Nature and nature's laws lay hid in night;
God said "Let Newton be" and all was light.
(Alexander Pope)
Uomo colto ed eclettico, Edmond Halley (1656-1742) partecipò intensamente alla vita sociale e politica londinese, ma fu soprattutto al centro della comunità scientifica inglese in uno dei suoi momenti di massimo splendore. Nel 1686 divenne assistente della segreteria della Royal Society. Durante una delle tante discussioni scientifiche all’interno dell’illustre consesso, Christopher Wren (1632–1723) pose a lui e a Robert Hooke (1635-1703) la domanda su quale legge governasse il moto dei pianeti. Hooke rispose di conoscere la legge che governava la caduta dei gravi, che era la stessa responsabile del moto dei pianeti, senza tuttavia fornire alcuna prova a sostegno della sua affermazione. Wren era scettico e Halley decise di affrontare il problema, senza venirne a capo. Qualche mese dopo, Halley fece visita a Isaac Newton, che a quell’epoca ricopriva la cattedra di professore di matematica all’università di Cambridge, e gli riferì del colloquio.
I dettagli della conversazione tra i due uomini di scienza sono noti solo da memorie pubblicate trenta o quarant’anni più tardi. Secondo il resoconto di John Conduitt, di cui ho già avuto modo di occuparmi a proposito del celebre aneddoto della mela, Halley avrebbe chiesto a Newton “… che cosa pensasse della Curva che sarebbe descritta dai Pianeti supponendo che la forza d’attrazione verso il Sole sia il reciproco del quadrato della loro distanza da esso”. Una versione alternativa fu fornita dallo stesso Newton, in una nota in cui dice che Halley gli avrebbe chiesto che “se avessi saputo quale figura descrivevano i Pianeti nelle loro orbite intorno al Sole, sarebbe stato assai desideroso di avere la mia dimostrazione”, per cui la domanda di Halley sarebbe stata meno circostanziata e l’importanza del precedente colloquio alla Royal Society con Wren e Hooke assai minore. In seguito Hooke avrebbe reclamato di essere stato il primo ad intuire la legge quadratica inversa, ma già in quegli anni la comunità scientifica non era propensa a dargli credito: Alexis Clairaut, uno dei primi e più eminenti successori di Newton nel campo degli studi gravitazionali (diede per primo una soluzione approssimata del problema dei tre corpi), dopo aver recensito gli scritti di Hooke, scrisse intorno al 1760 che essi manifestavano “quale distanza ci sia tra la verità intuita e la verità dimostrata”.
Nel colloquio con Halley, Newton sostenne che la legge aveva proprio quella forma quadratica inversa, perché egli stesso l’aveva già dimostrato in uno scritto di nove pagine (poi noto con il titolo De motu corporum in gyrum, Il moto dei corpi nelle orbite), che sfortunatamente aveva perduto. Si offrì tuttavia di riscriverlo, e glielo fece avere nel successivo mese di novembre del 1684. Halley colse subito l'importanza di questo studio e si adoperò per convincere Isaac Newton a preparare e pubblicare un’opera più completa. Egli inoltre relazionò i contenuti del manoscritto di Newton alla Royal Society il 10 dicembre successivo. Tre anni dopo il colloquio, nel 1687, comparvero i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (noti come Principia), in edizione latina.
L’opera fu pubblicata a spese dello stesso Halley, che scrisse anche l’elegante poesia latina in onore di Newton che fa da prefazione a tutte le prime tre edizioni latine dell’opera (1687, 1713 e 1726), ma non compare nella prima edizione inglese del 1729. Il futuro Astronomo Reale (lo sarebbe stato dal 1720 fino alla morte), che nella Synopsis Astronomia Cometicae (1705) avrebbe predetto il ritorno della cometa che oggi porta il suo nome, era infatti, come molti intellettuali e scienziati del suo tempo, assai versato nelle lettere classiche e nell’arte poetica. Ciò gli consentì di essere anche filologo, traduttore e curatore di antichi trattati scientifici, come il De sectione rationis di Apollonio di Perga, le Coniche e il De sectione cylindri et coni di Sereno di Antinoe, gli Sphaerica di Menelao di Alessandria (pubblicato postumo nel 1758). Per tradurre in inglese o in latino alcune di queste opere, di cui erano rimaste solo traduzioni arabe, imparò persino quella lingua.
