martedì 21 giugno 2022

Whoroscope, l’esordio modernista di Samuel Beckett

 


Whoroscope è una parola portmanteau, cioè formata dall’unione di altre due parole. Le parole in questione sono whore (puttana) e horoscope (oroscopo). Pertanto, il titolo di questo componimento in versi scritto di getto il 15 giugno 1930 dal poeta, scrittore, saggista e drammaturgo irlandese Samuel Beckett (1906-1989), è stato reso in italiano sia come Puttanoroscopo sia come Oroscopata. Si tratta di un poemetto volutamente arcano, esageratamente intellettuale, pieno di citazioni erudite, turpiloquio e accostamenti blasfemi. Innegabili le ascendenze joyciane di questo centinaio di versi modernisti. 

Il poeta Andrew Goodspeed, in Contemporary Poetry Review, lo definì "Obliquo, resistente e complesso per lo studioso come lo è per il lettore inesperto... squallore per amore dello squallore, indulgenza nell'oscurità, oscurità infinita, oscurantismo inutile, erudizione incomprensibile, riferimento all'introvabile personale e l'occasionale inspiegabile diversione verso ciò che sembra un degrado senza motivo dell'umanità... tentacolare, brusco, divertente, oscuro, disgustoso, fantasticamente referenziale e, soprattutto, annotato. Tradisce l'erudizione provocatoria, il ghigno intellettualistico e il confronto verbale che Beckett adottò presto"

Nel 1930 Beckett stava leggendo la Vita di Cartesio di Adrien Baillet, il quale aveva scritto la prima biografia del filosofo nel 1691. Un aneddoto fornì lo spunto per il tema previsto da un concorso indetto da alcuni intellettuali inglesi residenti a Parigi: il Tempo. Pare infatti che Cartesio fosse restio a dichiarare la sua data di nascita, temendo che qualche astrologo potesse da essa ricavare la data di morte. Un altro fatto che fece da spunto fu la disgustosa abitudine del filosofo di mangiare uova covate a lungo. 

Il poemetto si apre con Cartesio che dà al suo servitore Gillot un uovo affinché glielo cucini. Ma l’uovo è troppo fresco e Cartesio si raccomanda a Gillot affinché aspetti che sia abbastanza guasto e vecchio prima di prepararglielo. Si alternano così versi in cui Cartesio chiede a che punto è l’uovo ad altri in cui si lascia andare a ragionamenti più o meno oscuri. 

Forse perché gli altri partecipanti avevano inviato opere piuttosto scadenti, o per l’audacia stilistica dell’opera, lo scrittore Richard Aldington, che aveva l’incarico di selezionare i testi, non ebbe dubbi nell’assegnare al giovane Beckett l’alloro del vincitore e un premio di dieci sterline. 

Whoroscope venne pubblicato in un’edizione limitata di 300 copie in ottavo a Parigi da The Hours Press (una di queste oggi costa una fortuna). Fu la prima opera di Beckett ad uscire autonomamente in volume. E, di fatto, aprì la strada alla sua carriera. 

L’originale si può trovare in rete in diversi indirizzi, ad esempio qui, dove compaiono le note originali fornite dall’autore. Personalmente ho azzardato un adattamento, aggiungendo in corsivo alle note di Beckett alcuni chiarimenti che ritengo utili per la comprensione dell’opera, sempre che sia possibile capirla del tutto. 


Oroscopata 

Che cos'è? 
Un uovo?1 
Per i fratelli Boot2 puzza di fresco. 
Datelo a Gillot3

Galileo come stai? 4 
e i suoi terzi consecutivi! 
lo schifoso vecchio copernicano pendolatore di pesi, figlio di una vivandiera! 
Ci stiamo muovendo, disse ce ne andiamo - Porca Madonna!
come un nostromo o un sacco di patate 
impostore alla carica 
Non si sta muovendo, sta commuovendo

Che cos'è? 
Un po' di fritto di verdure o uno ai funghi? 
Due ovaie frustate con prosciutto*? 
Per quanto tempo l'ha uterato, quella piumata? 
Tre giorni e quattro notti? 
Datelo a Gillot 

