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lunedì 10 febbraio 2014

Le radici di Boris Vian

Ci sono radici di tutte le forme: 
la puntuta, la rotonda, la difforme. 
Quella dell’altea è angelica, 
c’è una Racine (1) che è classica 
e la mandragora è diabolica: 
anche se è invadente 
non ci si può fare niente. 
Ma la radice che io adoro 
che si estrae senza fatica, 
è la radice quadrata, la mia preferita. 
Una radice di aspetto peggiore 
è quella dell’albero motore. 
Il drogato fa fuoco e fiamme 
per quella dell’albero a camme. 
Se ha la radice della manioca 
qualcosa a che fare con la tapioca, 
evitiamo con grande attenzione 
(di mangiare) quelle del dente di leone (2). 
Ci sono delle radici a mazzi cedute,
i ravanelli, le carote, le  rape barbute. 
Quella dell’erica voi conoscete 
dalla quale si creano pipe discrete. 
C’è la radice della canna per pescare: 
coltivatela, su, chi ve lo sta a vietare? 
Ma la radice che io adoro 
che si estrae senza fatica, 
è la radice quadrata, la mia preferita. 

Il y a des racines de tout' les formes 
Des pointues, des rond' et des difformes 
Cell' de la guimauve est angélique 
Il y a une Racin' (1) qui est classique 
Et la mandragore est diabolique 
Mêm' s'il nous bassin' on n'y peut plus rien 
Mais la racine que j'adore 
Et qu'on extrait sans effort-eu 
La racin'carrée, c'est ma préférée 
Une racine qu'a un aspect louche 
C'est cell' de l'arbre de couche 
Le drogué vend son âme 
Pour cell' de l'arbre à cames 
Si la racine du manioc a 
De quoi fair' du tapioca 
Evitons tout' not' vie 
(de bouffer) Celle du pissenlit (2) 
Il y a des racin' qui s'vend' en bottes
Le radis, l'navet ou la carotte 
Vous connaissez celle de la bruyère 
Dans laquell' on taille des pip' en terre 
Il y a la racin' de canne à pêche 
Cultivez-la donc, qu'est-ce qui vous empêche? 
Mais la racine que j'adore 
Et qu'on extrait sans effort-eu 
La racin'carrée, c'est ma préférée. 

(1) Jean Racine ("radice") è stato il più grande drammaturgo classico del Seicento francese. 
(2) Manger les pissenlits par la racine significa essere morto e sepolto. 

Boris Vian (1920-1959) è stato un genio poliedrico: scrittore anticonformista, poeta, inventore di parole, commediografo, jazzista, cantante a autore di canzoni, traduttore, critico, inventore e ingegnere. Il suo capolavoro letterario fu l’originalissimo e surreale La schiuma dei giorni (1947). Fu anche l’autore della splendida canzone antimilitarista Le déserteur (scritta nel 1954 subito dopo la guerra d’Indocina) e membro del Collège de Pataphysique.