La poesia che introduce i Principia di Newton, rivela influssi lucreziani e riflette anche nello stile le idee epicuree e scettiche dell’autore, che lo avrebbero anche messo in contrasto con le gerarchie ecclesiastiche anglicane e che ostacolarono la sua carriera. Eccone una traduzione assai libera:
A
L’ILLUSTRE SIGNORE
ISAAC NEWTON
E ALLA SUA OPERA MATEMATICA E FISICA
Segno distinto della nostra Epoca e Nazione
Evviva! Tu osservi la legge dei Cieli,
& ciò che bilancia la Massa divina,
e computi anche le leggi generali che Giove,
Creatore dell’universo, non volle violare,
ma pose a eterno fondamento della sua opera.
Gli intimi recessi dei cieli conquistati sono ora palesati,
né più nascosta è la Forza che fa girare i Pianeti più lontani.
Il Sole seduto sul suo trono comanda a tutte le cose
di tendere verso di lui, né consente che il corso
delle stelle sia retto, poiché attraverso il vuoto smisurato
si muovono, ma con Egli stesso al centro che dà loro velocità
lungo Ellissi immobili. Ora conosciamo quanto rapido
sia il moto delle temute Comete; né più siamo presi
dal panico di fronte all’apparire di Stelle barbute.
Finalmente apprendiamo perché l’argentea Febe
sembrava una volta procedere con passo irregolare,
come se disprezzasse di adattare il suo cammino
ai numeri degli Astronomi antichi; perché regrediscono
i Nodi, e perché progrediscono gli Equinozi.
& apprendiamo con quali Forze la vagante Cinzia
costringe i flussi e riflussi delle onde ribelli del Mare,
come ritrae le acque, come asciughi le rive sospette ai marinai;
che si guardano dalle pericolose rive sabbiose;
e come invece porti i suoi frangenti alti sui litorali.
Gli Argomenti che irritavano le menti degli antichi Sofisti,
e che frustavano le accese e vane dispute dei nostri Dottori
sono ora evidenti; alla luce della Ragione le nubi dell’ignoranza
sono disperse dalla Matematica. Coloro sui quali
la delusione getta il suo cupo manto funebre,
rinati ora sulle ali che il Genio presta loro
possono penetrare nelle dimore degli Dei
e scalare le altezze dei Cieli. O uomini mortali!
Alzatevi! E, gettando via le vostre cure terrestri,
apprendete la potenza della Mente celeste,
il suo pensiero e la vita lontana dal gregge rinchiuso!
Colui che con le tavole delle leggi una volta
bandì il furto e l’omicidio, che soppresse
l’adulterio e i Crimini di spergiuro;
e mise i popoli vaganti nelle città cinte da mura
fu il Fondatore dello stato. Mentre colui
che con i doni di Cerere benedisse la razza umana,
o colui che pigiando l’Uva ottenne un medicamento per la cura,
o colui che mostrò come sul tessuto fatto dalle canne
che crescono lungo il Nilo si possano scrivere simboli
di suoni e così esporre agli Occhi le Voci; l’umana sorte illuminò,
bilanciando così le miserie della vita con qualche felicità.
Ma ora siamo ammessi al banchetto degli Dèi, gli alti
affari dei Cieli ci è concesso trattare, e ora
l’immutabile ordine della Terra e delle cose ci è chiaro,
e tutti i tempi prima nascosti della sua storia ci appaiono.
Grazie a Talia celebrate con me cantando,
voi che ora vi nutrite del nettare celeste,
NEWTON che ha aperto con la chiave lo scrigno della verità,
NEWTON caro alle Muse, nel cui puro cuore Febo
è presente, con tutta la sua radiante mente Divina,
né più vicino è lecito a un mortale avvicinarsi agli Dei.
EDM. HALLEY
Beh, allora aspettiamo Erasmus Darwin ed il suo "The Botanic Garden" (faccio le richieste come al giuebox, come direbbe juhan)
RispondiElimina1 articolo £.50, 3 articoli £.100.
RispondiEliminaUnendomi alla richiesta del Peppe annuncio che sono disposto a versare la mia kwota; ma con £ si devono intendere sterline o le nostre vecchie Lit? O Pop sa già che presto usciremo (prima che ci caccino) dall €?