Faulhaber, Beeckmann e Pietro il Rosso5
arrivano ora nella valanga nuvolosa o nella nuvola cristallina rosso sole di Gassendi 
e vi prenderò a sassate tutte le galline e mezzo 
o in mezzo alla giornata metterò una lente a collo di bottiglia sotto la coperta 
Pensare che era mio fratello6, Pierre il Colosso, 
e non un sillogismo fuori da lui 
non più che se ci fosse dentro ancora papà. 
Ehi! Passa sopra quelle monetine 
dolce sudore macinato del mio fegato ardente! 
Erano i giorni in cui sedevo nella stanza bollente. 
gettando Gesù fuori dal lucernario. 
Chi è quello? Hals7
Fatelo aspettare. 

La mia strabica suonata8
Io mi nascondevo e tu cercavi. 
E Francine, mio prezioso frutto di feto casalingo! 
Che esfoliazione! 
La sua piccola grigia epidermide scorticata e le tonsille scarlatte!9 
La mia unica bambina 
Flagellata da una febbre a ristagnare sangue torbido-Sangue! 
Oh Harvey10 amato 
Come potranno il rosso e il bianco, i molti nei pochi, 
(caro Harvey turbinoso di sangue) 
vorticare attraverso quel battitore incrinato? 
E il quarto Enrico venne alla cripta della Freccia11
Che cos'è? 
Per quanto tempo? 
Sieditici sopra. 

Un vento diabolico scagliò la mia ricerca disperata di pace 
contro le aguzze guglie dell'unica signora: 
non una o due volte ma... 
(Corpo di Cristo, covalo!) 
in un solo annegamento di sole 
Gesuitastri per favore copiate). 
Quindi avanti con le calze di seta 
il completo in maglia e la pelle morbida... 
che dico, il tessuto morbido... 
E avanti verso Ancona, sul luminoso Adriatico12
e addio per un attimo alla chiave gialla dei Rosacroce. 

Non sanno cosa fece il maestro di ciò che fanno, 
che il naso sia toccato dal bacio di tutti 
aria marcia e dolce, 
e i tamburi, e il trono dell'entrata fecale, 
e gli occhi dai suoi zig-zag 
Quindi Lo beviamo e Lo mangiamo13 
e il Beaune acquoso e i pezzetti stantii di pane Hovis
perché Egli può danzare 
più vicino o più lontano dal Suo Sé Danzante 
e un triste o vivace come chiede il calice o il vassoio 
Com'è, Antonio? 
Nel nome di Bacon mi tirerai fuori quell'uovo. 
Devo ingoiare i fantasmi delle caverne? 

 Anna Maria!14 
Legge Mosè e dice che il suo amore è crocifisso. 
Purtroppo! Purtroppo! 
È fiorita e appassita, 
un pallido parrocchetto abusivo in una finestra di maggio. 
No, credo a ogni sua parola, te lo assicuro 
Sbaglio, ergo sum
Il timido vecchio struscione! 
suonò e diede le gambe15 
e si abbottonò il gilet redentorista. 
Non importa, che passi. 
Sono un ragazzo audace lo so 
quindi non sono mio figlio 
(se mai fossi un portinaio) né quello di Joachim mio padre 
ma la scheggia di un bastone perfetto16 che non è né vecchio né nuovo, 
il petalo solitario di una grande rosa alta e brillante. 

Sei maturo finalmente, 
il mio stronzetto pallido in doppiopetto 
Quanto odora forte, 
questo aborto di un neonato! 
Lo mangerò con una forchetta da pesce. 
Bianco e tuorlo e piume. 
Poi mi alzerò e mi muoverò commosso 
verso Raab delle nevi, 
l'amazzone assassina confessata dal papa di mattina, 
Cristina lo squartatore17
Oh Weulles18 
risparmia il sangue di un Franco 
Che ha salito i gradini amari, 
(René du Perrron...!) 
e concedimi la mia seconda 
imperscrutabile ora senza stelle. 


