venerdì 8 gennaio 2010

Il libro sbilenco


Ho già avuto modo di segnalare in queste pagine come spesso i libri per bambini siano dei prodotti editoriali di eccellente fattura. È il caso ad esempio de Il libro sbilenco, di Peter Newell, celebre disegnatore americano di epoca vittoriana, pubblicato da Orecchio Acerbo ‘) di Roma nel 2007. Si tratta infatti della versione italiana di un’opera del 1910, The Slant Book, contraddistinta proprio per essere un libro che non ha la consueta forma rettangolare, trattandosi di un parallelogramma, figura assolutamente funzionale alla storia narrata, che si svolge in discesa. Una carrozzina con bambino sfugge alla tata e incomincia ad accelerare lungo un pendio, provocando una serie di disastri fino all’auspicato lieto fine. I disegni sono deliziosi, la carta è quella robusta e pregiata necessaria in questi casi e la traduzione è garantita dall’autorità di Marco Graziosi, filologo e anglista esperto di fumetti e letteratura nonsense, che gestisce dal 1996 il sito Nonsenselit, di cui ho già avuto modo di parlare a proposito della storia del limerick, del nonsense e dell’opera di Edward Lear.

La vicenda ha inizio a causa della distrazione della balia di Bobby:

Bobby vive su in collina;
chi l’affronta male imbrocca,
par di Sisifo la china
dell’antica filastrocca.

Un bel dì la carrozzina,
alla balia un po’ distratta
fugge via dalla manina:
lei diventa quasi matta.

Ride allegro il birichino,
se la spassa a più non posso;
Tata impreca al suo destino
E lo insegue: già gli è addosso!



L’infantile veicolo sembra però inarrestabile e prosegue la sua corsa sempre più velocemente, provocando guai come questo:

Angy Moore la contadina,
con le uova sotto braccio,
sbuffa su per la collina,
ma il sudor si muta in ghiaccio!

Bobby e la malcapitata
Non fan certo conoscenza:
quel che ne esce è una frittata
ben condita d’insolenza.



O situazioni curiose come questa:

Mentre il missile procede
Un bull-dog assai mordace
Il manubrio addenta, in fede,
questo cane è ben tenace!

Fido resta lì attaccato,
par bandiera nella brezza;
Bobby già si è affezionato
Ed il botolo accarezza.



Ma, si sa, la fortuna è dalla parte dei discoli simpatici e la vicenda si conclude senza danni:

Pur se brutta, l’avventura
Va a finire in un sorriso
E il lettino, è stata dura,
or si ferma all’improvviso:

va a schiantarsi contro un ceppo
che si trova sulla pista,
Bobby vola senza inceppo
Sopra al fieno in bella vista.



Il libro fa parte di una serie che Orecchio Acerbo ‘) dedica a Newell, che ha visto nel 2008 l’uscita de Il libro esplosivo, sempre tradotto da Graziosi, e che prevede altri quattro volumi, tutti consigliabili, date le premesse.

19 commenti:

  1. ...E visto che il libro sbilenco è per davvero sbilenco, non oso immaginare come sarà fatto il libro esplosivo. Pagine al plastico? Segnalibro miccia? Rilegatura trasformabile all'occorrenza in bottiglia molotov? O, molto più semplicemente, la classica "bomba-carta"? :D

    RispondiElimina
  2. Gavagai, per prudenza ho preferito acquistare e recensire questo, non si sa mai. :)

    RispondiElimina
  3. questo sì che mi ricorda il Corriere dei Piccoli!

    RispondiElimina
  4. Enrico, quando lo leggevo io c'erano già i Puffi e le figurine per le ricerche. Non credo che tu, vecchio viaggiatore, sia così vecchio per ricordare di aver letto "in diretta" Fortunello o Bibì e Bibò. Sbaglio?

    RispondiElimina
  5. Comunque devo dire che la forma a parallelogramma è davvero simpatica; chissà perchè i libri per bambini sono di tutte le forme, colori ed anche materiali, mentre quelli per adulti sono tutti egualmente parallepipoidali (eccezion fatta per il libro circolare della biblioteca di Borges, che però è un libro fittizio). :)

    Invece sui libri per adulti fatti con materiali diversi dalla carta mi era stato parlato di fantomatici libri con le lettere incise sulle pagine di sottili lamine metalliche... Fantomatici libri antichi, ben più antichi delle "litolatte" futuriste, conservati nelle librerie di Firenze. Chissà se è una leggenda metropolitana come i mostri chiusi nei sotterranei dei cottolenghi oppure se questi libri esistono davvero...

