sabato 14 agosto 2010

Cover Porn – Le cover scellerate scelte da Massimo De Pascale


Nel mese di luglio l’amico Massimo De Pascale ha proposto su Facebook una serie di cover scellerate di canzoni straniere ad opera di esecutori italiani. Si tratta in genere di vera e propria pornografia musicale, come è indicato dal titolo e come risulterà dall’ascolto. Ci siamo chiesti se è possibile stilare una classifica dell’orrore e ho offerto lo spazio di questo blog per sperimentare questa operazione, contando sul fatto che i lettori abituali di Popinga godono della fama di avere grande fegato e di non arretrare di fronte alle situazioni più repellenti. Il manipolo di eroi che lo vorrà, potrà indicare nei commenti la cover più scellerata tra quelle proposte. Quelli con gusto e abilità vivisettorie sono invitati a segnalare le più gravi infamie anche nelle seguenti categorie: peggior testo, peggior arrangiamento, peggior interpretazione. C’è tempo fino al 31 agosto per votare. Coraggio.


1. Si parte subito con i pezzi da novanta. Bruno Filippini incise nel 1968 questa cover di With a Little Help from My Friends dei Beatles, anticipando di un anno il Joe Cocker di Woodstock.


2. Il gruppo dei Wretched nel 1967 così torturò Like a Rolling Stone di Bob Dylan. Per certi crimini non c’è prescrizione.


3. Questa credo sia assolutamente imbattibile (anche per gli inquietanti risvolti teologici che comporta la trasformazione del Cristo in una ragazza, diciamo così, "capricciosa"...)


4. Come non aderire all'invito del leggendario chansonnier pugliese?


5. Senza Catene di Igor Mann e i Gormanni, ovvero come distruggere uno degli standard romantici (l’originale era Unchained Melody dei Righteous Brothers, 1965: è meglio scriverlo perché altrimenti non si capisce).


6. Il delitto perfetto


7. Cos'avrà spinto due mostri (sacri) del teatro nazionale a prodursi in quest'agghiacciante performance?


8. Purtroppo c'è cascata anche la leggendaria Dalida (al secolo Iolanda Gigliotti).


9. Sia pure con la morte nel cuore, corre l'obbligo di collocare nella serie anche il cantautore ufficiale di Lotta Continua. Benché benemerita colonna sonora di innumerevoli manifestazioni, il brano in questione è un adattamento apocrifo (cui pare abbia messo mano anche Giovanna Marini) di Eve of Destruction di Barry McGuire di cui travisa volutamente il generico pacifismo postkennedyano rovesciandolo in incendiario appello all'insurrezione armata... Non c'è bisogno di dire che si trattò di un vero esproprio proletario e che McGuire non vide mai un soldo di diritti d'autore.


10. Questa la incisero in tanti (fra gli altri Dino e I Nuovi angeli) ma riporto quella del gruppo capitanato dal grande Demetrio Stratos. Da notare alcune soluzioni metriche, come minimo avventurose...


11. La House of the rising sun dell'originale brano folk americano (nonché della celeberrima riproposta degli Animals) era in realtà un bordello. Per equanimità bisogna aggiungere che Riki Maiocchi, leader dei Camaleonti, ne diede una versione molto più aderente all'originale (come testo), che però ebbe scarsa fortuna.


12. Il molleggiato, in uno dei suoi frequenti trip mistici, e Don Backy (non ancora dissidente dal Clan) trasformarono Stand by me in una vicenda di redenzione gravida di simbolismi luministici.


13. Let it be, nella versione del cantante italo-libanese Patrick Samson, quello di Soli si muore (a sua volta cover di Crimson and Clover di Tommy James & The Shondells).


14. Questa in fondo non è malaccio, quello che li frega è il confronto con l'originale.


15. Per gentile segnalazione del pictor optimus Alessandro Marziano. I temerari sono gli "Uh!" (un nome, una sentenza).


16. Questa, a rigore, è un'autocover (per di più al contrario). Ma la tentazione è stata troppo forte...


17. Non che il brano di partenza fosse molto meglio (peraltro la stessa Françoise Hardy si rese responsabile di un'autocover in italiano). Ma la goffaggine della traduzione (sublime il distico "per andare nelle strade/a parlare dell'amore") la fanno includere di diritto nella rassegna.


18. Il martello della Rita nazionale proveniva in realtà dal vecchio Pete Seeger (If I Had a Hammer, ripresa anche da Peter, Paul & Mary). Inutile aggiungere che le martellate del glorioso folk singer avevano tutt'altri obiettivi...