Note

1. René Descartes, Seigneur du Perron, amava la frittata di uova covate da otto a dieci giorni; di più o di meno sotto la gallina e il risultato, dice, è disgustoso. Teneva per sé la data del proprio compleanno in modo che nessun astrologo potesse prevedere la data della sua morte. La Spola di un uovo puzzolente pettina l’ordito dei suoi giorni. 

2. Nel 1640 i fratelli Boot rifiutarono Aristotele a Dublino. 

Beckett aveva trovato questo dettaglio in un libro dello storico e filosofo John Pentland Mahaffy, che racconta di come i fratelli Boot furono incoraggiati dall’erudito arcivescovo anglicano James Ussher a pubblicare la loro refutazione di Aristotele, “che avevano pensato da tempo e costruito in reciproca conversazione”. Il testo fu pubblicato nel 1642 (e non nel 1640) a Dublino. 

3. Descartes passava i problemi più facili di geometria analitica al suo cameriere Gillot. 

L’ugonotto Jean Gillot, aiutante di Cartesio, risolveva i problemi di matematica giudicati troppo banali dal suo padrone. 

4. Fare riferimento al suo disprezzo per Galileo Jr., (che confuse con il più musicale Galileo Sr.), e ai suoi opportuni sofismi riguardo al movimento della Terra. 

Beckett fa riferimento a Vincenzo Galilei, padre di Galileo, grande liutista e teorico musicale, che aveva riscoperto la proporzione tra le frazioni di numeri interi e le scale armoniche. Da qui l’accento ai “terzi consecutivi” della riga successiva. Galileo apparteneva alla generazione precedente a quella di Cartesio, ma il francese sosteneva di aver scoperto per primo la legge quadratica inversa della caduta dei corpi e, in una lettera a Mersenne del 1638, criticava il metodo scientifico del pisano. Cartesio concepiva il movimento solo in un mezzo e rifiutava di ammettere che le astrazioni, fisicamente irrealizzabili, possono servire al progresso della scienza. Gli mancava il senso delle condizioni dell'applicazione della matematica a questioni diverse da quelle dei numeri, delle forme e delle grandezze geometriche, sentimento che Galileo possedeva, al contrario, al massimo grado. 

* In italiano nel testo. Nel secondo caso è probabile un gioco di parole Prosciutto/Prostata. 

5. Risolse i problemi presentati da questi matematici. 

L’olandese Isaac Beeckman, che aveva conosciuto a Breda, il tedesco Johann Faulhaber, conosciuto a Ulm, e Peter Roten di Norimberga (Pietro il Rosso) furono colpiti dalle abilità matematiche di Cartesio. Pierre Gassendi fu un oppositore della teoria della conoscenza di Cartesio perché non basata sull’esperienza dei sensi. 

6. Il tentativo di truffare la parte del fratello maggiore Pierre de la Bretaillière - Il denaro che aveva ricevuto come soldato. 

Pierre Descartes, signore de la Bretaillière, magistrato e deputato al parlamento di Bretagna, era il fratello maggiore di Cartesio. I due ebbero delle dispute sul possesso e la vendita di alcuni terreni appartenuti alla famiglia. Troppo dedito agli studi e in cerca di mezzi di sostentamento, Cartesio invidiava la sicurezza economica dei parenti più prossimi, ottenuta grazie ad accurati investimenti immobiliari e all’ottenimento di cariche. 

All’età di 25 anni, ottenne un'eredità dalla defunta madre e si assicurò il permesso di suo padre di vendere alcune fattorie e case nel Poitou, forse con l'intesa che avrebbe utilizzato il ricavato per acquistare un redditizio ufficio di rifornimento dell'esercito francese. Ma non fece nulla del genere, e il reddito di 40.000 lire realizzate dalle proprietà del Poitou e da altri immobili venduti nel corso degli anni - forse da sei a settecento lire all'anno - furono usati per assicurare a Cartesio quella "modesta indipendenza" che significava che poteva scrivere filosofia per il resto della sua vita. 

Come orgogliosamente scrisse nel Discorso, "non ero, grazie al cielo, in una condizione che mi obbligasse a fare merce di scienza per il miglioramento della mia fortuna". Rifiutandosi di acquistare un ufficio, non mostrando alcun interesse a sposare un'ereditiera, divenne, un parassita di famiglia. Forse, nel 1628, ne aveva avuto abbastanza di tutta quella disapprovazione familiare e, all'età di 32 anni, prese il denaro e corse in Olanda, per non rivedere mai più suo padre, o per non avere più a che fare con il fratello maggiore, tranne quando aveva bisogno di più soldi. 

