mercoledì 25 agosto 2010

Van Gogh e la galassia M51

Vincent Van Gogh è sempre stato un attento osservatore della volta celeste. In molte opere eseguite negli ultimi anni della sua vita, il cielo stellato, rappresentato con cura al di là dello stile particolare della sua pittura, occupa un posto preminente. Nella tarda estate del 1888 realizzò ad Arles Esterno di caffè, di notte (Kröller-Müller Museum, Otterlo), nel quale si riconosce la costellazione dell'Acquario. Sempre ad Arles dipinse, nel settembre dello stesso anno, Notte stellata sul Rodano (Musée d’Orsay, Parigi) dove si individua facilmente la costellazione dell'Orsa Maggiore, particolare confermato da una lettera al fratello: “Sto lavorando (...) a uno studio del Rodano, della città illuminata dai lampioni a gas riflessi nel fiume blu. In alto il cielo stellato con il Gran Carro, un luccichio di rosa e verde sul campo blu cobalto del cielo stellato, laddove le luci della città e i suoi crudeli riflessi sono oro rosso e verde bronzeo (...)".


La precisione di certe rappresentazioni ha destato l’interesse degli astronomi. Paesaggio con covoni e luna nascente (Kröller-Müller Museum, Otterlo), che Van Gogh realizzò dall'interno della sua cella nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence, è stato datato con precisione al 13 luglio 1889, alle 21:08, dall’equipe guidata da Donald Olson della Texas State University, sulla base della posizione della luna piena rispetto alle colline sullo sfondo e della presenza dei covoni, che hanno permesso di escludere l’altra data possibile del 16 maggio (D. W. Olson, R. L. Doescher, and M. S. Olson, "Dating van Gogh's Moonrise, in Sky & Telescope 106, No. 1, 54 – July, 2003).

In Strada con cipressi e cielo stellato (Kröller-Müller Museum, Otterlo) nel cielo si staglia un cipresso, alla cui destra compaiono due punti luminosi, mentre la Luna compare sulla sua sinistra. Sempre Olson ha individuato dalla posizione dei due punti Mercurio e Venere, riconoscendo la congiunzione dei due pianeti avvenuta il 20 aprile 1890 tra le 19 e le 20 e, sulla base di meticolose osservazioni e di un sofisticato software planetario, ha identificato in Venere il corpo celeste che domina La casa bianca di notte (Hermitage, San Pietroburgo) realizzato ad Auvers–sur–Oise, datando l’opera al 16 giugno 1890, cioé solo 40 giorni prima che il grande pittore si togliesse la vita.


Il quadro in cui più evidente l’interesse dell’artista olandese per la volta celeste e che più è stato studiato dal punto di vista astronomico è tuttavia la Notte stellata (Museum of Modern Art, New York), anch’esso dipinto a Saint-Rémy-de-Provence. La data di realizzazione di quest’opera è stata desunta dalla lettera al fratello Theo del 2 giugno 1889, in cui l'artista vi fa esplicito riferimento: "(...) Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. (...) Per quanto riguarda la mostra degli indipendenti, mi è assolutamente indifferente, fa' come se non ci fossi. Per non rimanere assente e per non esporre qualcosa di troppo pazzo, forse potresti mandare Notte stellata e il paesaggio verde-giallo, che era nella cornice di noce. Poiché sono due quadri di colori contrastanti, forse riusciranno a dare agli altri lo spunto per ottenere effetti notturni migliori (...)".


L’opera era quindi già stata realizzata a quella data e, poiché la Luna è rappresentata al primo quarto, una data plausibile sembra essere il 23 maggio, quando le posizioni della Luna e delle stelle corrispondevano a quelle dipinte e Venere (“la stella del mattino”) era al massimo di luminosità ed era osservabile poco prima dell'alba.


La figura precedente, che illustra quale doveva essere l’aspetto del cielo a Saint-Rémy prima dell’alba del 23 maggio 1889 (e non giugno, come riportato erroneamente nella didascalia), non spiega tuttavia come mai Van Gogh abbia rappresentato tra Venere e la Luna quel vortice spiraleggiante di luce. Una possibile risposta è fornita da John D. Barrow nel suo bellissimo libro Le immagini della scienza (Mondadori, Milano, 2009): si tratterebbe della galassia Vortice, M51.