19. Un reperto che definire agghiacciante è fin troppo riduttivo. Un cenno doveroso all'originale: Soeur Sourire, al secolo Jeanne-Paule Marie Deckers, è stata un'autentica suora domenicana belga che, dopo aver impazzato a livello internazionale con questa ed altre consimili canzoncine, gettò la tonaca alle ortiche per vivere liberamente la propria omosessualità. Morì suicida nel 1985 insieme alla compagna, anche lei ex suora, dopo che il governo belga aveva chiuso una scuola per bambini autistici, che le due gestivano, perché esigeva le tasse arretrate sui guadagni del suo album più famoso, soldi che invece erano andati tutti all'ex convento della suora canterina. Al confronto, le storie di Pedro Almodovar sono favolette.


20. Qualsiasi commento risulterebbe inadeguato. Corresponsabile del misfatto (come spesso in questi casi) l'ineffabile "poeta" e miliardario Giulio Rapetti...


21. Anche in questo caso ogni commento è superfluo... Per dovere di cronaca aggiungo solo che gli sciagurati traduttori (!!!!!) sono il non mai abbastanza vituperato Paolo Limiti e tale Piccaredda, autore insieme al "poeta" Mogol di un'altra perla, la versione italiana di Obladì obladà. A dimostrazione, ahimè, che il crimine paga eccome!


22. Gli ineffabili Camaleonti trasformano il testo visionario e ironico degli Stones in una cosa di una piattezza disarmante. Autori del misfatto Menegazzi, Serengay e Colombini. Il 45 giri originale conteneva addirittura altre due cover, ma questa sembra la più micidiale.


23. La nemesi per i legami di The Voice con Cosa nostra giunse sotto le apparentemente dimesse spoglie di Johnny Dorelli (il brano fu poi reinciso da Claudio Villa e, con opportuni cambi di desinenza, financo da Dalida). Gli stranieri della versione originale erano notoriamente un paio, e per di più di sesso diverso, il che apriva una serie di sviluppi interessanti. La riduzione ad uno solo getta su tutta la vicenda una luce di inemendabile tristezza che la apparenta piuttosto alla indimenticata Disperato erotico stomp di Dalla…


24. Dino, ex cantante dei Kings, dopo il successo solistico di Gli occhi miei, complice Carlo Rossi (autore del testo italiano) ridusse in versione oculistica anche il celeberrimo pezzo di Simon & Garfunkel. Il brano fu inciso in italiano anche dai Bisonti, dai Dik Dik, da Mike Lidell e gli Atomi, da Gianni Morandi e dagli irlandesi Bachelors.


25. Ancora I Camaleonti (nomen omen) nella cover di Groovy Kind of Love dei Mindbenders. Da notare che lo stesso brano, tredici anni più tardi, ebbe una versione pirata da parte del compianto Ivan Graziani, intitolata Agnese.


26. L’originale era Everybody loves somebody sometime, uno dei cavalli di battaglia di Dean Martin. Il titolo originale, per inciso, meriterebbe di figurare in tutti i manuali di inglese al capitolo su aggettivi, pronomi e avverbi indefiniti... La versione fornita da un Claudio Lippi pre–Mediaset è segno profetico di una carriera.


27. Eccoli ancora, I Ribelli, con una straziante cover di Yummi Yummi Yummi dei 1910 Fruitgum Co., gruppo pop americano piuttosto sciocchino, allora noto in tutto il mondo anche con Simon says (Il ballo di Simone, che rese noti Giuliano e i Notturni in saecula saeculorum).


28. Un'efferata versione di Lady Jane ad opera dei New Dada dell'indimenticato Maurizio Arcieri (in seguito animatore del duo Krisma, insieme alla notevole consorte) conclude degnamente questa rassegna.


29. Su richiesta telepatica di Masssimo e Melassa, aggiungiamo in extremis questa cover di Lou Reed perpetrata da Patti Pravo. Walk on the Wild Side traformata in I giardini di Kensington ed "eseguita" (si tratta di una vera e propria esecuzione sommaria) a "Piccoli Fans", così vi cuccate anche la presentazione di Sandra Milo.






22 commenti:

  1. Ma dai Popinga, che Nicola di Bari ci ha messo anche il gridolino! Ma è una meraviglia! Adesso vado avanti, che qui c'è da divertirsi tutto agosto. Grazie!

