativo rispetto a quelli dell’epoca, rivolti alla ristretta cerchia degli addetti ai lavori, in quanto - usando le sue parole, “deve cercare di proporsi a un pubblico ampio in modo da garantirsi longevità e possibilità di perfezionarsi”. Fin dall'inizio il Journal divenne una delle principali e più prestigiose riviste di matematica e ancora oggi è universalmente conosciuta come il “Giornale di Crelle”. Il Journal non cessò mai le pubblicazioni e viene ancor oggi edito da De Gruyter.

Nel 1828 Crelle lasciò il servizio del Ministero dell'Interno prussiano e prese servizio nel Ministero dell'Educazione e degli Affari Culturali. In quella carica, mise a profitto le sue abilità e conoscenze matematiche, lavorando come consigliere per la politica dell'insegnamento della matematica nelle scuole superiori, nei licei tecnici e nei collegi per gli insegnanti. Uno dei risultati del suo interesse per l'insegnamento fu che pubblicò un gran numero di libri di testo e manuali, che ebbero molte edizioni. Trascorse un periodo nell'estate del 1830 in Francia per studiare i metodi di insegnamento usati oltre il Reno. Al suo ritorno in patria scrisse un rapporto in cui elogiava l’organizzazione dell’insegnamento dei francesi, ma era critico nei loro confronti per la grande importanza data alle applicazioni della matematica piuttosto che all’apprendimento matematico a sé stante. In linea con gli ideali neoumanistici allora correnti in Germania, Crelle pensava che il vero scopo dell'insegnamento della matematica risedesse nell'illuminazione della mente umana e nello sviluppo del pensiero razionale. Tuttavia, si sforzò a portare il modello dell'École Polytechnique in Germania perché lo considerava il migliore per formare insegnanti di qualità.

L’intenzione originaria di Crelle quando iniziò il suo Journal era, come indica il titolo, quella di occuparsi allo stesso modo sia della matematica pura che di quella applicata. Cambiò tuttavia idea quando giudicò impossibile trovare articoli di matematica applicata della stessa profondità intellettuale di quelli di matematica pura. La soluzione fu di fondare un secondo giornale per la matematica più pratica, che iniziò le pubblicazioni nel 1829, il Journal für die Baukunst (Rivista di architettura). Questo periodico uscì per 30 volumi, ma la sua vita cessò nel 1851, pochi anni prima della morte del fondatore.

Crelle aveva una sensibilità unica per il genio matematico. Riconobbe immediatamente le capacità di uomini come Abel, Jacobi, Steiner, Dirichlet, Grassmann, Hesse, Jacobi, Kummer, Lobachevsky, Möbius, Plücker, von Staudt, Eisenstein e Weierstrass e si offrì di pubblicare i loro articoli nel suo giornale. In particolare, Crelle si rese conto dell'importanza del lavoro del giovane norvegese Niels Abel e pubblicò diversi suoi articoli già nel primo volume, inclusa la dimostrazione dell'insolubilità dell'equazione quintica con l’uso dei radicali. Abel visitò Crelle a Berlino non molto tempo prima che il Journal iniziasse le pubblicazioni. Egli scrisse al suo maestro Bernt Michael Holmboë nel gennaio 1826: “Non puoi immaginare quanto sia un uomo eccellente, esattamente come uno dovrebbe essere, premuroso e tuttavia non orribilmente affettato come tante persone, del tutto onesto, del resto. Sono con lui in buoni rapporti come lo sono con te o con altri ottimi amici”. Lo stesso Abel aveva fortemente incoraggiato Crelle nella sua impresa editoriale, alla quale collaborò anche il grande geometra svizzero Jacob Steiner.

Crelle usò la sua influenza come consigliere ministeriale e la sua conoscenza con Alexander von Humboldt e altre persone importanti per promuovere le loro carriere. È anche per questa intercessione disinteressata che Crelle merita un posto nella storia della matematica.

2 commenti:

  1. Möbius e Moebius sono la stessa persona ;)

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    1. Ovviamente, a meno che il disegnatore francese abbia incominciato a pubblicare sul giornale di Crelle. Correggo.

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