7. Franz Hals. 

Frans Hals (1580 – 1666) fu un pittore olandese contemporaneo di Rembrandt, come lui protagonista del Secolo d’Oro della pittura olandese. Eseguì il più famoso ritratto di Cartesio. 

8. Da bambino giocava con una ragazzina strabica. 

I biografi sostengono che Cartesio considerava positivamente questo difetto dell'amica di poco più grande di lui. 

9. Sua figlia morì di scarlattina all'età di sei anni. 

Figlia illegittima di Cartesio e di Helena van der Strom, Francine morì di scarlattina nel 1641 ad Amersfoort, nei Paesi Bassi. Poco dopo morì anche la madre, liberando il filosofo da accuse presenti e future di immoralità. 

10. Onorava Harvey per la sua scoperta della circolazione del sangue, ma non ammetteva che egli avesse spiegato il movimento del cuore. 

11. Il cuore di Enrico IV fu portato al collegio dei Gesuiti di La Flèche mentre Descartes vi era ancora studente. 

Cartesio fu, tra il 1604 e il 1612, tra i primi studenti dell’istituzione voluta dal sovrano. 

12. Le sue visioni e il pellegrinaggio a Loreto. 

Cartesio visse all’estero la maggior parte della sua vita da adulto, soprattutto in Olanda. Anche la vita militare (era un volontario non retribuito, avendo propri mezzi e un valletto) era per lui l’occasione per viaggiare e conoscere persone, luoghi, usi e costumi. Come racconta egli stesso nel Discorso sul metodo, “Perciò, appena l'età mi permise di uscire dalla soggezione de' miei precettori, lasciai interamente lo studio delle lettere; e deciso a non cercare più conoscenza di quella che si potrebbe trovare in me o nel grande libro del mondo, impiegai il resto della mia giovinezza a viaggiare, a vedere corti ed eserciti, ad associarmi con persone di vari stati d'animo e condizioni, per raccogliere varie esperienze, per mettermi alla prova negli incontri che la fortuna mi proponeva, e ovunque per fare tali riflessioni sulle cose che si presentavano da cui potevo trarne profitto”

La notte del 10 novembre 1619 Cartesio fece tre sogni. Si era all'inizio della Guerra dei Trent'anni ed egli approfittò di una tregua per rinchiudersi per l'inverno in una stanza riscaldata da una stufa in Baviera. Questi tre racconti di sogni, cui Beckett fa cenno (come il “vento diabolico" che soffia nel secondo di essi) sono riportati, in francese, dal Baillet, che li aveva tradotti da un documento autografo di Descartes, scritto poco dopo questi sogni, in latino. 

Tra i molti paesi che Cartesio visitò c’era l’Italia, dove si recò per esaudire un voto fatto dopo i sogni che gli ispirarono la sua filosofia e l’abbandono della vita militare. Si recò infatti in pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto. Durante il soggiorno in Germania, cercò invano di mettersi in contatto con qualche membro della misteriosa setta dei Rosacroce. 

13. La sua sofisticheria eucaristica, in risposta al giansenista Antoine Arnauld, che lo sfidava a conciliare la sua dottrina della materia con la sua dottrina della transustanziazione. 

Questa parte è una evidente parodia del rito eucaristico sotto le due specie del pane del vino. Beaune è una località della Borgogna nota per i suoi eccellenti vini. Insomma, pane intinto nel buon vino di Borgogna. Hovis è una nota marca di pane e biscotti. I giochi verbali continuano con Bacon, che può essere il filosofo naturale Francis Bacon o la pancetta da friggere con le uova. 