L’oggetto celeste fu scoperto il 13 ottobre 1773 da Charles Messier mentre era intento ad osservare una cometa che era comparsa nel cielo in quell’anno e diventò il n. 51 del grande catalogo astronomico che l’astronomo francese stava compilando. In realtà si tratta di un sistema formato da una coppia di galassie interagenti a formare una spirale: la galassia Vortice propriamente detta, quella più grande (M51A), e la compagna più piccola (M51B), scoperta da Pierre Méchain otto anni dopo, parzialmente coperta da un braccio di polvere della prima. Questo sistema fu osservato nella primavera del 1845 anche da William Parsons, conte di Rosse, con il grande telescopio di 182 cm di diametro che aveva istallato a Birr Castle, in Irlanda. Egli ne fece alcuni accurati disegni, le cui copie circolarono nel mondo scientifico e suscitarono grande impressione quando furono presentate all’assemblea della British Association for the Advancement of Science che si tenne a Cambridge nel giugno successivo. Iniziò con queste riproduzioni lo studio esteso delle galassie a spirale. Nel 1879 l'astronomo francese Camille Flammarion, che era stato tra i primi a osservare la galassia Vortice, pubblicò L'astronomie populaire, un libro di grande successo destinato a esercitare una vasta influenza sull’opinione pubblica. Il libro fu tradotto in inglese nel 1894 come Popular Astronomy. Flammarion vi inserì il disegno di Rosse della galassia doppia, che così divenne familiare a tutti i lettori.


John D. Barrow, che ha deciso di dedicare all’argomento uno dei capitoli del suo volume, ritiene che ''(…) uno dei lettori di quel libro debba essere stato il grande pittore postimpressionista Vincent van Gogh. Se si osserva con gli occhi di un astronomo la sua opera più famosa, Notte stellata, (…) l'impressione dominante è quella di grandi vortici spirali di luce che uniscono due centri. Nessuno poteva aver mai visto la configurazione spiraliforme delle stelle di una galassia a meno che avesse guardato nel telescopio di Rosse o avesse visto i suoi disegni. La somiglianza con gli schizzi del conte di Rosse è considerevole e io credo che van Gogh li avesse ammirati sui giornali in seguito al richiamo di cui avevano goduto, oppure sul libro di Flammarion negli anni successivi al 1880, quando questo faceva scalpore in tutta la Francia, e che ne avesse tratto la sua ispirazione astronomica”. In effetti, la somiglianza tra la spirale dipinta da Van Gogh nel cielo di Saint–Rémy e il disegno realizzato da Lord Rosse è impressionante.

La Galassia Vortice è una delle galassie più brillanti del cielo: è infatti abbastanza luminosa da poter essere osservata anche con un binocolo se la notte è propizia e in assenza di inquinamento luminoso. Essa si mostra come una macchia chiara di forma ovale. Con un telescopio amatoriale è possibile localizzare la compagna minore e l'alone esteso della galassia principale. Un telescopio da 150 mm di apertura consente di osservare la sua struttura a spirale.

Oggi sappiamo molto di più della galassia Vortice grazie al potere risolvente dei nostri strumenti di osservazione, che possono lavorare con diverse frequenze d’onda. Così le immagini delle galassie spiraliformi ci sono molto più familiari. Una delle più note è proprio quella di questo oggetto celeste realizzata nel gennaio 2005 dal telescopio spaziale Hubble.


La Galassia Vortice dista dalla Terra circa 37 milioni di anni luce ed è ampia circa 38.000 anni luce. La sua massa presunta è di circa 160 miliardi di masse solari. Buona parte della sua intensa luminosità è dovuta alla presenza, nei bracci spirali, di giovani ammassi stellari che si formano perché in quelle regioni le forze gravitazionali sono più intense e la materia viene compressa maggiormente. La rotazione della galassia porta sempre nuova materia nei bracci, con la formazione di nuove stelle e l’emissione di una maggiore quantità di luce.

Una galassia spirale è senza dubbio uno degli spettacoli più emozionanti che il cielo possa offrire. La celeste ed elementare eleganza del sistema M51, inserito da Van Gogh nel cielo primaverile della Provenza, ha reso indimenticabile l’immagine della Notte stellata.