RispondiElimina£. sta per Lit. anche se ha un taglietto solo (non avevo voglia di andare a cercare il carattere acconcio).
RispondiEliminaE la Cometa di Halley ferì il velo nero
RispondiEliminaChe immaginiamo nasconda la felicità ...
ahha, non c'entra, ma mi è piaciuta troppo... :-)
ehmm... io poi aspetto un articolo sui medicamenti.... :-):-)
pago, pago...
ciao Pop,
g
Allora, gli articoli richiesti sono:
RispondiElimina- I medicamenti de La Scienza in famiglia (Giovanna);
- Notazione e algoritmi algebrici ai tempi del Pacioli (Aidel e Juhan);
- The Botanic Garden di Erasmus Darwin (Peppe e Juhan).
In totale fanno Lit. 100 che mi dovete collettivamente non appena gli avrò suonat... pubblicati tutti. C'è altro?
Con quel "c'è altro?" ti sei messo in una bella bega, Pop, spetta mo' che vado a rompere il salvadanaio con le 100 lire che tenevo da parte per ricordo...
RispondiEliminaquando si dice che prima o poi tutto torna utile...
Mi rimetto alle richieste dei miei colleghi. Però una domandina: non si potrebbe fare in nero, e se sì a quanto?
RispondiEliminaJuhan, che domande fai? Siamo in Italia! Facciamo 80 Lit. in contanti o con assegno intestato a mia moglie. Di più non posso, mi sveno. E poi ho appena riparato il furgone. E siamo stufi di lavorare per pagare la bella vita a lorsignori.
RispondiEliminaSenti Popinga, io cinquanta lire non le ho. Arrivo a due lire, un'arpa, tre ribeche e quattro fidule. Bastano per un articolo che magnifichi il buon vecchio sistema tolemaico?
RispondiEliminaColapesce: l'arpa (celtica) ce l'ho, una riproduzione di quella di Brian Boru. Una ribeca mi interesserebbe. Possiamo fare l'affare quando mi occuperò dell'utilità del sistema tolemaico.
RispondiEliminaIo posso contribuire, forse, aggratis, per il bene della scienza: se si va sul lato pseudo posso fornire cultori e esperti in quantità. Roba che Giacobbo neanche s'immagina.
RispondiEliminaMmmm... A questo punto dovrei anch'io fare qualche proposta.
RispondiEliminaDel tipo: un articolo sui satelliti di Marte descritti da Swift nei viaggi di Gulliver, e della loro somiglianza con quelli poi scoperti. O sull'immaginaria "seconda luna terrestre", citata anche da Verne, e su tutti gli altri pianeti e satelliti immaginari del sistema solare. Oppure un articolo sulla cosmologia di Eureka di Poe. O magari un pezzo su quel fenomeno ottico che viene definito "fata Morgana", a cui Pindemonte dedico' uno dei suoi poemetti. O su un altro fenomeno ottico, il fantasma di Pepper, e su come venisse usato nei teatri per far apparire e scomparire i fantasmi del canto di Natale di Dickens. O un articolo su tutta la scienza usata come metodo di analisi dei testi letterari (mi riferisco a fantastiche opere come "Sulla possibilità o impossibilità che il conte Ugolino sbramasse il digiuno colle carni dei proprj figli morti per esso. Disamina fisiologico-patologica e medico-legale di un professore di medicina toscano", o ai tentativi di identificazione della specie di insetto in cui Gregor Samsa si trasformo', effettuati da Nabokov). Oppure... No, mi fermo.
Non ti faccio proposte, perche' spero sempre di aprire il blog e trovare qualcosa di nuovo e inaspettato, come spesso accade. E quindi, spiacente, ma le lire me le tengo ben strette (non sia mai che prima o poi si ritorni a usarle!), e aspetto che tu mi stupisca. So gia' che lo farai. :)
Ah, pero', a pensarci bene, una richiestina ce l'avrei: quando ero piu' piccola ero andata a una conferenza in cui si parlava del fatto che l'elettromagnetismo, appena scoperto, veniva considerato come qualcosa di estremamente strano e misterioso, e c'era anche chi aveva ipotizzato si trattasse dell'energia psichica scaturita dai defunti. Nella conferenza si menzionava un racconto di Kipling proprio su questo tema, racconto che pero' non sono mai riuscita a trovare. Se mi scovi il titolo, ti prometto tutta la mia collezione di monete da 10 lire. :)
RispondiEliminaPopinga credo che dovresti dar retta alla vulcanica Gavagai. Ma nel fare ciò potresti suggerire alla stessa di condividere tutta (o almeno parte) di quella roba creando un blog!