14. Schurmann, l'intellettuale olandese, pia allieva di Voetius, avversario di Cartesio. 

Anna Maria van Schurman fu una pittrice, poetessa e studiosa, nota soprattutto per la sua eccezionale cultura e la sua difesa dell'educazione femminile. Era una donna altamente istruita, che eccelleva in arte, musica e letteratura, e divenne esperte in quattordici lingue, tra cui latino, greco, ebraico, arabo, siriaco, aramaico ed etiope, oltre a varie lingue europee contemporanee. Fu anche la prima donna a studiare non ufficialmente in un'università olandese. Fu amica del teologo calvinista Gisbertus Voetius (Gijsbert Voet), che continuò a polemizzare con Cartesio per tutta la vita. 

15. Sant'Agostino ha una rivelazione nel boschetto e legge San Paolo. 

Un altro gioco di parole: “He tolle'd and legge'd” (suonò e diede le gambe), che richiama le parole latine tolle, lege (prendi e leggi), che sant’Agostino udì nella macchia prima di convertirsi. 

16. Egli prova Dio per esaustione. 

Il metodo di esaustione è un procedimento geometrico, attribuito ad Eudosso di Cnido, per calcolare aree di varie figure geometriche piane. Consiste nella costruzione di una successione di poligoni che convergono alla figura data. L'area della figura risulta essere quindi il limite delle aree dei poligoni. Ad esempio, all'aumentare del numero dei lati dei poligoni le figure tenderanno ad avvicinarsi alla forma del cerchio, considerato il poligono con infiniti lati e quindi il più perfetto. Cartesio adottò un metodo simile per dimostrare l’esistenza di Dio, Secondo il filosofo, infatti, l’esistenza di Dio può essere conosciuta mediante una semplice considerazione della sua natura e Cartesio cercò di dimostrare questa tesi partendo dalla premessa che dire che qualcosa è contenuto nella natura o nel concetto di un ente equivale a dire che quel qualcosa è vero dell’ente in questione aggiungendo che un’esistenza necessaria e perfetta è contenuta nel concetto di Dio. E se Dio è perfetto, allora esiste. Un’altra versione un po’ deboluccia dell’argomento ontologico. 

17. Cristina, regina di Svezia. A Stoccolma, in novembre, chiedeva a Cartesio, che era rimasto a letto fino a mezzogiorno per tutta la vita, di essere con lei alle cinque del mattino. 

Una delle teorie più accreditate riguardo alla morte di Cartesio alla corte svedese spiega che morì di polmonite perché le stanze dove lo riceveva la Regina prima dell'alba erano troppo fredde. Qui Beckett paragona Cristina a Raab, la locandiera (o prostituta?) biblica che accolse e protesse a Gerico due spie israelite prima dell’assalto degli Ebrei, fu risparmiata con la sua famiglia durante la conquista e avrebbe poi sposato uno dei progenitori di Cristo. 

18. Weulles, medico peripatetico olandese alla corte svedese, nemico di Cartesio. 

Johan van Weulles era un medico di corte a Stoccolma, che alcuni accusarono di aver avvelenato il filosofo francese. Il miglior medico della regina, il suo «protomedico», era francese. Si chiamava du Ryer, ed era amico di Cartesio, di cui ammirava le opere, ma il caso volle che, quando Cartesio cadde malato, du Ryer fosse lontano da Stoccolma. La regina, perciò, inviò al filosofo il suo «secondo dottore», l’olandese Weulles. Secondo Baillet, Weulles era “nemico giurato di Cartesio fin dai tempi dell'offensiva sferrata contro di lui dai pastori e dai teologi di Utrecht e di Leida”. Weulles era stato alleato dei membri anticartesiani dell'ambiente accademico olandese, e per di più, stando sempre a Baillet, voleva “vedere Cartesio morto”. Baillet menziona la voce che cominciò a circolare subito dopo il decesso del filosofo: che fosse stato avvelenato da Weulles d'intesa con altri personaggi della corte, gelosi del suo posto nel cuore della regina; altri odiavano la sua filosofia e lo consideravano un ateo. Cartesio era un cattolico e la regina, come la maggior parte dei suoi sudditi, era luterana. Molti temevano l'influenza di un cattolico sulla sovrana, la quale, ironia della sorte, si sarebbe poi convertita al cattolicesimo, abdicando e stabilendosi poi a Roma (“confessata dal papa di mattina”).

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