sabato 3 aprile 2010

1815: Il Compendio di tutte le scienze ad uso de’ fanciulli (2)

Ripubblicato dopo la caduta di Napoleone, il Compendio ovvero saggio di tutte le scienze, ad uso de’ fanciulli, traduzione italiana del libro di ispirazione enciclopedista scritto tra il 1764 e il 1778 dall’erudito franco-tedesco Johann Heinrich Samuel Formey, offre uno spaccato significativo delle conoscenze che erano considerate necessarie per l’educazione dei figli delle classi aristocratiche appena tornate ai vecchi privilegi. Tra le varie cose di cui tratta il testo, come la teologia, le sacre scritture, gli ordini cavallereschi d’Europa, la grammatica, la retorica, le sette meraviglie del mondo, la regolata condotta di un cristiano (in una lunga appendice), ci sono anche le scienze, come si è già visto nel mio precedente articolo.

La mia riproduzione continua con la Cosmografia, cioè, secondo la definizione del Formey, la descrizione del mondo.

D. Che intendete voi per mondo?
R. Il Cielo e la Terra, in una parola l’Universo intero.
D. Come può acquistarsi questa scienza?
R. Per mezzo di due Globi (che rappresentano il Mondo, il qual sembra tondo), de’ quali uno appellasi Globo Celeste, e l’altro Globo Terrestre.
D. Che cosa è il Cielo?
R. È quella estensione d’aria, che noi veggiamo al di sopra della Terra.
D. In quante parti può dividersi?
R. In due; che sono il Firmamento, ove sono il Sole, La Luna, e le Stelle; e il Cielo Empiereo, che è quell’immenso spazio, di cui la nostra immaginazione non riesce a concepire i confini, e che si riguarda, come il soggiorno della Gloria e della Felicità [è una visione alquanto medievale, ben lontana non solo dalle riflessioni dei filosofi naturali coevi, ma anche dagli “infiniti mondi” di un Giordano Bruno].
D. Non v’ha egli un’altra aria?
R. Signorsì, e questa è l’Atmosfera.
D. Che cosa è l’Atmosfera?
R. È l’aria più grossa, che circonda immediatamente la Terra. In quest’aria volano gli uccelli, e si formano le nuvole. Ella si stende in giro circa 25 o 28 leghe, cioè dire 75 o 84 miglia d’altezza; onde può dirsi che l’Atmosfera serve d’inviluppo alla Terra.
D. Che cosa è il Sole?
R. È quell’astro meraviglioso, che Dio ha creato per illuminare il Mondo, e che produce la luce, e il calore.
D. La natura del Sole è ella ben conosciuta?
R. Signornò. Alcuni s'immaginano, che sia un fuoco ordinario, mantenuto continuamente da materie combustibili; Altri dicono, che sia un fuoco elementare, che e sussiste senza bisogno di nutrimento.
D. Chi è più grande il Sole o la Terra?
R. Il Sole è assai più grande della Terra, stimando comunemente gli Astronomi, che la superi cento trenta volte in grandezza; ma egli sembra sì piccolo a cagione della sua gran distanza da noi.
D. Quanto è mai questa distanza?
R. Non è possibile il saperla esattamente. Alcuni pensano, che ella sia di circa trenta milioni di miglia.
D. Il Sole gira, o sta sempre fisso?
R. Si è sempre creduto che girasse, perché egli ha un corso apparente; ma ora vi è opinione, che egli sia fisso, è che la Terra giri attorno di lui.
D. Oltre quel della luce, ci fa altro vantaggio?
R. Signorsì. Fa crescere, e maturare i frutti della Terra col suo calore.
D. D'onde nasce, che non lo vediamo sempre allor ch’è levato?
R. Perché le dense nubi ce l'occultano, coll’impedire il passaggio alla sua luce. In effetto chi si trovasse in tal caso sulla cima di un monte, superiore alle nuvole, vedrebbe il Sole; nell’atto che quei che si trovano nella valle, no'l veggono.
D. Che cosa è la Luna?
R. È un globo destinato ad illuminarci nella notte.