RispondiEliminaVero che potrei chiederglielo io ma non mi oso, come si dice a Türin, con lei mi sento un po' genà.
OK, torno a lavorare che sono indietro.
Ragazzi, sono deliziato e intimorito dalle vostre manifestazioni di stima e dalla fiducia che mi accordate. Sniff... Spero di non deludervi.
RispondiEliminaGavagai, non so se c'entra, ma la sorella di Kipling era una medium, Alice Fleming Kipling, che usava lo pseudopnimo di "La signora olandese". Forse lo trovi, così, quel racconto che cerchi, O magari non c'entra un fico secco, ecco, E' che a me se qualcuno ceca qualcosa mi viene da cercare anche ammè. Certe volte non so nemmeno cosa cerco, nè il perchè, a dire la verità, ma dopo mi ci appassiono lo stesso. Perciò adesso se lo trovate ditemelo, per favore.
RispondiEliminaB
B.: Anch'io sono come te: se qualcuno cerca mi metto anch'io. Finora nisba, ma non demordo.
RispondiEliminaBeh io intanto mi son letta queste cose, dove Kipling è citato e poi certe cose sono aneddoti carini, come quello di dire che Conan Doyle nella vita era più Watson di Holmes
RispondiEliminaCorrispondenze incrociate =
http://www.misteria.org/index_file/copia%20di%20index_file/misteria/libro_dei_fatti.htm
http://www.griseldaonline.it/percorsi/zullo_link7.htm
http://mcnab75.livejournal.com/301835.html
e poi c'è un racconto "Il Vampiro"
Lo sai Popinga che ci sono molti programmi di liceo bellissimi, cqui sulla rete, con dei percorsi di studi particolari e non scontati, che non te li metto perchè sono andata fuori tema, ma me li sono guardata tutti, sai come i corsi monografici che si facevano all'università, certe volte. I suggerimenti di Gavagai hanno un filo conduttore, che se leggi sopra lo trovi.
Io sasso sempre un tizio gentilissio della cineteca di Bologna che è tanto gentile che mi risponde sempre sai. Io gli dico Mi ricordo questo e quello, a volte senza titolo, nè attori, solo con dei ricordi vaghi di scene lontanissime e lui mi trova i titoli, dice che è un piacere, mah, sarà vero?
Comunque cercare mi è sempre piaciuto tantissimo.
Popinga, ci fai una caccia la tesoro, eh?
Troppo infantile, come richiesta?
Pensaci dai
Ciao
B
@Popinga,B., e gli altri allegri cercatori di tesoro
RispondiEliminaNon perdeteci troppo tempo, in fondo il conferenziere potrebbe aver sbagliato autore, chissà... Comunque la storia della sorella di Kipling non la conoscevo, è interessante, anche se non mi stupisce (in fondo in quel periodo un po' tutta l'elite intellettuale si interessava di spiritismo, anche in Italia - vedi i vari Schiaparelli, Lombroso, Gandolin, eccetera).
In ogni caso grazie di tutto, gente!
@Juhan
Mha, l'idea di avere un blog mi piacerebbe, ma ho paura di non riuscire a stargli dietro... In fondo un blog è un impegno... se non si ha il tempo di curarlo non si può mica poi ucciderlo o, peggio, abbandonarlo, no? (e non essere genà a chiedere, che in fondo siamo quasi concittadini, visto che passo buona parte della mia settimana a Torino) :)
Gavagai: questo blog ha già ospitato più che volentieri articoli in sintonia con il suo spirito. Se vuoi, quando vuoi, come vuoi, senza impegno... (per la serie: via Mourinho, incomincia la campagna acquisti). Cerea.
RispondiEliminaAdesso sono un po' più incasinata, ma più avanti... Davvero, Pop, sarebbe un onore per me. :)
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