Il lettore mi scuserà, ma torno alla mia poetessa preferita, la polacca Wisława Szymborska. Questa volta per un libro in prosa, Letture facoltative, pubblicato in Italia da Adelphi nel 2006. Si tratta di recensioni sui generis di libri solitamente destinati a rimanere invenduti (almanacchi del fai–da–te, guide, tentativi di divulgazione scientifica) che sono il pretesto per riflessioni e divagazioni con le quali l’autrice rivela il suo pensiero sugli uomini e sul mondo, spesso condite di delizioso umorismo. Ho trovato quanto mai attuale il commento a una pubblicazione sui cosiddetti misteri, quelli che stanno facendo la fortuna di molti furbacchioni negli studi televisivi o nelle case editrici. La frase finale è da incorniciare: la vera meraviglia non è imbattersi in improbabili alieni o parlare con altrettanto dubbie anime dei defunti. Lo stupore parte dall’osservazione dell’universo, in ogni sua manifestazione, grande o piccola. È da questo stupore che nasce la scienza.
Non occorre essere esperti in alcun campo del sapere per scrivere un libro come questo. Non è necessario andarsene per il mondo cercando un contatto diretto con i testimoni degli eventi più portentosi. Non bisogna affatto verificare che cosa poi ne sia stato della signorina Clarita di Manila la quale, a quel che si dice in pieno giorno e alla presenza di una folla di testimoni, venne maltrattata e morsicata da un individuo invisibile. Per scrivere libri del genere occorre leggere libri analoghi, già pubblicati, ed eventualmente arricchirli con le più recenti notizie riportate dai settimanali scandalistici. Poi bisogna mescolare il tutto per benino, suddividerlo in categorie e raccontarlo con parole proprie (onde evitare processi per plagio). Ovviamente certe notizie sensazionali sono vittima del tempo. Negli anni Sessanta, per esempio, non si parla più di tizi rapiti e portati sulla Luna, con il corollario delle loro curiose conversazioni con gli abitanti del satellite. Ma d'altra parte c'è sempre qualche cosa di nuovo. Lo Yeti ormai ha confratelli in ogni boscaglia del pianeta che sia un po' folta, il mostro di Loch Ness si fa vedere in tutti i laghi e i fiordi più profondi, e gli extraterrestri sono ormai così numerosi che bisogna fare attenzione a non chiuderne uno per sbaglio nella porta. Un Leit– motiv costante nei libri di questo tipo sono le rimostranze mosse all'indirizzo della scienza. Che si riveli sempre vergognosamente sprezzante e neghittosa, cieca e sorda di fronte a prove peraltro considerale di regola false o insufficienti. Ma certi tipi sono ancora peggio degli scienziati. Ne sanno qualcosa i fotografi che sono riusciti a immortalare le navicelle spaziali. Subito dopo nella camera oscura si sono intrufolati tre signori vestiti di nero che, farfugliando in una lingua pseudoumana, si sono fatti consegnare le stampe, per poi fuggire a bordo di una limousine nera senza targa. Il lettore mi prenderà probabilmente per un'ottusa razionalista incapace di ammettere che nel nostro normalissimo mondo possa accadere qualche cosa di strano, misterioso e amorale. Al contrario, per me non esiste niente che somigli a un mondo «normale». Più cose veniamo a sapere sul suo conto, più il mondo diventa enigmatico e la vita che ospita si configura come un'incredibile anomalia cosmica. Per stupirmi basta un albero che cresce, il fruscio delle sue foglie. Non ho bisogno di uno Jurgenson qualsiasi con le registrazioni delle voci di centotrentanove defunti, tra le quali echeggia quella baritonale di un Bismarck in attesa della reincarnazione. Forse qualcuno ha bisogno di condimenti più piccanti, come, ad esempio, quella rana che a Liverpool saltò fuori da un blocco di granito spaccato e visse ancora per qualche ora. Per stupire me basta una Rana nell'Erba.
Thomas de Jean, Ksigga tajemnic [II libro dei misteri], tre volumi tradotti da quattro persone, Wydawnictwo Pandora [Casa Editrice Pandora], 1993.
Io di mio ci aggiungerei un Mistero Ulteriore (ho una discreta reputazione di offtopicologista da difendere dopotutto): come fa il Pop a trovare tutte queste chicche? Qual'è l'Entità (umana, psichica, ultra- o paradimensionale, ultra- o paraterrena, fate voi) che gliele trasmette? E in che modo?
RispondiEliminaChe poi, rimanendo in Polonia (o quasi, ce l'hanno rifilato) ci sarebbe un altro Mistero Misterioso: com'è che GP2 ha stravolto quella meraviglia che è il Rosario introducendo due nuove classi di misteri? Tutte le madonne che misteriosamente appaiono qui e là raccomandano il Rosario ma nessuna (a quanto ne so) ha mai fatto riferimento alle estensioni del suddetto GP2.
E ancora: ma perché sempre Fiorello?
Mi piace Wisława Szymborska in tutta la sua Wisławaszymborskità.
RispondiEliminaSaluti.
Perdinci, mi era sfuggita questa tua passione per la Szymborska, che è da lungo anche la mia poetessa preferita. Popinga, peccato che tu sia già al massimo, altrimenti mi guadagneresti degli altri punti..
RispondiElimina"Allora urlò forte, ma nessuno lo sentì e la neve continuava a cadere e la slitta continuava a correre, ogni tanto dava un balzo, era come se stesse passando sopra fossi o siepi. Kay era spaventatissimo, voleva recitare il Padre Nostro, ma riusciva solo a ricordare la tavola pitagorica".
RispondiEliminaE' solo una fiaba, una delle mie preferite. Nelle fiabe c'è il Mistero, secondo me, che è come dire che dipende solo da come le racconti, le cose ecco.
B