    B

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  2. Conoscevo il De Pascale come persona seria, studente modello prima, fine intellettuale dopo, regista impegnato infine. Poi sono arrivati i social network..... ;-)

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  3. Peggior tutto Obladì Obladà dei Ribelli: un tormentone da manicomio, bruttissima cover di una bruttissima canzone.
    A seguire, per il testo, Quelli della mia età (la canzone della Hardy era un'altra cosa)
    Popi, però, togli dall'elenco i fighissimi New Dada (Son storie, che racconti tu ...)

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  4. B.: dovrei dire semel in anno..., ma ho paura che ci sarà un sequel all'incontrario (cover straniere di canzoni italiane).

    Peppe: dato che Massimo me l'hai fatto conoscere tu, avverto un'accusa non espressa nei miei confronti. Nel condividere questo spaccato storico, sociale e musicale del nostro paese, nel chiedere che cosa rimane dei "favolosi" anni '60 italiani se togliamo le cover, voglio precisare che io sono arrivato dopo, come Mario Moretti nelle Brigate Rosse.

    Maurizio: i genitori di Maurizio Arcieri avevano una cartoleria in Corso Lodi a Milano, vicino a Porta Romana. Quando facevo il liceo lì vicino, con due compagni di classe entrammo con la scusa di comprare delle penne. Mentre ci servivano passò lui, che chiacchierò con noi per qualche minuto e ci fece l'autografo. Non potrò mai votarlo tra i peggiori.

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  5. io aggiungerei http://www.youtube.com/watch?v=BIsECTx-ni8
    Si può?

    Melassa

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  6. Melassa, in effetti Patti Pravo è una disgraziata a trattar così Walk on the wild side di Lou Reed. Meriterebbe l'inserimento, ma devo aver il parere favorevole di Massimo.

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  7. Groovy Kind of Love, come d'altronde Agnese, non può vantare nessuna originalità, in quanto la melodia è scopiazzata di brutto dal terzo movimento, rondò, della sonatina op. 36 n. 5 di Muzio Clementi.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Muzio_Clementi

    Resta il fatto che la cover dei Camaleonti è a dir poco orrenda.

    per sentire il rondò:
    http://www.youtube.com/watch?v=m7nF87J7Cks&feature=related

    nick the old

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  8. La parola al colpevole principale. Sbrighiamo prima le formalità burocratiche: proprio ieri, in un lampo, e con una grande sensazione di rammarico, mi sono improvvisamente ricordato della sciagurata versione di "Walk on the wild side" ad opera della Patty nazionale (meditino, gli amici scienziati, su questa prova inconfutabile della realtà della telepatia, ma anche della sua assoluta futilità) Quindi non posso che approvare incondizionatamente l'inclusione nella nostra rassegna e ringraziare sentitamente l'attento/a Melassa. Quanto al carissimo Peppe, il cui spiritoso commento considero innanzitutto come un grande attestato di stima (ricambiata), vorrei invitarlo a condividere con noi un momento di innocente divertimento (come quando si sfoglia un vecchio album di famiglia e si ride, tra l'imbarazzo e la tenerezza, per vestiti e tagli di capelli che oggi ci appaiono irrimediabilmente mostruosi) ma anche una riflessione non banale su certi vizi eterni della cultura e del costume nazionali. Non casualmente, il fenomeno delle cover, interessò soprattutto gli anni '60. Il periodo cioè, in cui l'Italia cercava di sbarazzarsi definitivamente, e malamente, di antichi retaggi per entrare a vele spiegate nel paradiso dei consumi. Non che di quei retaggi non ci si dovesse sbarazzare, beninteso, ma le modalità furono, al contempo, maldestre e sciagurate.
    Il provincialismo irrimediabile e l'esterofilia dissennata sono due facce della stessa medaglia e dell'attuale situazione disastrosa in cui versa la nostra cultura (sia in senso stretto che in senso lato). In questo caso, il divertimento ha un retrogusto amaro e, forse, oscuramente premonitore.
    Grazie in primis a Popinga, poi a due altri collaboratori, più saltuari ma ugualmente preziosi, Maurizio Pallotta e Alessandro Marziano, infine a tutti quelli che vorranno condividere il divertimento e (forse) la riflessione.
    Massimo
    P.s. data la levata di scudi, possiamo anche graziare l'Arcieri e i suoi New Dada, se lo ritenete

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  9. Io avrei una domanda: ma non è che, alle volte, quella parolina, "porn", nel titolo di questo blog tu ce l'abbia messa per far aumentare il numero delle visite? Eh?

