giovedì 18 marzo 2010

Guardate la data!

Sguinzagliati dal clerico-affarismo del signor B., i negazionisti di tutto, i granzotti servili, i necromantici sallusti, i paragoni incomparabili, insomma i cagnolini fedeli di molti padroni, ancora si fanno sentire su Il giornale, Libero e Il Foglio. Se nevica a Milano dicono che l'effetto serra non esiste e che il riscaldamento globale è un complotto comunista. Eppure certe cose si sanno da un bel po'. Il trafiletto è tratto da Popular Mechanix dell'agosto 1953, cinquantasette anni fa.


10 commenti:

  1. Complotti che neanche nello Zimbabwe ...

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  2. Sì ma dai Popular Mechanix, mica Nature. Io ci credo solo se me lo dice Battaglia o almeno Famiglia Cristiana nei Fatti del giorno.

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  3. Juhan: Alberoni va bene lo stesso? Ci sarebbe anche Marco Cattaneo, ma temo che per te non sia abbastanza autorevole.

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  4. Ci fu anche una mozione parlamentare, primo firmatario Marcello Dell'Utri, per negare il global warming a colpi di maggioranza.

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  5. Alberoni e Dell'Utri sono senz'altro OK, addentro alle segrete cose perché è il loro mestiere. Di Cattaneo (che tengo d'occhio da tempo) non mi fiderei :-)

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  6. gomblotto , gomblotto, certo che questo anno, riscaldamento globale...

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  7. Perdona la mia ignoranza in materia, Popinga, però a me questa storia del riscaldamento globale antropogenico non convince proprio del tutto. Ovvio che non si può giudicare da una singola nevicata, e nemmeno da un solo inverno. Però il climagate e i dati scientifici che variano a seconda di chi li legge o di chi compila le statistiche un po' mi danno da pensare.

    Purtroppo questo è uno di quei casi in cui la politica si mette in mezzo in cose in cui non dovrebbe entrarci, gli scienziati smettono di essere scienziati e diventano partigiani di una o dell'altra fazione, gli interessi in gioco non permettono di arrivare a una visione netta della faccenda e, detto in parole povere, la povera Gavagai non ci si raccapezza più.

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  8. Gavagai, periodi di riscaldamento (e di raffreddamento) globale nella storia della Terra ce ne sono stati migliaia, anche prima della comparsa dell'uomo. Le origini possono essere esogene o endogene, dalle variazioni della costante solare a periodi di maggiore attività vulcanica, alla diversa distribuzione dei mari e delle terre emerse, ecc. Ma, per la prima volta, da cent'anni circa, stiamo assistendo a un incremento certo e misurabile dell'immissione nell'atmosfera dei gas-serra prodotti dalle attività umane. Che questo fatto possa sovrapporsi a un processo "naturale" di riscaldamento non può essere escluso, ma mi sembra perlomeno singolare. E nel 1953 non credo che il buon Gilbert N. Plass facesse riferimento a una lobby ecologista.

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  9. @ Gavagai
    considera che in duecento anni abbiamo quasi finito il carbone e il succo di dinosauro (SDD) accumulatisi in milioni di anni. Il bruciare il carbone e il SDD producono CO2, oltre a altri gas anche tossici, che non vengono completamente smaltiti anche perché stiamo riducendo drasticamente le foreste.
    Ci sono grossi interessi economici e gli scienziati sono uomini che possono diventare utilizzatori finali di prebende di vario genere. Oltretutto i negazionisti del riscaldamento antropogenico sono spesso niubbi (n00bs, spero mi sia consentito il termine) in materia.
    In effetti se vuoi vincere facile hai due strade: negare l'evoluzione e negare il riscaldamento antropogenico.
    Una blogger molto brava che tratta l'argomento è Oca sapiens, dalle un'occhiata: http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/

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  10. Vedi, Juhan, il problema è che su argomenti un po' controversi mi piace leggere, informarmi... Insomma: cercare di farmi una mia opinione in merito. Sull'evoluzione farsi un'opinione è più facile: si confrontano le tesi degli esperti del settore, si legge qualche libro sull'intelligent design... E alla fine si guarda quella che porta più prove a suo favore. E mi sembra evidente quale io ritenga più probabile... :)

    Per il clima, invece, è un casino. Il problema è che ci sono anche molti seri scienziati che sostengono un'ipotesi, e scienziati altrettanto seri che optano per l'altra. Ma - dico io - i dati non dovrebbero essere uguali per tutti? A quanto pare no. E non si può nemmeno fare il discorso del "a chi giova di più?", perchè interessi economici potenti stanno da entrambe le parti: da un lato le industrie inquinanti, dall'altro il tentativo di tirarci fuori dalla crisi economica creando la "bolla verde" (Report docet). E magari gli interessi in gioco fossero solo quelli. Insomma, ho paura che siano cose più grandi di me.

    Comunque io non rinuncio. Ti ringrazio del link: proverò a leggere gli articoli, chissò che non riesca finalmente a farmi un'idea un po' più chiara...

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