La tentata impresa di Felix Baumgartner di gettarsi con un paracadute da 20 miglia d’altezza (ca. 36,5 km), per ora annullata a causa del forte vento, ha precedenti antichissimi. La prima notizia di una discesa paracadutistica nello spazio si trova nella Descrizione iperborea dello scrittore greco Medoro di Cipro, vissuto ai tempi del regno di Tolomeo I Sotere. Tra le pittoresche narrazioni degli usi e costumi dei pallidi e biondi popoli nordici, e dei loro misteriosi riti presso i templi megalitici, un capitoletto dell’opera, purtroppo giuntaci incompleta, riporta la vicenda di Laringidès, un marinaio al seguito della spedizione del marsigliese Pitea che raggiunse le estremità artiche di Thule.
Questo Laringidès avrebbe raggiunto da solo un alto monte che segnava il limite settentrionale del disco terrestre e si sarebbe lanciato verso l’abisso, tenendo per le mani i quattro capi della vela di una nave, scomparendo nel nulla infinito. Secondo Medoro, l’uomo era convinto che in quel modo avrebbe raggiunto l’angolo sud-orientale del mondo, perché ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto, per le meraviglie di una cosa unica.
Esisterebbe infatti un legame segreto tra le nove parti del mondo, che deriva dal modo in cui esse sono state abitate a partire dalla prima. Ogni parte del disco terrestre, secondo i saggi egizi e i gimnosofisti indiani, sarebbe infatti numerata, in modo che la somma della righe, delle colonne e delle diagonali della loro rappresentazione su un quadrato dia sempre lo stesso valore.
Trovandosi nella parte identificata con il numero 1, e perciò considerata la più antica, dimora artica della prima civiltà umana, Laringidès era certo che, a somiglianza della maniera con la quale era stato abitato il disco terrestre, egli, gettandosi nell'abisso partendo dalla patria dei primi uomini, sarebbe atterrato nell'angolo del mondo identificato con il numero 2, quello collocato nella parte da cui proviene il vento di scirocco, nelle terre al di là dell’Etiopia e dell’Arabia.
Medoro non dice se Laringidès raggiunse la sua meta, o se stia precipitando all’infinito nell’abisso eterno.
Avresti dovuto scrivere una sceneggiatura per Asterix!
RispondiEliminaChe bel complimento! Grazie, Marco! Amo tutto ciò che riguarda l'indomito villaggio bretone!
RispondiEliminaOriginale e corposo pur senza essere pedante tutto quello che scrivi nei tuoi blog, frutto di amore per la scienza e non solo, esperienza dettata dalla militanza di docente che ti porta a speculare, curiosare, ricercare eccc
RispondiEliminaDa una docente di lettere fresca di pensione, complimenti
simonetta fedele vernia
Grazie Simonetta, immagino che tu sappia quanto bene possano fare parole come le tue!
RispondiElimina