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  10. Tutto un altro stile questi originali e relative cover


    http://www.youtube.com/watch?v=jLD5H4uQ1xs&feature=related

    http://www.youtube.com/watch?v=RDKC7IsTg8E&feature=related

    anche da noi qualcuno ha saputo farsi onore

    http://www.youtube.com/watch?v=lyYoqtZEtlY&feature=fvw

    http://www.youtube.com/watch?v=VFQGBaIvB-k

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  11. Grazie Nick dell'informazione preziosa. I plagi dalla musica classica sono assai più numerosi di quanto si creda.

    Massimo, non finirò mai di apprezzare la tua selezione e il modo di presentare simili scelleratezze. Ho aggiunto in extremis anche la Patti nazionale che violenta Lou Reed di fronte a una platea di bambini. Criminale.

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  12. Segnale in codice: d'accordo, ma sei fuori tema:
    1)La cover beatlesiana di Roll over Beethoven di Chuck Berry non è italiana;
    2)La cover di De André del gorilla di Brassens non è scellerata. Lo stesso Faber ha fatto una versione, dichiarata in copertina, del Concerto per tromba in re maggiore di Telemann che è un capolavoro (La canzone dell'amore perduto), così ci ricolleghiamo al commento di Nick.

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  13. Colapesce: noi ammericani usiamo spesso porn per indicare l'eccesso che diventa volgare. Così l'etimologia della parola:
    "1857, "description of prostitutes," from Fr. pornographie, from Gk. pornographos "(one) writing of prostitutes," from porne "prostitute," originally "bought, purchased" (with an original notion, probably of "female slave sold for prostitution;" related to pernanai "to sell," from PIE root per- "to traffic in, to sell,") + graphein "to write" (see -graphy). Originally used of classical art and writing; application to modern examples began 1880s. Main modern meaning "salacious writing or pictures" represents a slight shift from the etymology, though classical depictions of prostitution usually had this quality.
    Pornography, da cui porn, deriva da una radice greca per "vendere" o "vendersi": e per che cosa erano fatte le scelleratezze di cui stiamo parlando?

    Nota: MA QUI NON VOTA NESSUNO?

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  14. 'orca Popinga, e che è una punizione? o che mi diventi mica il quinto giudice di X factor e ti prepari il repertorio per la categoria over 50?
    Per oggi mi basta lo shock di Bowie in versione Mal. Un cult - si può dire cult o aumentano i debosciati sul blog? - rovinato e finisco qui perché quando clicco play pure il browser si ribella.

    Comunque mi piace questo tuo risvolto pop, Pop, io per ora do un bel 10 all’idea.

    P.S.: nella musica si copia, tanto e non sempre in modo dichiarato; consiglio, anche se magari molti lo conoscono, di vedere questo sito, molto ben fatto:
    http://www.plagimusicali.net/

    Ciao!

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  15. E' vero quello che dici, Popinga. Il mio "fuori tema" è stato consapevole.
    E' solo un invito un po' ermetico a ri-scoprire quello che c'è di valido nella nostra musica e nella nostra cultura.

    Dopo avere consegnato alla colonna infame i personaggi che hai richiamato dal passato e che rispondevano solo a una richiesta del mercato, sarebbe doveroso un nuovo post su quello che c'è da salvare.

    Siamo d'accordo su De André (mi sono sempre chiesto se il fatto che una famosa esecuzione del concerto per tromba in RE magg. di Teleman fosse suonata da Maurice André abbia influenzato in qualche modo il nostro).

    Spero che si sia d'accordo anche sulle cover di Battiato.

    Poi chi ci mettiamo?

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  16. Io voto per la 16, Battisti. Se poi posso aggiungere un voto ci metto anche la prima, Bruno Filippini ci sa fare e secondo me si tratta di una traduzione simultanea.
    Ma devo fare una vehemente protesta, per la 17.
    E no! La versione francese è bellissimissima. E in 'tagliano ne esiste una versione diversa da questa, bella anche se il testo non corrisponde all'originale. Questa dev'essere una prova, Françoise non sa dire nemmeno la "qu" come diciamo noi. E anche la musica è sbagliata. Esigo delle scuse o ti querelo! Io allora avevo 12-14 anni.
    Poi, se posso io ci avrei messo Ricky Shane, http://www.youtube.com/watch?v=B7gnMnlh50g c'è dietro una storia bellissima. E padre Cionfoli. Lo so non sono cover ma sono capolavori.
    Poi, qualcosa di completamente differente a riparare la n. 7 http://dailymotion.virgilio.it/video/x7gvb_gainsbourg-aux-armes-et-catera
    Bella l'immagine finale.
    La Melassa sarebbe da seguire, anzi l'ho RSSata.
    Bon, adesso per rifarmi l'orecchio mi sento un po' di Bach, PDQ Bach.
    Mentre ascoltavo ci sono stati molti commenti notevoli, io sono con Roberta e Maurizio per FH.