16 commenti:

  1. Che bella retrospettiva!

    Non sapevo che nel primo dipinto fosse raffigurata la costellazione dell'Acquario, d'altronde non sapevo neanche il resto, ma diciamo che questa è una delle informazioni che mi ha più incuriosito, anche se allo zodiaco non è vero ma ci credo, dice sempre così la gente no? ;)
    Ciao Pop!

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  2. Popinga, questo post è meraviglioso.
    Mi è venuta in mente la cometa di Giotto nel presepe, che lui aveva dipinto per aver visto quella vera diHalley (negli affreschi della Cappella degli Scrovegni, che lo so che non c'entra, ma l'ho vista due anni fa dopo tanto tempo che lo desideravo, e poi mi è venuta in mente ecco). Da adesso in poi Notte Stellata (che è il mio preferito di Van Gogh, ma so di non essere molto originale...) non sarà più la stessa e io da adesso in poi lo racconterò a tutti, che quella spirale è una galassia. Così come tutti mettiamo la cometa nel presepe, tutti lo dovranno sapere, di questo tuo post, Popinga.

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  3. questo post è veramente bello e mi chiedevo se potevo pubblicarlo sul mio blog, che ho appena creato www.paranoyde.blogspot.com, se mi vuoi rispondere questa è mia e.mail oleron@live.it.

    grazie e complimenti!

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  4. Questo post é splendido! Specialmente dopo aver visto l'episodio del Doctor Who dedicato a Van Gogh!!

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  5. Bellissimo! Emozionante pensiare a quel povero genio che osservava il cielo e dipingeva in modo così straordinario. Le sue poche opere che sono riuscito a vedere dal vivo sono un vero pugno nello stomaco. Chissà se dalla M51 arriveranno i prossimi immigrati, mi risulta che anche lì se la passano male e il mio amico Paularius di Surakhis (che sta da quella parte della galassia) comincia a preparare delle ronde apposite per respingerli, ma sembra che arrivino tramite delle astronavi di lusso registrate sotto bendiera andromediana.

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  6. davvero emozionante... pensare che ho visto Notte stellata al Museum of Modern Art New York, li è una full immersion e rimani stordito dal numero impressionante di opere.

    Riflettendo sulla vita di Van Gogh non posso che restare affascinata da questo suo guardare e dipingere il cielo unito alla profonda tristezza che pare abbia caratterizzato la sua vita. Non lo so, sarà che quando guardo in alto il cielo stellato, vedo la nostra galassia mi sento così piccola e quasi inutile, un pò lo capisco e se avessi talento nel disegnare disegnerei il cielo di notte.

    Bellissimo post
    Rosalba

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  7. Non ho ancora capito se mi dispiace oppure no che quei vortici del quadro non siano stati inventati. Ad ogni modo, grazie.

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  8. Colapesce, il bello è proprio che non lo sapremo mai, sia se siano stati davvero inventati o no, sia se ci dispiace o no. Almeno per me, volevo dire. Io non so mai se ieri era più bello di oggi, per esempio (che magari ho sbagliato esempio).

    B

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  9. Complimenti, come al solito

    massimo

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  10. Anche io non sono Originale e "Notte stellata" mi piace tantissimo, tanto da averlo appena appeso in sala. Le coincidenze...

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  11. Splendido lavoro, Kees, geniale ed efficace come sempre!! Complimenti!!

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  12. Wow!
    Fantastico! Sarebbe fantastico dipingere come Van Gogh...
    I suoi quadri ispirano molto chi ha una voglia immensa di disegnare o pitturare...

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  13. Bellissimo post e suggestivo. Ben fatto Popinga a riproporlo all'attenzione. Sara' una coincidenza, ma e' da stamattina che si parla di stelle. Un'altra coincidenza e' che condivido il compleanno con la scoperta della M51. Mi piace molto l'intreccio astronomia, arti visive e storiografia, usare rappresentazioni visuali di eventi/fenomeni astronomici come termini di datazione di qualche evento storico o come in questo caso della fonte stessa...

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  14. Grazie Maria: cii tengo ai tuoi giudizi. :-)

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