D. È ella un luminare come il Sole?
R. Signornò. È un corpo opaco; e la sua luce è quella del Sole, che essa ci tramanda per riflessione.
D. E perché ella non è sempre illuminata interamente?
R. Questo dipende dalla maniera, onde l'emisfero della Luna, illuminato dal Sole, è rivolto alla Terra.
D. Come si nominano !e diverse apparenze della Luna?
R. Sì nominano Fasi.
D. La Luna è più grande della Terra?
R. Signornò. Ella e molto più piccola.
D. Quanto è mai la sua distanza dalla Terra?
R. La sua distanza è di circa cento novantasei mila miglia Italiane.
D. Qual’effetto considerabile si attribuisce alla Luna?
R. Quello del flusso, e riflusso del Mare.
D. Che si dice ancora di essa?
R. Da molti, che pochissimo sanno delle parti abitate di questa Terra, arditamente si vuole, che la Luna esser possa abitata da creature ragionevoli, e ripiena di Animali, di vegetabili, di mari, di laghi, di fiumi, e di monti, come la Terra: pretendendo, che questa fosse come una giunta alla gloria della Sapienza e della Potenza infinita del Creatore.
D. Come si possano generalmente distinguere le Stelle?
R. In Stelle fisse, ed in Stelle mobili.
D. Che cosa è un Pianeta?
R. È un Corpo celeste, che ha un corso periodico, e regolato.
D. Quanti ve ne sono?
R. Sedici: sette grandi, e nove pìccioli, che si dicono Satelliti.
D. Quali sono i grandi ?
R. Il Sole (o secondo altri la Terra), la Luna, Venere, Giove, Mercurio, Marte, e Saturno. Fuor del Sole, tutti gli altri son corpi opachi, che ricevon dal Sole la loro luce.
D. Che cosa è una Cometa?
R. È un Pianeta, che apparisce di tempo in tempo, e di cui possiamo credere, il moto sia periodico.
D. L’apparizione di un Cometa presagisce forse qualche grande avvenimento?
R. Così un tempo si è creduto; ma ora il crederlo è superstiziosa ignoranza.
D. Che cosa è l’Ecclissi?
R. E' una privazione o totale, o parziale della luce del Sole o della Luna.
D. Quante sorte di eclissi si danno ?
R. Due principali: una del Sole, e l’altra della Luna.
D. Quando accade quella del Sole?
R. Allorché la Luna si trova tra ‘l Sole e la Terra; poiché in questa posizione ella impedisce in tutto, o in parte i raggi del Sole; di modo che abbiamo allora maggiore, o minore oscurità. Quando questa Ecclissi è totale, si veggono le Stelle come nella notte.
D. Donde avviene l’Ecclissi della Luna?
R. Dalla posizion della Terra tra la Luna, e il Sole; poiché allora i raggi del Sole essendo impediti dalla Terra, la Luna non può esserne illuminata.

Dopo un centinaio di pagine dedicate ad altri argomenti, il testo riprende a parlare di geometria, con un piccolo riassunto delle prime proposizioni degli Elementi di Euclide e alcune definizioni riguardanti la circonferenza e il cerchio. Si passa poi alla sfera, vista più che altro come ente geometrico utile a rappresentare la Terra, per cui vengono introdotti i concetti di punto cardinale, polo, zenit e nadir, circolo della sfera, circolo massimo, equatore, tropico, zodiaco, eclittica, meridiano, meridiano primario. L’applicazione dei circoli della sfera al globo terrestre è utilizzata in seguito per spiegare solstizi ed equinozi, l’orientazione in terra e in mare, le carte geografiche e le zone climatiche del pianeta. Il livello della trattazione è buono e posso considerarlo adatto ai nostri ragazzini delle medie più che ai bambini della primaria. Ma forse allora si esigeva di più, o il contesto ambientale aiutava la comprensione. Occorre ricordare che il Compendio non era destinato alle scuole, allora quasi inesistenti, ma alla lettura in casa con l’aiuto di un genitore o di un precettore.

L’ultima parte scientifica del libro riguarda la descrizione dei corpi celesti, dei pianeti in particolare. Riprendo la riproduzione del testo dal discorso sulla gravitazione.

D. Essendo le Stelle, i Pianeti, e gli Corpi celesti sospesi in Cielo, chi li ritiene, che non cadono sopra di noi, come i corpi terrestri, che cadono sopra la terra?
R. Per togliervi questo dubbio, imprimetevi nell’animo questa idea sommamente fisica, e semplice, e che riconoscerete vera in tutto lo studio della natura: i corpi non mutano luogo senza una cagione, che gli obblighi a muoversi. I corpi celesti non sono sospesi, né hanno bisogno di esserlo, perché non vi è una cagione, che li rimuova dagli spazj, nei quali sono, o dove fanno le loro rivoluzioni; sapendo voi dunque, che essi le fanno in un dato luogo, dovete giudicare, che essi le faranno sempre nel medesimo. Tutto ciò che ha inclinazione a cadere, ha bisogno di essere sospeso o sostenuto. Le Stelle son troppo lontane dalla Terra, né hanno alcuna tendenza verso di essa. I Pianeti sono spinti da tali forze nelle loro rivoluzioni, che i loro movimenti si ritrovano regolarissimi, e si accordano nella precisione de’ minuti secondi col calcolo, e colle predizioni, che ne fanno gli Astronomi.
D. Qual è dunque la forza, che ritiene i Pianeti nelle loro orbite?
R. Parlando degli Antipodi io vi ho accennato, che risiede nella materia terrestre un’attrazione, o gravità, o forza universale, la quale ritiene ed attrae a se i corpi, che la circondano. Questa forza di attrazione si estende fino alla sommità delle alte montagne, e sino alla più alta regione dell’aria; poiché di là velocissimamente cade la grandine, tostocchè il freddo l’ha formata. Pare adunque, che questa forza di attrazione debba estendersi ancora più lungi dalla Terra, e di là dalle nuvole; che la circondano. In fatti arriva sino alla Luna. Essa si aggira, come sapete, intorno alla terra, ma non ad una gran distanza, relativamente alle distanze degli altri corpi celesti. I corpi, che girano in tondo, scappano tosto per la direzione di una retta, se non sono ritenuti in questo giro. La Luna sfugirebbe dal suo cerchio, se la Terra non avesse una forza capace di ritenerla. Questa forza di attrazione, che esercita la Terra verso la Luna, immaginatevi, che risieda in tutti i corpi celesti. I Pianeti principali girano intorno al Sole, e come la terra ritiene la Luna nel suo cerchio intorno a se medesima, così il Sole attrae, e ritiene nelle orbite loro i Pianeti, che gli girano attorno, con questa legge per altro, che questa forza attrattiva è tanto minore, quanto è maggiore il quadrato del numero, che esprima la distanza.