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  17. È stata dura, ma alla fine sono giunto a delle conclusioni. Secondo me la cover peggiore in assoluto è la n. 10, l’Obladì Obladà nella versione dei Ribelli, abilissimi nel fare strame di una canzone che già nell’originale è una delle peggiori partorite dai Fab Four.
    Diverso il giudizio se analizzo le tre categorie indicate. Per quanto riguarda i testi sono piuttosto prevenuto verso le canzoncine clericali e avrei votato volentieri per Orietta Berti o per la versione missionaria che Celentano ha fatto di Stand by me. Tuttavia il confronto con l’originale mi fa propendere per il testo che Mogol ha fatto cantare a David Bowie in italiano, di una banalità angosciante. Voto quindi per la n. 20, Ragazzo solo ragazza sola.
    La peggior interpretazione mi ha dato meno problemi: stravincono gli Uh! Di Non sono solo.
    Per il peggiore arrangiamento sono stato indeciso tra la 5 (Igor Mann e i normanni), la 22 (Camaleonti) e la 29 (Patty Pravo). Il fatto però che non avessi capito di che diavolo di canzone fosse la cover, mi ha fatto decidere per la 5 (Senza catene).

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  18. Accidenti mi sono presa paura pensavo scadesse oggi! Perchè ascoltarle tutte anche se di qualcuna ho un flebile ricordo d'infanzia, ci vuole tempo, e c'è pure un carnevale da finire di preparare!

    Seguirà attenta valutazione al netto dei ricordi d'infanzia e/o gioventù

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  19. I miei voti (nel senso del Premio IgNobel)

    Primi classificati

    per il peggior testo

    Immagina che - Versione italiana di Imagine - Cantata da Ornella Vanoni.

    Il testo italiano di per sé potrebbe essere definito "senza infamia e senza lode", ma l'atto ignobile è stato quello di trasformare il contenuto filosofico e ideologico dell'originale in una banale canzoncina d'amore.

    _____________________

    per il peggior arrangiamento

    a pari merito

    gli Uh con la cover italiana di I am the walrus

    e i Camaleonti con Come mai cover di Get off of my cloud

    _____________________

    per la peggior interpretazione

    Bruno Filippini - Un piccolo aiuto dagli amici

    Non fosse altro che per la metrica introdotta a forza.

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  20. Scusate, ma Albertazzi e compagna non si affrontano. Mi veniva un'angoscia da esorcista, che alla fine ho chiuso. Poi ho riascoltato dall'inizio e mi veniva il polpastrello simulativo, tipo la scena di Harry di presento Sally, dove lei simula mentre mangia un panino. Io voto per questa, anche se l'arrangiamento è assente, però il crimine di confondere i suoni dell'italiano coi sospiri francesi mi ha fatto venire voglia di buttare la sigaretta. L'ho spenta con violenza. Lui è sempre stato peso come il tuono, e lei non ho mai capito come potesse stare con lui. Bravi solo in palcoscenico, per carità! Vade retro Satana! Popinga, io voto per questo, come interpretazione, come traduzione e come arrangiamento assente, così come l'erotismo che suscitano costoro. Non me lo scorderò mai.
    Popinga, volevo dirti che io Maurizio Arcieri lo amavo, anche se era già vecchio quando l'ho conosciuto io. Però qualsiasi cosa abbia fatto, fa lo stesso, perchè Egli era di una bellezza impressionifica. Anche lei, però, la moglie volevo dire.
    Magari cambio idea, andare al 31, per adesso sono scioccata, ma proprio scioccata.

    B

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  21. Juhan, PDQ Bach sembra un tipo interessante, non lo conoscevo. C'è sempre da imparare, orpo!

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  22. Io se trovo il paroliere che ha scritto il testo di "Non sono solo" lo ammazzo di botte, anzi gliene do tante che i soccorritori lo dovranno raccogliere col cucchiaino. Ora il video è stato rimosso perchè qualcuno (chissà, forse Paul McCartney in persona o qualche erede di John Lennon) l'ha segnalato ma io l'avevo già sentita in passato e sono rimasto letteralmente scioccato. La voce del cantante poi ispira antipatia e violenza. Capirete che "Non sono solo" l'ho votata come "Peggior testo". Su tutte le altre è meglio stendere un velo pietoso dato che sarebbe inutile sprecare anche solo mezza parola. John Lennon si starà sicuramente rivoltando nella tomba per questo affronto. Abbasso gli Uh! e a morte l'autore del testo in italiano!

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