    RispondiElimina
  6. Non conosco i libri metallici, né mi sembra che ne parlino Paolo Albani e Paolo della Bella in Mirabiblia, catalogo ragionato dei libri introvabili, Zanichelli, 2003, testo che comunque ti consiglio caldamente qualora non ne fossi già in possesso.
    In realtà i libri metallici, essendo formati da pile di pagine metalliche separate da un dielettrico (l'aria) potrebbero comportarsi da generatori elettrici come la pila di Volta. A loro volta (v non maiuscola) impilati, non escludo che siano in grado di produrre tensioni considerevoli e folgorare il malcapitato che li dovesse maneggiare senza le dovute precuazioni.
    Una seconda riflessione riguarda il luogo di conservazione: Firenze ha subito un alluvione che potrebbe averli danneggiati irrimediabilmente, a meno che siano fatti di lega resistente alla ruggine. Poichè la diceria continua, propendo per indicare in una località elevata il luogo in cui cercarli: Fiesole, forse, o presso la chiesa di San Miniato.

    RispondiElimina
  7. Ho provato a fare una piccola ricerca in rete. Ho scoperto delle cose interessanti: ad esempio che i Greci scrivevano le domande oracolari su lamine di bronzo (ne sono state trovate alcune a Dodona, in Epiro), che in vari luoghi sono stati trovati rotoli scritti su stagno, che a Qumran è stato rinvenuto un rotolo in cui la scrittura è "punzonata" su rame, e che gli etruschi si scambiavano lettere scritte su lamine di bronzo; Plinio parla di "plumbea volumina", raccolta di lamine incise che contenevano documenti ufficiali, e Plutarco racconta che la poetessa Aristomache di Eritre avrebbe depositato nel tesoro dei Sicioni a Delfi, come offerta votiva, un libro fatto interamente d'oro.

    Però dei libri metallici di Firenze nessuna traccia, se si esclude un unico riferimento nell'indice del libro "Guida ai luoghi misteriosi di Italia" di Umberto Cordier, segretario della società fortiana italiana, e che comunque non mi illumina.

    Visto che San Google non aiuta e che nonostante la tua cultura libresca non ne hai mai sentito parlare, direi quindi che è molto plausibile che si tratti di una leggenda metropolitana. Magari la persona che me ne ha parlato ha appunto sentito parlare delle litolatte (di cui una sta proprio alla Biblioteca Nazionale di Firenze) ed ha fatto confusione.

    In ogni caso ti ringrazio per la consulenza, Popinga! :)

    (Comunque non credo che un libro di metallo possa folgorare una persona. Al massimo può dargli una rapida scossa, ma c'è una bella differenza fra un condensatore e una pila!) ;)

    RispondiElimina
  8. La "Guida ai luoghi misteriosi di Italia" di Cordier citava una chiesa in Toscana, non ricordo quale, per la scritta "terribilis est locus iste" (senza peraltro conoscere il fatto che la stessa si trova a Rennes-le-Chateau e ha ispirato la fantasia di tanti poveri di spirito). Ebbene, spiegava la frase con il fatto che la chiesa si trova nei pressi di una curva pericolosa! I fortiani americani sono miscredenti, quelli italiani creduloni.
    Naturalmente il discorso sulla pila era una scherzosa iperbole! ;)

    RispondiElimina
  9. ...E chissà come spiegherebbe il "terribilis est locus iste" nell'intestazione di questo blog! ...Comunque su Cordier non posso darti torto, l'ho sfogliato e sui "misteri" dei luoghi che conosco c'erano un paio di cose che nemmeno Giacobbo e Ruggeri avrebbero osato proporre (bhè, forse Ruggeri sì). :D

    L'idea del libro che uccide però è interessante; si potrebbe davvero fare un libro folgorante. O magari esplosivo. Oppure con le pagine avvelenate, che uccida chiunque si lecchi le dita per sfogliarlo... Ah, già, ma forse qualcuno ci ha già pensato... :D

    RispondiElimina
  10. In un paese della Scozia vengono venduti libri con una pagina bianca sperduta in un punto qualsiasi del volume: se un lettore s’imbatte in quella pagina allo scoccare delle tre del pomeriggio, muore.
    (Julio Cortàzar, Storie di Cronopios e di Famas, Einaudi)

    RispondiElimina
  11. Interessantissimo, Pop! Ho visitato nonsenselit.org e l'ho trovato molto carino. Ho salvato il tuo post e il sito di Marco Graziosi nel mio tumblr.

    RispondiElimina
  12. Annarita, Pop dà buoni consigli (perché non può più dare il cattivo esempio?)! :)

    RispondiElimina
  13. Pop, , nel 53 avevo 8 anni e mi leggevo tranquillo, Bibì e Bibò e la signora Tordella, Topolino era bandito a casa mia , i Puffi li ha visti mia figlia, però facevo la raccolta di figurine Razze umane, Garibaldi e gli animali, anche i calciatori erano banditi. Ce li ho ancora gli albums.

    RispondiElimina
  14. Come vorrei tornare indietro nel tempo fino alla mia infanzia per poterlo apprezzare come si deve! Se (quando) avrò dei figli lo regalerò loro.

    RispondiElimina
  15. Nautilus, esistono libri per l'infanzia che dovrebbero leggere soprattutto gli adulti. Il libro sbilenco è invece per tutti, grandi e piccini. Unico problema: come riporlo nella libreria?

    RispondiElimina