Una spiegazione che sembra partire aristotelica e si conclude correttamente newtoniana. Il ragionamento segue quello riportato da Voltaire nelle sue lettere filosofiche (Lettres sur les Anglois, Lettre XV: Sur l'Attraction, 1734), che il Formey doveva aver letto. Una trattazione con esempi di cosa vuol dire quadrato di un numero è l’occasione per esporre anche la legge quadratica che governa il moto di caduta dei corpi, scoperta da Galileo. La gravità è poi indicata come responsabile del periodico alzarsi e abbassarsi delle maree in funzione delle posizioni reciproche di Terra e Luna. Il discorso sulla gravità si conclude con una risposta che spiega l’equilibrio di forze:

D. La gravità, o la scambievole attrazione è ella la sola forza, che tiene i Pianeti nelle loro orbite?
R. Se i Pianeti non ubbidissero ad altra forza che alla vicendevole gravità, verrebbero ad unirsi come i corpi qui sulla Terra, che abbandonati a se stessi piombano sopra di essa. Così i secondarj si unirebbero a' loro primarj, e questi al Sole, verso di cui hanno la loro tendenza; ma se ubbidiscono a questa forza di gravità, che gli fa tendere al centro del loro moto, vi è un' altra forza impressa ne' medesimi, colla quale continuamente si sforzano di sfuggire alla loro orbita, e che si chiama forza centrifuga; perché con essa si allontanerebbero dal centro del loro moto, se non fossero ritenuti dalla prima, che abbiamo esposta, la quale perciò si appella forza centripeta. Così una pietra posta nella fionda, una volta che è messa in giro, ubbidisce a queste due forze. La mano, colla quale l'aggirate è il centro del moto, intorno al quale la pietra forma le sue rivoluzioni: la forza, che fa la mano, tenendo la fionda, e tirando la pietra a se, è ciò, che può dirsi forza centripeta: la forza poi, onde la pietra opera sensibilmente contro la mano, e si sforza di partire dal centro del moto, o dal quale in fatti sfugge, aperta la fionda, per una retta, la qual tocca il giro, ch' essa faceva, è ciò, che dicesi forza centrifuga. In Virtù di questa legge universale a tutti i Pianeti, essi muovonsi nelle orbite loro, nelle distanze dal Sole ad esse assegnate: di modo che se ad una notabile altezza uscisse da un cannone una palla parallela all’Orizzonte con velocità uguale all’attrazion della Terra, o sia alla forza di gravità verso il centro terrestre, quella si aggirerebbe intorno alla Terra, come fa la Luna, e diverrebbe un nuovo Satellite.

Con questa fantascientifica considerazione finale, che mi ricorda tanto un racconto di Asimov per la scuola, nel quale un pianeta aveva un satellite delle dimensioni di un’automobile che ruotava a velocità prodigiosa a pochi decimetri dal suolo, concludo questo mio commento bipartito dei contenuti del Compendio ovvero saggio di tutte le scienze, ad uso de’ fanciulli.

1 commento:

  1. È davvero meraviglioso! E prudente: il sistema eliocentrico (lo dico? si potrà? ma sì, dai! copernicano (l'ho detto, l'ho detto!)) è sempre indicato come ipotesi, accanto a quello tradizionale (e probabilmente vero per il correttore).
    Quando senti i cattolici (anche non pretofili) manifestare perplessità e dubbi sull'evoluzione (o eviluzione?) mi viene da pensare che è una teoria troppo nuova, appena 150 anni e in fondo un crocoduck non si è ancora visto (ma in Filandia c'è il posankka). Questo vale anche per i "nuovi", più aperti dei ratziboys: in un dialogo con Pievani Vito Mancuso su Micromega ha tergiversato per diverse pagine con sì/ma/però prima di dire che no non poteva accettarla. Se poi prendiamo anche i protestanti 'mericani delle chiese-TV la cosa peggiora. E i mussulmani con il massimo Harun Yahya che in Itaglia usufruisce delle prefazioni di Messori.
    E il format domanda/risposta fatto apposta per far imparare "a memoria la formula" senza capire quello di cui si parla, come il catechismo, appunto.
    E poi ci stupiamo che la ggente vota Cota!

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